Alfa Romeo Junior Z vs Lancia Fulvia Sport 1.3 S

Simili per concetti, diverse per numeri di produzione, hanno rappresentato il momento più alto della storia della carrozzeria fondata da Ugo Zagato

Alla carrozzeria Zagato negli anni ‘60 c’è grande fermento. Il decennio precedente ha fatto la fortuna delle fuoriserie e dei loro costruttori, e ora la Carrozzeria Zagato può permettersi una nuova e più grande sede a Terrazzano di Rho, a un passo da Milano. L’ampia struttura permette di creare un vero e proprio ufficio stile, a capo del quale è chiamato un giovane promettente: il venticinquenne Ercole Spada.

Uno schizzo originale di Ercole Spada

Fulvia Sport: la coupé dei record

Una lega chiamata Peraluman, alluminio con un 5% circa di magnesio, veste la prima serie della Fulvia Sport. Presentata al Salone di Torino del 1965 con motore 1.2, l’auto è un pezzo di bravura: Zagato ha realizzato una carrozzeria più leggera e aerodinamica rispetto alla Fulvia Coupé di serie, surclassata anche alla voce velocità (circa 10 km/h in più) e consumi. Le forme sono una novità per Zagato, con una linea pulita e geometrica, definita da uno spigolo orizzontale che gira tutto intorno alla vettura a metà fiancata e sottolinea la calandra e lo specchio di coda. Nonostante il prezzo iniziale non proprio contenuto (1.890.000 lire, ben 345mila più della Coupé di serie), la vettura è subito un successo, grazie alla raffinatezza e all’eleganza tipiche delle realizzazioni Zagato di ben altra categoria. Dopo i primi 200 esemplari la scocca è già rivista e sono approntati gli stampi per un’esecuzione in acciaio.

La seconda versione della prima serie adotta i nuovi motori delle rispettive 1.3 e 1.3 Rallye S, e mantiene l’alluminio soltanto per porte e cofani, finche la carrozzeria diventa interamente in acciaio.

Nel 1970 la seconda serie

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Nel 1970, dopo 3702 esemplari prodotti con carrozzeria prima serie, debutta la Fulvia Sport seconda serie, a cui appartiene l’esemplare fotografato. La carrozzeria in acciaio è diversa dalla precedente in alluminio, e quasi nessun pannello è sovrapponibile; scompare in coda lo sportello per accedere alla ruota di scorta, cambia la fanaleria anteriore (ora di derivazione Renault 16) e posteriore (prelevata dalla Peugeot 204, in precedenza era un componente NSU Prinz), cambiano i paraurti, rivestiti in gomma, il cofano motore, ora ad apertura controvento in luogo di quella laterale, la calandra anteriore, parzialmente verniciata in nero così come diversi altri particolari precedentemente cromati, cambiano le sospensioni, che conferiranno una postura meno sportiva alla nuova serie, contraddistinta da un posteriore rialzato e piuttosto ballerino su strada; ultima novità, forse la più succosa, alla Sport 1.3 si affianca la 1.6, ben più prestante e distinguibile dalla sorella minore per i differenti paraurti con rostri e per le maniglie porta incassate.

Con queste due nuove versioni, la Fulvia Sport raggiunge nel 1972 la cifra ragguardevole di 7102 esemplari prodotti, il più alto numero mai raggiunto da un modello prodotto in Zagato.

Junior Z: forma pura

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La Junior Z è, tra le tante versioni appartenenti all’universo Alfa Romeo Giulia, di sicuro la più particolare. È Giuseppe Luraghi in persona a commissionarla nel 1967 ai fratelli Zagato. La richiesta è chiara: dev’essere una versione più corta, moderna e soprattutto più sportiva della Junior 1300, stilisticamente diversa dalla GT di Bertone e dalla Spider di Pininfarina. La risposta di Spada è altrettanto chiara e anche in questo caso dettata dalla geometria elementare: un semplice ed essenziale cuneo, una forma pura e dinamica, dall’identità estetica forte e definita.

Rispetto alla Spider, sul cui telaio è realizzata la Junior Z, la lunghezza è contenuta in appena 3,90 metri a causa dello sbalzo posteriore minimo, necessario per bilanciare stilisticamente il frontale lungo e affusolato e per ottenere una maggiore maneggevolezza, scelta che all’epoca costrinse ad adottare il serbatoio benzina della Montreal in luogo di quello della Spider, come pure a rivedere la collocazione della ruota di scorta.

Versione unica

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Presentata al Salone di Torino del 1969, la Junior Z ha una carriera più breve e lineare della Lancia, con cui condivide i capannoni della produzione Zagato. Prodotta per tre anni in unica configurazione scocca in acciaio/parti mobili in alluminio, non subirà modifiche sostanziali né sarà oggetto di un vero programma sportivo (l’unico, tardivo, risultato degno di nota è la vittoria del campionato italiano Gr. 4 Club nel 1980). Nel 1972, dopo soli 1.108 esemplari, è sostituita dalla versione 1600, appesantita dallo sbalzo posteriore allungato (ora uguale a quello della spider), dai fanalini posteriori di derivazione Alfa 2000 (i precedenti erano di derivazione 1750) e caratterizzata internamente da alcune finiture che migliorano, almeno nelle intenzioni, l’assemblaggio spartano tipico della vettura. Tra tutti, spicca il volante Hellebore in legno a tre razze.

Simili ma diverse

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Simili per vocazione, per dimensioni, per prestazioni, Fulvia e Junior Z condividono anche una buona parte della componentistica specifica, dall’Elasticpel dei rivestimenti, alle serrature, al motorino di sollevamento dei lunotti posteriori, alle maniglie porta (Junior Z e Fulvia Sport 1.6).

Agli antipodi per filosofia stilistica e aerodinamica, furono una sfida per Spada come per Zagato, che si misero alla prova nel tentativo, riuscito, di dimostrare che forme diverse, dettate da principi diversi, potevano portare comunque a ottimi risultati sul piano dinamico e aerodinamico.

Assieme a motori e prestazioni, pressoché identici, per quanto diverse anche le due carrozzerie condividono alcuni tratti comuni: l’impostazione coupé due volumi, due posti e due porte con coda spiovente e finestratura ampia, i lunotti molto inclinati e apribili a compasso, i finestrini posteriori sfuggenti e appuntiti, le dimensioni compatte, le linee pulite.

Con l’occhio di oggi risultano più Zagato che non Alfa o Lancia; lo si percepisce non solo dalle forme inconsuete, ma da alcuni dettagli tipici di una produzione artigianale, quali l’assemblaggio spesso approssimativo, i tanti elementi recuperati da altri veicoli di grande serie, la qualità poco omogenea dei materiali impiegati. Sensazioni accentuate nell’Alfa, tutta Zagato anche nell’abitacolo, più spartano e meno abitabile della Fulvia, che monta invece plancia e sedili del modello di serie (Zagato disegnerà successivamente i poggiatesta della 1.6, curiosamente estesi anche alle Coupé prodotte a Torino).

Prima a Daytona

Per un modello di successo come la Fulvia Sport non poteva mancare la carriera sportiva. Preparatori storici come Facetti e Bosato hanno allestito e portato in corsa, con alterne fortune, numerose vetture private, mentre Zagato nel 1968 ha allestito direttamente 27 esemplariSport Competizione” e due vetture in livrea rosso salmone ribattezzate “Daytona”, modificate con la calandra in rete metallica, il frontale interamente rivestito in plexiglas, le due coppie di fari circolari di diverso diametro (come sulle “Fanalone”), il bocchettone per il rifornimento rapido, i passaruota allargati, finestrini e lunotto in plexiglas e motore portato a 155 CV, che nel 1969 parteciparono con l’equipaggio Maglioli-Pinto alla 12 ore di Sebring, (18° assoluto) e alla 24 ore di Daytona, dove conquistarono uno strepitoso 1° posto di classe e 11° assoluto.

Schede tecniche

Alfa Romeo Junior Z (1970)

Motore Anteriore longitudinale 4 cilindri in linea Raffreddamento a liquido Cilindrata 1.290 cc Potenza 89 CV a 6.000 giri Rapporto di compressione 9:1 Alimentazione 2 carburatori Weber 40 DCOE 28 Trasmissione Trazione posteriore, cambio a 5 marce + Rm Ruote 4,5 J x 14”, pneumatici 165 SR 14 Corpo vettura Sospensioni anteriori a ruote indipendenti, molle elicoidali, barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici Sospensioni posteriori a ponte rigido, molle elicoidali, barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici Capacità serbatoio 50 litri Dimensioni (in mm) e peso Passo 2250 Carreggiata anteriore 1.324 Carreggiata posteriore 1.274 Altezza 1.280 Larghezza 1.550 Lunghezza 3.900 Peso a vuoto 940 kg Prestazioni Velocità massima 175km/h Consumo medio dichiarato 9,8 litri/100 km

Lancia Fulvia Sport 1.3 S (1972)

Motore Anteriore longitudinale 4 cilindri a V Raffreddamento a liquido Cilindrata 1.298 cc Potenza 90 CV a 6.000 giri Rapporto di compressione 9,5:1 Alimentazione 2 carburatori Solex C35PHH Trasmissione Trazione anteriore, cambio a 5 marce + Rm Ruote 4,5 J x 14”, pneumatici 165 SR 14 Corpo vettura Sospensioni anteriori a ruote indipendenti, balestra trasversale con barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici Sospensioni posteriori a balestre longitudinali con barra di reazione trasversale e barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici Capacità serbatoio 38 litri Dimensioni (in mm) e peso Passo 2.330 Carreggiata anteriore 1.300 Carreggiata posteriore 1.280 Lunghezza 4.140 Altezza 1.280 mm Larghezza 1.570 Peso a vuoto 960 kg Prestazioni Velocità massima 176 km/h Consumo medio dichiarato 8 litri/100 km

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