Alfa Romeo Alfasud Ti: premio fedeltà

La ben nota sigla di casa Alfa fu usata anche sul modello costruito a Pomigliano. Le attese di tanto nome non furono deluse: la trazione anteriore manteneva fedelmente il carattere dei veri Biscioni

Quando si ha la percezione che la meccanica di una vettura potrebbe dare di più, nasce la tentazione di esplorarne le possibilità. È una regola alla quale i costruttori raramente sfuggono, soprattutto se devono ampliare la gamma. Va così anche con l’Alfasud Ti, sportiva da famiglia presentata da Alfa Romeo nel 1973.

Subito la novità di Pomigliano d’Arco dimostra di possedere grinta e personalità. Lo fa attraverso una caratterizzazione estetica all’epoca ancora poco esplorata nelle vetture di grande produzione. Lo spoiler anteriore sotto al paraurti e quello in coda lungo il bordo del cofano bagagli, per esempio, la rendono immediatamente riconoscibile. Non sono, però, messe lì soltanto per soddisfare l’occhio, ma rispondono a una precisa funzione aerodinamica perché riducono il Cx della berlina di due punti, da 0,41 a 0,39. In più c’è l’aumento di potenza di 5 Cv, che spinge la “Ti” oltre i 160 km/h, velocità da prima della classe per un’auto di soli 1186 cc. Aumento di potenza a parte, le novità vengono dal carburatore a doppio corpo e dal cambio a cinque marce, con quinta vera, “di potenza”, come gli utenti esigono da un’Alfa Romeo.

Estetica appariscente

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I gruppi ottici anteriori circolari identificano immediatamente la Ti

Qui l’Alfa Romeo, vista la comunanza della carrozzeria con la berlina, deve fare un’eccezione verso un’usanza consolidata ad Arese, secondo la quale le derivate sportive del Biscione montano l’identico motore della berlina e l’aumento delle prestazioni è lasciato alla maggiore leggerezza e alle superiori doti dinamiche del telaio. Ma non solo: proprio perché la carrozzeria è comune, va ricercato il maquillage giusto che renda intuitivo il significato della sigla (Turismo internazionale), allora usata in Alfa Romeo per indicare i modelli più brillanti. Ecco allora che i fari rettangolari lasciano il posto a due coppie di fari tondi mentre i gruppi ottici secondari trovano posto sopra al paraurti, ora dotato, come quello dietro, di rostri gommati. Completa la caratterizzazione la griglia anteriore nera priva del profilo cromato centrale, tinta ripresa dallo spoiler posteriore, dai tergicristalli e dalla griglia di sfogo dell’aria viziata dall’abitacolo posta sul montante dietro. La carrozzeria è a due porte con i finestrini posteriori che si aprono a compasso. Nuovo è anche il disegno dei cerchioni con dadi a vista e coprimozzo in acciaio inossidabile. La presenza dello spoiler posteriore rende così superflua la cornice metallica che orna il bordo del cofano bagagli della normale Alfasud.

L’interno è intonato alla sportività, visibile nel colore scuro della selleria e degli arredi e nella presenza della strumentazione supplementare al centro della plancia, che comprende il manometro olio, il termometro acqua, più la sede per uno strumento accessorio chiusa da un inserto decorato con il quadrifoglio. Il cruscotto ripropone la strumentazione della berlina con l’aggiunta del contagiri. Il volante, identico nella forma a quello della normale Alfasud, presenta in più le razze alleggerite, il pavimento è rivestito di moquette e i sedili hanno i poggiatesta regolabili di serie.

Comportamento e prestazioni da autentica Ti

Su strada la “Ti” conserva tutte le note positive fatte registrare dalla berlina in fatto di tenuta, maneggevolezza e stabilità, con un passo avanti per quanto riguarda la ripresa da basso regime. Insomma, è una vera e propria “GTI” in anteprima, una sportiva che non si nasconde sotto mentite spoglie, ma dichiara apertamente le proprie intenzioni attraverso un’estetica che diverrà l’oggetto degli strali di chi, preso da sacro furore anti-auto dopo la crisi energetica seguita alla guerra del Kippur dell’ottobre 1973, paragonò le auto sportive, specie quelle con alettoni e spoiler (il riferimento all’Alfasud Ti era lampante) ai dinosauri in via d’estinzione. Essa invece, a differenza dei dinosauri, non soltanto non si estinse, ma, superato il momento di crisi, prolificò generando versioni sempre più potenti e veloci.

Il primo passo in questa direzione è del 1977, con l’aumento della cilindrata. Il quattro cilindri boxer passa da 1.186 a 1.286 cc, che “valgono” 8 CV. La potenza, ora di 76 CV-DIN, spinge l’Alfasud Ti 1.3 a 165 orari.

Sotto il profilo estetico, la Ti 1.3 eredita le modifiche esterne e interne introdotte con l’Alfasud Super diversificandole tramite un’elaborazione sportiva che ripete i canoni della precedente Ti. Il fatto, tuttavia, di possedere l’identico corpo vettura della berlina, costringe gli stilisti a ricorrere a sovrastrutture ornamentali che ne appesantiscono la linea. D’altro canto l’Alfa Romeo non era avvezza a queste rielaborazioni. Se nei coupé e nelle spider era la carrozzeria a identificare la sportiva e dunque non c’era bisogno di particolari aggiunti o ricercati effetti cromatici, qui, invece, bisogna conferire un’immediata identificazione, ottenuta con una verniciatura nero opaco che percorre la parte bassa della carrozzeria congiungendo lo spoiler anteriore, i passaruota e i sottoporta. Spariscono le cornici in acciaio inox del parabrezza e del lunotto in favore di un contorno nero, così come è nero il retrovisore esterno. Lo scudetto, altra differenza, ha nella nuova Ti i listelli orizzontali neri e la sola cornice è cromata.

Lo spoiler posteriore, sempre in gomma dura di colore nero, è ora staccato dalla carrozzeria e più in alto, sostenuto al centro da un appoggio utilizzato come sede per lo stemma della Casa. I cerchi ruota restano quelli della precedente Ti e l’identificazione del modello è affidata alla targhetta “ti” sul montante posteriore, con indicazione della cilindrata riportata in coda.

Nell’abitacolo l’impostazione resta quella della versione precedente, con la parte centrale della plancia che fa da alloggio alla strumentazione supplementare. La selleria e la decorazione dei pannelli porta ripetono le colorazioni scure, ad eccezione del pomello cambio in finto legno.

Nel 1978 la versione 1.5 da 85 CV

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La 1.5 Ti del 1978presenta un nuovo spoiler, paraurti privi di rostri e parafanghini in plastica. Notare anche la fascia adesiva sul montante posteriore

Nel 1978 la versione 1.5 da 85 CV

Nel 1978 la cilindrata aumenta e il boxer raggiunge la soglia del progetto iniziale, vale a dire il litro e mezzo. Con 1.490 cc, 85 CV e 170 km/h, le prestazioni assumono un tono che esalta le grandi qualità stradali dell’Alfasud, che non chiedono di meglio per essere espresse compiutamente. La Ti “seconda serie”, distinguibile per la diversa indicazione della cilindrata, brilla anche per elasticità di marcia e si dimostra, a velocità costante, parca nel consumo quanto la versione base di 1,2 litri.

Parallelamente la 1.3 viene portata da 1.286 a 1.351 cc, che significano 79 CV e una migliore erogazione di coppia ai bassi e medi regimi. La ricaduta utile all’utente è poter correre di più nel rispetto della legge, per la ragione che, superata la soglia di 1.300 cc, si entra nella fascia più elevata dei limiti di velocità: 110 km/h su strada statale e 140 in autostrada anziché i precedenti 100 e 130.

Nel 1979 c’è un altro aumento di potenza per la 1.3, che arriva a 86 CV-DIN, cioè al livello prima espresso dalla 1.5. La sorella maggiore non può restare indietro e acquista altri 10 CV, passando a 95, con una velocità oltre 175 km/h. L’aumento è ottenuto ricorrendo a due carburatori a doppio corpo.

Di tutto questo rincorrersi di cavalleria, fatto per contrastare la concorrenza sempre più agguerrita (si pensi alla VW Golf GTI, alla Renault 5 Alpine e alla Fiat Ritmo 105 TC) si giova la berlina, che aumenta le prestazioni ricavando versioni di punta come la 1.5 Quadrifoglio Oro del 1982 e la 1.3 SC.

Il restyling del 1980

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Una Ti del 1981 che, come nel caso dell'Alfasud normale, introduce il portellone per unha maggiore versatilità

Nel 1980 l’Alfasud è sottoposta a un restyling che coinvolge l’esterno e l’interno della vettura, esteso, naturalmente, alla “Ti”, che mantiene i doppi fari, ma ha novità di dettaglio per gli indicatori di direzione nel paraurti e lo spoiler posteriore. Nell’abitacolo, simile alla berlina, il tocco di sportività è dato dal volante a razze forate e dalla strumentazione supplementare (manometro olio e termometro acqua) non più al centro della plancia, ma in basso, davanti alla vaschetta portaoggetti sul tunnel. Ottimo, come su tutte le Alfasud, il posto di guida con volante regolabile.

Il canto del cigno per la “Ti” data 1982, quando appare la versione più potente e prestante, la Quadrifoglio Verde. Il motore da 105 CV la spinge a 180 km/h con notevole allungo, tanto che il limitatore interviene a 7.300 giri.

Lo stile è simile alla precedente, tranne lo scudetto non più cromato ma colorato di rosso e il montante centrale della portiera, prima in tinta carrozzeria, ora nero. Altri dettagli che distinguono la Quadrifoglio Verde sono: il marchio della Casa al centro del portellone, la filettatura rossa lungo le fiancate, la colorazione nera nella parte bassa della carrozzeria maggiormente estesa e i nuovi cerchi in lega leggera a fori circolari disegnati apposta per le gomme ultra-ribassate Michelin TRX.

L’interno è analogo alla precedente Ti, salvo la moquette del pavimento che è rossa anziché grigio scuro, il diverso pomello cambio e il colore della selleria. Ma soprattutto è il comportamento stradale che, grazie agli nuovi pneumatici, fa un ulteriore passo avanti. La Q.V. ha una gommatura in grado di esaltare al meglio le doti dello sterzo, preciso, diretto e leggero. L’assetto è adattato in questo senso, piatto e con grande stabilità in tutte le condizioni: è una vera Alfa Romeo. In più la vettura è facile e sicura da guidare e anche nelle manovre di emergenza non si scompone mai pericolosamente, manifestando solo un lieve sottosterzo quando si spinge al limite.

Nei riguardi delle più qualificate rivali le manca solo... un po’ di cilindrata che le permetterebbe di superarle in accelerazione e velocità, anziché essere loro pari. È infatti una “millecinque” che si scontra con le “millesei” (e qualche volta anche “milleotto”) della concorrenza che la stampa specializzata pone a confronto diretto, risultando la “Ti”, tuttavia, costantemente la migliore per comportamento e piacevolezza di guida.

Scheda tecnica Alfa Romeo Alfasud Ti

Togliendo il coperchio del filtro dell'aria si può vedere il carburatore a doppio corpo Weber da 32 mm

Motore Anteriore longitudinale, 4 cilindri contrapposti, monoblocco in ghisa, testa in lega leggera, albero motore su 3 supporti di banco. Cilindrata (cc): 1.186 Alesaggio (mm): 80 Corsa (mm): 59 Velocità media del pistone (m/sec): 11,8 a 6.000 giri Rapporto di compressione 9:1 Potenza (CV-DIN/gir): 68/6.000 Coppia (kgm-DIN/giri): 9,2/3.200 Distribuzione: un albero a camme in testa mosso da cinghia dentata Alimentazione: un carburatore invertito a doppio corpo Weber 32 DIR 41, pompa carburante meccanica Accensione: a bobina e spinterogeno Candele: Lodge-Spica 2HL a scarica superficiale Lubrificazione: forzata, filtro olio sul circuito principale, capacità circuito 4 litri Raffreddamento: ad acqua forzata mediante pompa centrifuga, circuito chiuso con vaso di espansione, radiatore, elettroventilatore comandato da termostato, capacità circuito 7,3 litri Impianto elettrico: 12 V con alternatore da 475 W Batteria: 12 V - 36 Ah Trasmissione razione: anteriore Frizione: monodisco a secco a comando idraulico, molla a diaframma Cambio: a 5 velocità sincronizzate + RM Rapporti al cambio: 1^ 3,545:1, 2^ 2,062:1, 3^ 1,434:1, 4^ 1,115:1, 5^ 0,931:1, RM 3,091:1 Differenziale e rapporto finale: coppia conica ipoidale, 9/37 Cerchi: a disco in acciaio 5J x 13”Pneumatici: 145 SR 13 a richiesta 165/70 SR 13 Corpo vettura Carrozzeria autoportante a struttura differenziata, berlina a 4 porte, 5 posti Sospensione anteriore: a ruote indipendenti McPherson, gruppo molla ammortizzatore coassiale, barra stabilizzatrice, Sospensione posteriore: asse rigido con quattro puntoni con schema a parallelogramma di Watt, barra Panhard, molle elicoidali coassiali con gli ammortizzatori idraulici telescopici Freni: a disco, anteriori all’uscita del differenziale, doppio circuito, diametro dischi ant 258, post 233, servofreno a depressione Sterzo: a cremagliera, piantone di sicurezza sdoppiato Capacità serbatoio carburante (litri): 50 Dimensioni (in mm) e peso Passo: 2.455 Carreggiata ant: 1.384 Carreggiata post: 1.351 Lunghezza: 3.926 Larghezza: 1.590 Altezza da terra: 1.370 Peso in ordine di marcia (kg): 810 Prestazioni dichiarate Velocità massima 160 km/h Accelerazione: 1 km da fermo in 35”6

Alfa Romeo Alfasud Ti 1.3 Come Alfasud Ti tranne:

Motore Cilindrata (cc): 1.351 (1286) Corsa (mm): 67,2 (64) Velocità media del pistone (m/sec): 13,44 Potenza (CV-DIN/giri): 79 (76)/6.000 Coppia massima (kgm-DIN/ giri): 11,3 (10,5)/3.500 Alimentazione: un carburatore a doppio corpo verticale Weber 32 DIR 71 (61)/250 Impianto elettrico: 12 V con alternatore da 600 W Batteria: 12 V - 43 Ah Trasmissione Rapporti al cambio: 1^ 3,545:1, 2^ 2,062:1, 3^ 1,452:1, 4^ 1,114:1, 5^ 0,921:1, RM 3,091:1 Differenziale e rapporto finale: coppia conica ipoidale, 9/35 (9/37) Cerchi: a disco in acciaio 5,5J x 13” Pneumatici: 165/70 SR 13 Dimensioni (in mm) e peso Carreggiata ant: 1.397 Carreggiata post: 1.364 Lunghezza: 3.935 Larghezza: 1.616 Peso in ordine di marcia (kg): 870 Prestazioni dichiarate Velocità massima: oltre 165 km/h Accelerazione: 1 km da fermo in 33”8

Alfa Romeo Alfasud ti 1.5 Come Alfasud Ti tranne:

Motore Cilindrata (c): 1.490 Corsa (mm): 67,2 Velocità media del pistone (m/sec): 13 a 5800 giri Rapporto di compressione 9:1 (9,5 :1) Potenza (CV-DIN/giri): 85/5.800 (95/5800) Coppia (kgm-DIN/giri): 12,3/3.500 (13,3/4000) Alimentazione: un carburatore a doppio corpo verticale Weber 32 DIR 81/250 (due carburatori a doppio corpo invertiti Weber 32 DIR 61/100) Impianto elettrico: 12 V con alternatore da 600 W Batteria: 12 V - 43 Ah Trasmissione Rapporti al cambio: 1^ 3,545:1, 2^ 2,062:1, 3^ 1,452:1, 4^ 1,114:1, 5^ 0,921:1, RM 3,091:1 (2^ 2,048:1, 5^ 0,897:1) Differenziale e rapporto finale: coppia conica ipoidale, 9/35 Cerchi: a disco in acciaio 5,5 J x 13” Pneumatici: 165/70 SR 13 Dimensioni (in mm) e peso Carreggiata ant: 1.397 Carreggiata post: 1.364 Lunghezza: 3935 Larghezza: 1.616 Peso in ordine di marcia (kg): 890 (885) Prestazioni dichiarate Velocità massima: oltre 170 km/h Accelerazione: 1 km da fermo in 33”4

Alfa Romeo Alfasud ti Q.V. Come Alfasud Ti tranne:

Motore Cilindrata (cc): 1.490 Corsa (mm): 67,2 Velocità media del pistone (m/sec): 13,44 a 6.000 giri Potenza massima (CV-DIN/giri): 105/6.000 Coppia massima (kgm-DIN/giri): 13,6/4.000 Rapporto di compressione 9,5:1 Alimentazione: due carburatori a doppio corpo Weber 32 DIR 61/100 oppure Weber 32 DIR 71/250 Accensione: elettronica senza contatti Trasmissione Rapporti al cambio: 1^ 3,75:1, 2^ 2,05:1, 3^ 1,387:1, 4^ 1,027:1, 5^ 0,825:1, RM 3,091:1 Differenziale e rapporto finale: coppia conica ipoidale, 9/37 Pneumatici: Michelin TRX 190/55 HR 340 Corpo vettura

Tipo carrozzeria: berlina a 3 porte, 5 posti Dimensioni (in mm) e peso Carreggiata ant: 1.392 Carreggiata post: 1.359 Lunghezza: 3.978 Larghezza: 1.616 Peso in ordine di marcia (kg): 895 Prestazioni dichiarate Velocità massima: 180 km/h Accelerazione: 1 km da fermo in 31”2

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