AL VIA IL CAMPIONATO ITALIANO VELOCITÀ 2015

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Della serie: alla Csai, pardòn, Acisport, interessano soltanto Salita e Rally, per quanto riguarda le storiche. La Velocità se la organizzi Peroni, poi se qualcun altro vuole fare la sua gara faccia pure. E pazienza se il campione è definito a Natale e le classifiche di campionato arrivano l’anno dopo.Così facendo però si mette a repentaglio una serie chenon molti anni fa aveva 2 o 3 griglie e oltre 50 auto iscritte(per non parlare dei dorati anni ‘90, in cui c’era addirittura impegnata ufficialmente la Pirelli, ma questa è… preistoria). Già la crisi picchia duro, ma se ci si mette anche la Federazione che per prima dovrebbe promuovere lo sport…Vedremo. Il calendario, dunque, consta di8 gare:oltre alle due succitate, le sei di Peroni: Imola questo fine settimana, Varano il 26 aprile, Adria 10 maggio, Misano Adriatico 14 giugno, Mugello 6 settembre, Vallelunga 27 settembre. “Coda” a Magione, dopo oltre due mesi, il 7 dicembre, magari con la neve, chissà.Per fortuna, anche con una sola griglia (comunque ricca: si attendono circa trenta auto) la gara di 60’ con cambio pilota si attende combattuta, benchéalcune auto sul Santerno siano nettamente favorite per le loro prestazioni(su tutte, le “solite Porsche 935, 934 e 930 Turbo).La battaglia per l’assoluto anche quest’anno dovrebbe vedere protagonisti i “soliti” Rosticci, Mundi, Guerra, i fratelli Raimondi e Denny Zardo qualora partecipasse assiduamente. Potrebbe rivedersi in pista anche il mitico Mario Casoni, ma attenzione agli “outsider” (per… potenza, non certo per capacità di guida). Come Nicola Ciniero, già campione italiano nel 2008 e 2013, che torna alla guida della fida Ford Cortina Lotus dopo un inverno con la tentazione di passare alla Ginetta.Proprio a Ciniero abbiamo fatto un’intervista… alla carriera, chiedendogli anche quali provvedimenti prenderebbe per rivitalizzare un campionato che è stato abbandonato da molti grandi appassionati (uno tra tutti, Giuliano Giuliani con la sua BMW “02”).- Ciniero, come nasce la sua passione per le corse?Mio papà era un alfista scatenato, la sua ultima Alfa prima di morire fu una 1750 berlina. Abitavamo in Via Caracciolo a Milano, si attraversava Piazza Firenze ed eravamo al Portello! Mi ha portato a vedere la mia prima gara nel 1960, a Monza, le prove del sabato della formula 1, si correva ancora sull’anello di velocità. Sempre di nascosto dalla mamma ovviamente. Poi a scuola ho fatto le medie con Paolo Vacchini, il cui padre aveva un’officina Alfa Romeo a Milano ( il suo motto, che applicava con un adesivo trasparente sul lunotto delle Alfa, era “che bell’andàa cul mutur preparàa”) e con Roby Sigala, fratello di Massimo e figlio del grande Oddone Sigala. Facevamo le medie a Stresa in quel periodo e quando mi capitava di venire a Milano da Stresa con la BMW di papà Sigala era tutto un raccontare di corse. Abito a Milano in Corso Sempione all’altezza della casa di Ascari, di fianco a casa mia c’era l’officina di Dagrada. Dai 12 ai 20 anni non ho perso una gara a Monza, entravo in tutti i modi in autodromo, in quei tempi le gare iniziavano alle 9 di mattina e si andava avanti fino a sera, anche 10 gare. La “malattia” l’ho presa subito quindi.- Chi erano i suoi piloti preferiti?Mi piaceva molto De Adamich per il suo stile di guida, lo seguivo ovunque. Ma chi mi faceva impazzire erano i due fratelli Brambilla, sempre al limite in tutto e per tutto, e poi Merzario, Casoni, Facetti, Pianta, Bodini, Fontanesi, Salvati. A Monza Colzani era una vera belva! Tra gli stranieri c’erano Peterson, Birell, Whitmore, Amon, Rodriguez, Siffert, Rindt e Gethin che ho visto vincere a Monza in F1 ed ero all’esterno della Parabolica, il suo ingresso all’ultimo giro me lo ricordo bene!C’erano ancora i vecchi box, si entrava e si poteva parlare coi piloti come se niente fosse, altri tempi davvero!- A chi dedica le sue vittorie?Sicuramente a mio padre che dall’alto mi guarda sempre ma anche a mia figlia che mi manda sempre messaggi di incoraggiamento durante i week end di gara. Non posso però dimenticare il mio scorbutico preparatore Montanari e tutti gli amici che mi supportano sempre.- Rimpianti del passato?Le cene con piloti tipo Cocchetti, Brambilla, Tenconi padre e figlio, Spinosa, Giuliani, Rava, Pieraccini, Scozzoli, Supino, Ferraro, Borella, Ferrari, Montecchi e tanti altri che ora dimentico da un punto di vista umano e aneddotico. Sicuramente i costi di box, prove libere e meccanici di solo 5 anni fa.- Piste preferite?Imola… perché bisogna darle del Lei, Mugello per il ritmo e la bellezza naturale, Misano per sicurezza, Adria per… la comodità delle camere sopra i box.- Nel 2015 torna a disputare l’intero campionato. Ancora con la Cortina?Si, sono un innamorato folle, ma… Ho tentato la scappatella, con una Ginetta, che peraltro ha lo stesso motore Lotus. Ma la preparazione è andata per le lunghe.- Perché in ambito di “storiche” la Velocità in pista è calata tanto, mentre Salita e Rallye sono in piena salute?Ormai noi pistaioli siamo una razza in via di estinzione, se non fosse per Peroni e la gentile signora  Romanelli della Csai a Roma. Siamo dimenticati, ed è un peccato perché all’estero la situazione è completamente diversa. Noi vogliamo portare in pista anche storia e cultura delle macchine d’epoca, non solo competizione e agonismo, componente peraltro fondamentale. Il mio augurio è che il Presidente Sticchi Damiani si ricordi più spesso di noi. Se vuole, io qualche idea ce l’avrei.- Per esempio?Beh, alcune in parte sono state accolte: un campionato su sei gare, come fa Peroni quest’anno, cioé Imola, Mugello, Misano, Vallelunga, Adria e Varano (non considera quelle di Pergusa e Magione, ndr). Poi gare di un’ora per non affaticare macchine e piloti, per lo stesso motivo no a gare a luglio e agosto; il 1° raggruppamento dovrebbe correre da solo, troppe sono le differenze prestazionali con gli altri due; iscrizione obbligatoria al Campionato: chi non si iscrive può correre ma non prende punteggio. Poi c’è il fattore costi (iscrizioni, prove libere, gomme, box): le iscrizioni alle gare andrebbero differenziate tra raggruppamenti. Poi servirebbe maggior impegno da parte della Csai: pubblicazione classifiche, una PR ufficiale per rilancio sui media. Infine, secondo me molto importante, organizzare una gara dimostrativa nei giorni del GP d’Italia di F1 (come fanno a Silverstone con le macchine fino al 1965).Tutto su:acisportcampionato velocitÃcinieroitalianoperoniSocialÈ in edicola Automobilismo d’epoca di aprile 2015Il nuovo numero anticipa in copertina il servizio su un’italiana particolare, la Abarth OTR 1000 con il motore a testa “radiale”Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

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E pazienza se il campione è definito a Natale e le classifiche di campionato arrivano l’anno dopo.Così facendo però si mette a repentaglio una serie chenon molti anni fa aveva 2 o 3 griglie e oltre 50 auto iscritte(per non parlare dei dorati anni ‘90, in cui c’era addirittura impegnata ufficialmente la Pirelli, ma questa è… preistoria). Già la crisi picchia duro, ma se ci si mette anche la Federazione che per prima dovrebbe promuovere lo sport…Vedremo. Il calendario, dunque, consta di8 gare:oltre alle due succitate, le sei di Peroni: Imola questo fine settimana, Varano il 26 aprile, Adria 10 maggio, Misano Adriatico 14 giugno, Mugello 6 settembre, Vallelunga 27 settembre. “Coda” a Magione, dopo oltre due mesi, il 7 dicembre, magari con la neve, chissà.Per fortuna, anche con una sola griglia (comunque ricca: si attendono circa trenta auto) la gara di 60’ con cambio pilota si attende combattuta, benchéalcune auto sul Santerno siano nettamente favorite per le loro prestazioni(su tutte, le “solite Porsche 935, 934 e 930 Turbo).La battaglia per l’assoluto anche quest’anno dovrebbe vedere protagonisti i “soliti” Rosticci, Mundi, Guerra, i fratelli Raimondi e Denny Zardo qualora partecipasse assiduamente. Potrebbe rivedersi in pista anche il mitico Mario Casoni, ma attenzione agli “outsider” (per… potenza, non certo per capacità di guida). Come Nicola Ciniero, già campione italiano nel 2008 e 2013, che torna alla guida della fida Ford Cortina Lotus dopo un inverno con la tentazione di passare alla Ginetta.Proprio a Ciniero abbiamo fatto un’intervista… alla carriera, chiedendogli anche quali provvedimenti prenderebbe per rivitalizzare un campionato che è stato abbandonato da molti grandi appassionati (uno tra tutti, Giuliano Giuliani con la sua BMW “02”).- Ciniero, come nasce la sua passione per le corse?Mio papà era un alfista scatenato, la sua ultima Alfa prima di morire fu una 1750 berlina. Abitavamo in Via Caracciolo a Milano, si attraversava Piazza Firenze ed eravamo al Portello! Mi ha portato a vedere la mia prima gara nel 1960, a Monza, le prove del sabato della formula 1, si correva ancora sull’anello di velocità. Sempre di nascosto dalla mamma ovviamente. Poi a scuola ho fatto le medie con Paolo Vacchini, il cui padre aveva un’officina Alfa Romeo a Milano ( il suo motto, che applicava con un adesivo trasparente sul lunotto delle Alfa, era “che bell’andàa cul mutur preparàa”) e con Roby Sigala, fratello di Massimo e figlio del grande Oddone Sigala. Facevamo le medie a Stresa in quel periodo e quando mi capitava di venire a Milano da Stresa con la BMW di papà Sigala era tutto un raccontare di corse. Abito a Milano in Corso Sempione all’altezza della casa di Ascari, di fianco a casa mia c’era l’officina di Dagrada. Dai 12 ai 20 anni non ho perso una gara a Monza, entravo in tutti i modi in autodromo, in quei tempi le gare iniziavano alle 9 di mattina e si andava avanti fino a sera, anche 10 gare. La “malattia” l’ho presa subito quindi.- Chi erano i suoi piloti preferiti?Mi piaceva molto De Adamich per il suo stile di guida, lo seguivo ovunque. Ma chi mi faceva impazzire erano i due fratelli Brambilla, sempre al limite in tutto e per tutto, e poi Merzario, Casoni, Facetti, Pianta, Bodini, Fontanesi, Salvati. A Monza Colzani era una vera belva! Tra gli stranieri c’erano Peterson, Birell, Whitmore, Amon, Rodriguez, Siffert, Rindt e Gethin che ho visto vincere a Monza in F1 ed ero all’esterno della Parabolica, il suo ingresso all’ultimo giro me lo ricordo bene!C’erano ancora i vecchi box, si entrava e si poteva parlare coi piloti come se niente fosse, altri tempi davvero!- A chi dedica le sue vittorie?Sicuramente a mio padre che dall’alto mi guarda sempre ma anche a mia figlia che mi manda sempre messaggi di incoraggiamento durante i week end di gara. Non posso però dimenticare il mio scorbutico preparatore Montanari e tutti gli amici che mi supportano sempre.- Rimpianti del passato?Le cene con piloti tipo Cocchetti, Brambilla, Tenconi padre e figlio, Spinosa, Giuliani, Rava, Pieraccini, Scozzoli, Supino, Ferraro, Borella, Ferrari, Montecchi e tanti altri che ora dimentico da un punto di vista umano e aneddotico. Sicuramente i costi di box, prove libere e meccanici di solo 5 anni fa.- Piste preferite?Imola… perché bisogna darle del Lei, Mugello per il ritmo e la bellezza naturale, Misano per sicurezza, Adria per… la comodità delle camere sopra i box.- Nel 2015 torna a disputare l’intero campionato. Ancora con la Cortina?Si, sono un innamorato folle, ma… Ho tentato la scappatella, con una Ginetta, che peraltro ha lo stesso motore Lotus. Ma la preparazione è andata per le lunghe.- Perché in ambito di “storiche” la Velocità in pista è calata tanto, mentre Salita e Rallye sono in piena salute?Ormai noi pistaioli siamo una razza in via di estinzione, se non fosse per Peroni e la gentile signora  Romanelli della Csai a Roma. Siamo dimenticati, ed è un peccato perché all’estero la situazione è completamente diversa. Noi vogliamo portare in pista anche storia e cultura delle macchine d’epoca, non solo competizione e agonismo, componente peraltro fondamentale. Il mio augurio è che il Presidente Sticchi Damiani si ricordi più spesso di noi. Se vuole, io qualche idea ce l’avrei.- Per esempio?Beh, alcune in parte sono state accolte: un campionato su sei gare, come fa Peroni quest’anno, cioé Imola, Mugello, Misano, Vallelunga, Adria e Varano (non considera quelle di Pergusa e Magione, ndr). Poi gare di un’ora per non affaticare macchine e piloti, per lo stesso motivo no a gare a luglio e agosto; il 1° raggruppamento dovrebbe correre da solo, troppe sono le differenze prestazionali con gli altri due; iscrizione obbligatoria al Campionato: chi non si iscrive può correre ma non prende punteggio. Poi c’è il fattore costi (iscrizioni, prove libere, gomme, box): le iscrizioni alle gare andrebbero differenziate tra raggruppamenti. Poi servirebbe maggior impegno da parte della Csai: pubblicazione classifiche, una PR ufficiale per rilancio sui media. Infine, secondo me molto importante, organizzare una gara dimostrativa nei giorni del GP d’Italia di F1 (come fanno a Silverstone con le macchine fino al 1965).Tutto su:acisportcampionato velocitÃcinieroitalianoperoniSocialÈ in edicola Automobilismo d’epoca di aprile 2015Il nuovo numero anticipa in copertina il servizio su un’italiana particolare, la Abarth OTR 1000 con il motore a testa “radiale”Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

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E pazienza se il campione è definito a Natale e le classifiche di campionato arrivano l’anno dopo.Così facendo però si mette a repentaglio una serie chenon molti anni fa aveva 2 o 3 griglie e oltre 50 auto iscritte(per non parlare dei dorati anni ‘90, in cui c’era addirittura impegnata ufficialmente la Pirelli, ma questa è… preistoria). Già la crisi picchia duro, ma se ci si mette anche la Federazione che per prima dovrebbe promuovere lo sport…Vedremo. Il calendario, dunque, consta di8 gare:oltre alle due succitate, le sei di Peroni: Imola questo fine settimana, Varano il 26 aprile, Adria 10 maggio, Misano Adriatico 14 giugno, Mugello 6 settembre, Vallelunga 27 settembre. “Coda” a Magione, dopo oltre due mesi, il 7 dicembre, magari con la neve, chissà.Per fortuna, anche con una sola griglia (comunque ricca: si attendono circa trenta auto) la gara di 60’ con cambio pilota si attende combattuta, benchéalcune auto sul Santerno siano nettamente favorite per le loro prestazioni(su tutte, le “solite Porsche 935, 934 e 930 Turbo).La battaglia per l’assoluto anche quest’anno dovrebbe vedere protagonisti i “soliti” Rosticci, Mundi, Guerra, i fratelli Raimondi e Denny Zardo qualora partecipasse assiduamente. Potrebbe rivedersi in pista anche il mitico Mario Casoni, ma attenzione agli “outsider” (per… potenza, non certo per capacità di guida). Come Nicola Ciniero, già campione italiano nel 2008 e 2013, che torna alla guida della fida Ford Cortina Lotus dopo un inverno con la tentazione di passare alla Ginetta.Proprio a Ciniero abbiamo fatto un’intervista… alla carriera, chiedendogli anche quali provvedimenti prenderebbe per rivitalizzare un campionato che è stato abbandonato da molti grandi appassionati (uno tra tutti, Giuliano Giuliani con la sua BMW “02”).- Ciniero, come nasce la sua passione per le corse?Mio papà era un alfista scatenato, la sua ultima Alfa prima di morire fu una 1750 berlina. Abitavamo in Via Caracciolo a Milano, si attraversava Piazza Firenze ed eravamo al Portello! Mi ha portato a vedere la mia prima gara nel 1960, a Monza, le prove del sabato della formula 1, si correva ancora sull’anello di velocità. Sempre di nascosto dalla mamma ovviamente. Poi a scuola ho fatto le medie con Paolo Vacchini, il cui padre aveva un’officina Alfa Romeo a Milano ( il suo motto, che applicava con un adesivo trasparente sul lunotto delle Alfa, era “che bell’andàa cul mutur preparàa”) e con Roby Sigala, fratello di Massimo e figlio del grande Oddone Sigala. Facevamo le medie a Stresa in quel periodo e quando mi capitava di venire a Milano da Stresa con la BMW di papà Sigala era tutto un raccontare di corse. Abito a Milano in Corso Sempione all’altezza della casa di Ascari, di fianco a casa mia c’era l’officina di Dagrada. Dai 12 ai 20 anni non ho perso una gara a Monza, entravo in tutti i modi in autodromo, in quei tempi le gare iniziavano alle 9 di mattina e si andava avanti fino a sera, anche 10 gare. La “malattia” l’ho presa subito quindi.- Chi erano i suoi piloti preferiti?Mi piaceva molto De Adamich per il suo stile di guida, lo seguivo ovunque. Ma chi mi faceva impazzire erano i due fratelli Brambilla, sempre al limite in tutto e per tutto, e poi Merzario, Casoni, Facetti, Pianta, Bodini, Fontanesi, Salvati. A Monza Colzani era una vera belva! Tra gli stranieri c’erano Peterson, Birell, Whitmore, Amon, Rodriguez, Siffert, Rindt e Gethin che ho visto vincere a Monza in F1 ed ero all’esterno della Parabolica, il suo ingresso all’ultimo giro me lo ricordo bene!C’erano ancora i vecchi box, si entrava e si poteva parlare coi piloti come se niente fosse, altri tempi davvero!- A chi dedica le sue vittorie?Sicuramente a mio padre che dall’alto mi guarda sempre ma anche a mia figlia che mi manda sempre messaggi di incoraggiamento durante i week end di gara. Non posso però dimenticare il mio scorbutico preparatore Montanari e tutti gli amici che mi supportano sempre.- Rimpianti del passato?Le cene con piloti tipo Cocchetti, Brambilla, Tenconi padre e figlio, Spinosa, Giuliani, Rava, Pieraccini, Scozzoli, Supino, Ferraro, Borella, Ferrari, Montecchi e tanti altri che ora dimentico da un punto di vista umano e aneddotico. Sicuramente i costi di box, prove libere e meccanici di solo 5 anni fa.- Piste preferite?Imola… perché bisogna darle del Lei, Mugello per il ritmo e la bellezza naturale, Misano per sicurezza, Adria per… la comodità delle camere sopra i box.- Nel 2015 torna a disputare l’intero campionato. Ancora con la Cortina?Si, sono un innamorato folle, ma… Ho tentato la scappatella, con una Ginetta, che peraltro ha lo stesso motore Lotus. Ma la preparazione è andata per le lunghe.- Perché in ambito di “storiche” la Velocità in pista è calata tanto, mentre Salita e Rallye sono in piena salute?Ormai noi pistaioli siamo una razza in via di estinzione, se non fosse per Peroni e la gentile signora  Romanelli della Csai a Roma. Siamo dimenticati, ed è un peccato perché all’estero la situazione è completamente diversa. Noi vogliamo portare in pista anche storia e cultura delle macchine d’epoca, non solo competizione e agonismo, componente peraltro fondamentale. Il mio augurio è che il Presidente Sticchi Damiani si ricordi più spesso di noi. Se vuole, io qualche idea ce l’avrei.- Per esempio?Beh, alcune in parte sono state accolte: un campionato su sei gare, come fa Peroni quest’anno, cioé Imola, Mugello, Misano, Vallelunga, Adria e Varano (non considera quelle di Pergusa e Magione, ndr). Poi gare di un’ora per non affaticare macchine e piloti, per lo stesso motivo no a gare a luglio e agosto; il 1° raggruppamento dovrebbe correre da solo, troppe sono le differenze prestazionali con gli altri due; iscrizione obbligatoria al Campionato: chi non si iscrive può correre ma non prende punteggio. Poi c’è il fattore costi (iscrizioni, prove libere, gomme, box): le iscrizioni alle gare andrebbero differenziate tra raggruppamenti. Poi servirebbe maggior impegno da parte della Csai: pubblicazione classifiche, una PR ufficiale per rilancio sui media. Infine, secondo me molto importante, organizzare una gara dimostrativa nei giorni del GP d’Italia di F1 (come fanno a Silverstone con le macchine fino al 1965).Tutto su:acisportcampionato velocitÃcinieroitalianoperoni

10/04/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Riparte da Imola la serie tricolore: sei gare organizzate da Peroni Race e due dagli autodromi di Pergusa e Magione. Prosegue una politica federale che ha dimostrato negli anni di non essere adeguata. Uno dei protagonisti, Nicola Ciniero, ha qualche suggerimento per tornare ai fasti di pochi anni fa

10/04/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:

Riparte da Imola la serie tricolore: sei gare organizzate da Peroni Race e due dagli autodromi di Pergusa e Magione. Prosegue una politica federale che ha dimostrato negli anni di non essere adeguata. Uno dei protagonisti, Nicola Ciniero, ha qualche suggerimento per tornare ai fasti di pochi anni fa

di Francesco PelizzariRiparte questo fine settimana da Imola ilCampionato Italiano Velocità Autostoriche. Di nuovo, come gli altri anni, quasi tutte le gare organizzate da Peroni, tranne due, quella di Pergusa (25-26 luglio: non una data ideale per far correre al sud delle auto di 40/50 anni…) e quella di Magione (6-7 dicembre). Della serie: alla Csai, pardòn, Acisport, interessano soltanto Salita e Rally, per quanto riguarda le storiche. La Velocità se la organizzi Peroni, poi se qualcun altro vuole fare la sua gara faccia pure. E pazienza se il campione è definito a Natale e le classifiche di campionato arrivano l’anno dopo.Così facendo però si mette a repentaglio una serie chenon molti anni fa aveva 2 o 3 griglie e oltre 50 auto iscritte(per non parlare dei dorati anni ‘90, in cui c’era addirittura impegnata ufficialmente la Pirelli, ma questa è… preistoria). Già la crisi picchia duro, ma se ci si mette anche la Federazione che per prima dovrebbe promuovere lo sport…Vedremo. Il calendario, dunque, consta di8 gare:oltre alle due succitate, le sei di Peroni: Imola questo fine settimana, Varano il 26 aprile, Adria 10 maggio, Misano Adriatico 14 giugno, Mugello 6 settembre, Vallelunga 27 settembre. “Coda” a Magione, dopo oltre due mesi, il 7 dicembre, magari con la neve, chissà.Per fortuna, anche con una sola griglia (comunque ricca: si attendono circa trenta auto) la gara di 60’ con cambio pilota si attende combattuta, benchéalcune auto sul Santerno siano nettamente favorite per le loro prestazioni(su tutte, le “solite Porsche 935, 934 e 930 Turbo).La battaglia per l’assoluto anche quest’anno dovrebbe vedere protagonisti i “soliti” Rosticci, Mundi, Guerra, i fratelli Raimondi e Denny Zardo qualora partecipasse assiduamente. Potrebbe rivedersi in pista anche il mitico Mario Casoni, ma attenzione agli “outsider” (per… potenza, non certo per capacità di guida). Come Nicola Ciniero, già campione italiano nel 2008 e 2013, che torna alla guida della fida Ford Cortina Lotus dopo un inverno con la tentazione di passare alla Ginetta.Proprio a Ciniero abbiamo fatto un’intervista… alla carriera, chiedendogli anche quali provvedimenti prenderebbe per rivitalizzare un campionato che è stato abbandonato da molti grandi appassionati (uno tra tutti, Giuliano Giuliani con la sua BMW “02”).- Ciniero, come nasce la sua passione per le corse?Mio papà era un alfista scatenato, la sua ultima Alfa prima di morire fu una 1750 berlina. Abitavamo in Via Caracciolo a Milano, si attraversava Piazza Firenze ed eravamo al Portello! Mi ha portato a vedere la mia prima gara nel 1960, a Monza, le prove del sabato della formula 1, si correva ancora sull’anello di velocità. Sempre di nascosto dalla mamma ovviamente. Poi a scuola ho fatto le medie con Paolo Vacchini, il cui padre aveva un’officina Alfa Romeo a Milano ( il suo motto, che applicava con un adesivo trasparente sul lunotto delle Alfa, era “che bell’andàa cul mutur preparàa”) e con Roby Sigala, fratello di Massimo e figlio del grande Oddone Sigala. Facevamo le medie a Stresa in quel periodo e quando mi capitava di venire a Milano da Stresa con la BMW di papà Sigala era tutto un raccontare di corse. Abito a Milano in Corso Sempione all’altezza della casa di Ascari, di fianco a casa mia c’era l’officina di Dagrada. Dai 12 ai 20 anni non ho perso una gara a Monza, entravo in tutti i modi in autodromo, in quei tempi le gare iniziavano alle 9 di mattina e si andava avanti fino a sera, anche 10 gare. La “malattia” l’ho presa subito quindi.- Chi erano i suoi piloti preferiti?Mi piaceva molto De Adamich per il suo stile di guida, lo seguivo ovunque. Ma chi mi faceva impazzire erano i due fratelli Brambilla, sempre al limite in tutto e per tutto, e poi Merzario, Casoni, Facetti, Pianta, Bodini, Fontanesi, Salvati. A Monza Colzani era una vera belva! Tra gli stranieri c’erano Peterson, Birell, Whitmore, Amon, Rodriguez, Siffert, Rindt e Gethin che ho visto vincere a Monza in F1 ed ero all’esterno della Parabolica, il suo ingresso all’ultimo giro me lo ricordo bene!C’erano ancora i vecchi box, si entrava e si poteva parlare coi piloti come se niente fosse, altri tempi davvero!- A chi dedica le sue vittorie?Sicuramente a mio padre che dall’alto mi guarda sempre ma anche a mia figlia che mi manda sempre messaggi di incoraggiamento durante i week end di gara. Non posso però dimenticare il mio scorbutico preparatore Montanari e tutti gli amici che mi supportano sempre.- Rimpianti del passato?Le cene con piloti tipo Cocchetti, Brambilla, Tenconi padre e figlio, Spinosa, Giuliani, Rava, Pieraccini, Scozzoli, Supino, Ferraro, Borella, Ferrari, Montecchi e tanti altri che ora dimentico da un punto di vista umano e aneddotico. Sicuramente i costi di box, prove libere e meccanici di solo 5 anni fa.- Piste preferite?Imola… perché bisogna darle del Lei, Mugello per il ritmo e la bellezza naturale, Misano per sicurezza, Adria per… la comodità delle camere sopra i box.- Nel 2015 torna a disputare l’intero campionato. Ancora con la Cortina?Si, sono un innamorato folle, ma… Ho tentato la scappatella, con una Ginetta, che peraltro ha lo stesso motore Lotus. Ma la preparazione è andata per le lunghe.- Perché in ambito di “storiche” la Velocità in pista è calata tanto, mentre Salita e Rallye sono in piena salute?Ormai noi pistaioli siamo una razza in via di estinzione, se non fosse per Peroni e la gentile signora  Romanelli della Csai a Roma. Siamo dimenticati, ed è un peccato perché all’estero la situazione è completamente diversa. Noi vogliamo portare in pista anche storia e cultura delle macchine d’epoca, non solo competizione e agonismo, componente peraltro fondamentale. Il mio augurio è che il Presidente Sticchi Damiani si ricordi più spesso di noi. Se vuole, io qualche idea ce l’avrei.- Per esempio?Beh, alcune in parte sono state accolte: un campionato su sei gare, come fa Peroni quest’anno, cioé Imola, Mugello, Misano, Vallelunga, Adria e Varano (non considera quelle di Pergusa e Magione, ndr). Poi gare di un’ora per non affaticare macchine e piloti, per lo stesso motivo no a gare a luglio e agosto; il 1° raggruppamento dovrebbe correre da solo, troppe sono le differenze prestazionali con gli altri due; iscrizione obbligatoria al Campionato: chi non si iscrive può correre ma non prende punteggio. Poi c’è il fattore costi (iscrizioni, prove libere, gomme, box): le iscrizioni alle gare andrebbero differenziate tra raggruppamenti. Poi servirebbe maggior impegno da parte della Csai: pubblicazione classifiche, una PR ufficiale per rilancio sui media. Infine, secondo me molto importante, organizzare una gara dimostrativa nei giorni del GP d’Italia di F1 (come fanno a Silverstone con le macchine fino al 1965).Tutto su:acisportcampionato velocitÃcinieroitalianoperoni

Riparte questo fine settimana da Imola ilCampionato Italiano Velocità Autostoriche. Di nuovo, come gli altri anni, quasi tutte le gare organizzate da Peroni, tranne due, quella di Pergusa (25-26 luglio: non una data ideale per far correre al sud delle auto di 40/50 anni…) e quella di Magione (6-7 dicembre). Della serie: alla Csai, pardòn, Acisport, interessano soltanto Salita e Rally, per quanto riguarda le storiche. La Velocità se la organizzi Peroni, poi se qualcun altro vuole fare la sua gara faccia pure. E pazienza se il campione è definito a Natale e le classifiche di campionato arrivano l’anno dopo.Così facendo però si mette a repentaglio una serie chenon molti anni fa aveva 2 o 3 griglie e oltre 50 auto iscritte(per non parlare dei dorati anni ‘90, in cui c’era addirittura impegnata ufficialmente la Pirelli, ma questa è… preistoria). Già la crisi picchia duro, ma se ci si mette anche la Federazione che per prima dovrebbe promuovere lo sport…Vedremo. Il calendario, dunque, consta di8 gare:oltre alle due succitate, le sei di Peroni: Imola questo fine settimana, Varano il 26 aprile, Adria 10 maggio, Misano Adriatico 14 giugno, Mugello 6 settembre, Vallelunga 27 settembre. “Coda” a Magione, dopo oltre due mesi, il 7 dicembre, magari con la neve, chissà.Per fortuna, anche con una sola griglia (comunque ricca: si attendono circa trenta auto) la gara di 60’ con cambio pilota si attende combattuta, benchéalcune auto sul Santerno siano nettamente favorite per le loro prestazioni(su tutte, le “solite Porsche 935, 934 e 930 Turbo).La battaglia per l’assoluto anche quest’anno dovrebbe vedere protagonisti i “soliti” Rosticci, Mundi, Guerra, i fratelli Raimondi e Denny Zardo qualora partecipasse assiduamente. Potrebbe rivedersi in pista anche il mitico Mario Casoni, ma attenzione agli “outsider” (per… potenza, non certo per capacità di guida). Come Nicola Ciniero, già campione italiano nel 2008 e 2013, che torna alla guida della fida Ford Cortina Lotus dopo un inverno con la tentazione di passare alla Ginetta.Proprio a Ciniero abbiamo fatto un’intervista… alla carriera, chiedendogli anche quali provvedimenti prenderebbe per rivitalizzare un campionato che è stato abbandonato da molti grandi appassionati (uno tra tutti, Giuliano Giuliani con la sua BMW “02”).- Ciniero, come nasce la sua passione per le corse?Mio papà era un alfista scatenato, la sua ultima Alfa prima di morire fu una 1750 berlina. Abitavamo in Via Caracciolo a Milano, si attraversava Piazza Firenze ed eravamo al Portello! Mi ha portato a vedere la mia prima gara nel 1960, a Monza, le prove del sabato della formula 1, si correva ancora sull’anello di velocità. Sempre di nascosto dalla mamma ovviamente. Poi a scuola ho fatto le medie con Paolo Vacchini, il cui padre aveva un’officina Alfa Romeo a Milano ( il suo motto, che applicava con un adesivo trasparente sul lunotto delle Alfa, era “che bell’andàa cul mutur preparàa”) e con Roby Sigala, fratello di Massimo e figlio del grande Oddone Sigala. Facevamo le medie a Stresa in quel periodo e quando mi capitava di venire a Milano da Stresa con la BMW di papà Sigala era tutto un raccontare di corse. Abito a Milano in Corso Sempione all’altezza della casa di Ascari, di fianco a casa mia c’era l’officina di Dagrada. Dai 12 ai 20 anni non ho perso una gara a Monza, entravo in tutti i modi in autodromo, in quei tempi le gare iniziavano alle 9 di mattina e si andava avanti fino a sera, anche 10 gare. La “malattia” l’ho presa subito quindi.- Chi erano i suoi piloti preferiti?Mi piaceva molto De Adamich per il suo stile di guida, lo seguivo ovunque. Ma chi mi faceva impazzire erano i due fratelli Brambilla, sempre al limite in tutto e per tutto, e poi Merzario, Casoni, Facetti, Pianta, Bodini, Fontanesi, Salvati. A Monza Colzani era una vera belva! Tra gli stranieri c’erano Peterson, Birell, Whitmore, Amon, Rodriguez, Siffert, Rindt e Gethin che ho visto vincere a Monza in F1 ed ero all’esterno della Parabolica, il suo ingresso all’ultimo giro me lo ricordo bene!C’erano ancora i vecchi box, si entrava e si poteva parlare coi piloti come se niente fosse, altri tempi davvero!- A chi dedica le sue vittorie?Sicuramente a mio padre che dall’alto mi guarda sempre ma anche a mia figlia che mi manda sempre messaggi di incoraggiamento durante i week end di gara. Non posso però dimenticare il mio scorbutico preparatore Montanari e tutti gli amici che mi supportano sempre.- Rimpianti del passato?Le cene con piloti tipo Cocchetti, Brambilla, Tenconi padre e figlio, Spinosa, Giuliani, Rava, Pieraccini, Scozzoli, Supino, Ferraro, Borella, Ferrari, Montecchi e tanti altri che ora dimentico da un punto di vista umano e aneddotico. Sicuramente i costi di box, prove libere e meccanici di solo 5 anni fa.- Piste preferite?Imola… perché bisogna darle del Lei, Mugello per il ritmo e la bellezza naturale, Misano per sicurezza, Adria per… la comodità delle camere sopra i box.- Nel 2015 torna a disputare l’intero campionato. Ancora con la Cortina?Si, sono un innamorato folle, ma… Ho tentato la scappatella, con una Ginetta, che peraltro ha lo stesso motore Lotus. Ma la preparazione è andata per le lunghe.- Perché in ambito di “storiche” la Velocità in pista è calata tanto, mentre Salita e Rallye sono in piena salute?Ormai noi pistaioli siamo una razza in via di estinzione, se non fosse per Peroni e la gentile signora  Romanelli della Csai a Roma. Siamo dimenticati, ed è un peccato perché all’estero la situazione è completamente diversa. Noi vogliamo portare in pista anche storia e cultura delle macchine d’epoca, non solo competizione e agonismo, componente peraltro fondamentale. Il mio augurio è che il Presidente Sticchi Damiani si ricordi più spesso di noi. Se vuole, io qualche idea ce l’avrei.- Per esempio?Beh, alcune in parte sono state accolte: un campionato su sei gare, come fa Peroni quest’anno, cioé Imola, Mugello, Misano, Vallelunga, Adria e Varano (non considera quelle di Pergusa e Magione, ndr). Poi gare di un’ora per non affaticare macchine e piloti, per lo stesso motivo no a gare a luglio e agosto; il 1° raggruppamento dovrebbe correre da solo, troppe sono le differenze prestazionali con gli altri due; iscrizione obbligatoria al Campionato: chi non si iscrive può correre ma non prende punteggio. Poi c’è il fattore costi (iscrizioni, prove libere, gomme, box): le iscrizioni alle gare andrebbero differenziate tra raggruppamenti. Poi servirebbe maggior impegno da parte della Csai: pubblicazione classifiche, una PR ufficiale per rilancio sui media. Infine, secondo me molto importante, organizzare una gara dimostrativa nei giorni del GP d’Italia di F1 (come fanno a Silverstone con le macchine fino al 1965).

Riparte questo fine settimana da Imola ilCampionato Italiano Velocità Autostoriche. Di nuovo, come gli altri anni, quasi tutte le gare organizzate da Peroni, tranne due, quella di Pergusa (25-26 luglio: non una data ideale per far correre al sud delle auto di 40/50 anni…) e quella di Magione (6-7 dicembre). Della serie: alla Csai, pardòn, Acisport, interessano soltanto Salita e Rally, per quanto riguarda le storiche. La Velocità se la organizzi Peroni, poi se qualcun altro vuole fare la sua gara faccia pure. E pazienza se il campione è definito a Natale e le classifiche di campionato arrivano l’anno dopo.

Così facendo però si mette a repentaglio una serie chenon molti anni fa aveva 2 o 3 griglie e oltre 50 auto iscritte(per non parlare dei dorati anni ‘90, in cui c’era addirittura impegnata ufficialmente la Pirelli, ma questa è… preistoria). Già la crisi picchia duro, ma se ci si mette anche la Federazione che per prima dovrebbe promuovere lo sport…

Vedremo. Il calendario, dunque, consta di8 gare:oltre alle due succitate, le sei di Peroni: Imola questo fine settimana, Varano il 26 aprile, Adria 10 maggio, Misano Adriatico 14 giugno, Mugello 6 settembre, Vallelunga 27 settembre. “Coda” a Magione, dopo oltre due mesi, il 7 dicembre, magari con la neve, chissà.

Per fortuna, anche con una sola griglia (comunque ricca: si attendono circa trenta auto) la gara di 60’ con cambio pilota si attende combattuta, benchéalcune auto sul Santerno siano nettamente favorite per le loro prestazioni(su tutte, le “solite Porsche 935, 934 e 930 Turbo).

La battaglia per l’assoluto anche quest’anno dovrebbe vedere protagonisti i “soliti” Rosticci, Mundi, Guerra, i fratelli Raimondi e Denny Zardo qualora partecipasse assiduamente. Potrebbe rivedersi in pista anche il mitico Mario Casoni, ma attenzione agli “outsider” (per… potenza, non certo per capacità di guida). Come Nicola Ciniero, già campione italiano nel 2008 e 2013, che torna alla guida della fida Ford Cortina Lotus dopo un inverno con la tentazione di passare alla Ginetta.

Proprio a Ciniero abbiamo fatto un’intervista… alla carriera, chiedendogli anche quali provvedimenti prenderebbe per rivitalizzare un campionato che è stato abbandonato da molti grandi appassionati (uno tra tutti, Giuliano Giuliani con la sua BMW “02”).

– Ciniero, come nasce la sua passione per le corse?

Mio papà era un alfista scatenato, la sua ultima Alfa prima di morire fu una 1750 berlina. Abitavamo in Via Caracciolo a Milano, si attraversava Piazza Firenze ed eravamo al Portello! Mi ha portato a vedere la mia prima gara nel 1960, a Monza, le prove del sabato della formula 1, si correva ancora sull’anello di velocità. Sempre di nascosto dalla mamma ovviamente. Poi a scuola ho fatto le medie con Paolo Vacchini, il cui padre aveva un’officina Alfa Romeo a Milano ( il suo motto, che applicava con un adesivo trasparente sul lunotto delle Alfa, era “che bell’andàa cul mutur preparàa”) e con Roby Sigala, fratello di Massimo e figlio del grande Oddone Sigala. Facevamo le medie a Stresa in quel periodo e quando mi capitava di venire a Milano da Stresa con la BMW di papà Sigala era tutto un raccontare di corse. Abito a Milano in Corso Sempione all’altezza della casa di Ascari, di fianco a casa mia c’era l’officina di Dagrada. Dai 12 ai 20 anni non ho perso una gara a Monza, entravo in tutti i modi in autodromo, in quei tempi le gare iniziavano alle 9 di mattina e si andava avanti fino a sera, anche 10 gare. La “malattia” l’ho presa subito quindi.

Mi piaceva molto De Adamich per il suo stile di guida, lo seguivo ovunque. Ma chi mi faceva impazzire erano i due fratelli Brambilla, sempre al limite in tutto e per tutto, e poi Merzario, Casoni, Facetti, Pianta, Bodini, Fontanesi, Salvati. A Monza Colzani era una vera belva! Tra gli stranieri c’erano Peterson, Birell, Whitmore, Amon, Rodriguez, Siffert, Rindt e Gethin che ho visto vincere a Monza in F1 ed ero all’esterno della Parabolica, il suo ingresso all’ultimo giro me lo ricordo bene!

C’erano ancora i vecchi box, si entrava e si poteva parlare coi piloti come se niente fosse, altri tempi davvero!

Sicuramente a mio padre che dall’alto mi guarda sempre ma anche a mia figlia che mi manda sempre messaggi di incoraggiamento durante i week end di gara. Non posso però dimenticare il mio scorbutico preparatore Montanari e tutti gli amici che mi supportano sempre.

Le cene con piloti tipo Cocchetti, Brambilla, Tenconi padre e figlio, Spinosa, Giuliani, Rava, Pieraccini, Scozzoli, Supino, Ferraro, Borella, Ferrari, Montecchi e tanti altri che ora dimentico da un punto di vista umano e aneddotico. Sicuramente i costi di box, prove libere e meccanici di solo 5 anni fa.

Imola… perché bisogna darle del Lei, Mugello per il ritmo e la bellezza naturale, Misano per sicurezza, Adria per… la comodità delle camere sopra i box.

– Nel 2015 torna a disputare l’intero campionato. Ancora con la Cortina?

Si, sono un innamorato folle, ma… Ho tentato la scappatella, con una Ginetta, che peraltro ha lo stesso motore Lotus. Ma la preparazione è andata per le lunghe.

– Perché in ambito di “storiche” la Velocità in pista è calata tanto, mentre Salita e Rallye sono in piena salute?

Ormai noi pistaioli siamo una razza in via di estinzione, se non fosse per Peroni e la gentile signora  Romanelli della Csai a Roma. Siamo dimenticati, ed è un peccato perché all’estero la situazione è completamente diversa. Noi vogliamo portare in pista anche storia e cultura delle macchine d’epoca, non solo competizione e agonismo, componente peraltro fondamentale. Il mio augurio è che il Presidente Sticchi Damiani si ricordi più spesso di noi. Se vuole, io qualche idea ce l’avrei.

Beh, alcune in parte sono state accolte: un campionato su sei gare, come fa Peroni quest’anno, cioé Imola, Mugello, Misano, Vallelunga, Adria e Varano (non considera quelle di Pergusa e Magione, ndr). Poi gare di un’ora per non affaticare macchine e piloti, per lo stesso motivo no a gare a luglio e agosto; il 1° raggruppamento dovrebbe correre da solo, troppe sono le differenze prestazionali con gli altri due; iscrizione obbligatoria al Campionato: chi non si iscrive può correre ma non prende punteggio. Poi c’è il fattore costi (iscrizioni, prove libere, gomme, box): le iscrizioni alle gare andrebbero differenziate tra raggruppamenti. Poi servirebbe maggior impegno da parte della Csai: pubblicazione classifiche, una PR ufficiale per rilancio sui media. Infine, secondo me molto importante, organizzare una gara dimostrativa nei giorni del GP d’Italia di F1 (come fanno a Silverstone con le macchine fino al 1965).

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