Alfa Romeo rende orgoglioso “Paolo Bitta”: ecco le nuove Giulia e Stelvio | Ne costruiscono solo 63

Alfa Romeo rende orgoglioso “Paolo Bitta”: ecco le nuove Giulia e Stelvio | Ne costruiscono solo 63

Paolo Bitta e Alfa @automobilismodepoca

Due Alfa Romeo Quadrifoglio in serie limitatissima, solo 63 esemplari: è il sogno di ogni alfista e il regalo ideale per uno come Paolo Bitta, storico personaggio di Camera Cafè ossessionato dalle Alfa Romeo.

Chi conosce Paolo Bitta sa bene di cosa parliamo: nella sitcom Camera Cafè è il collega intrattabile, cinico, ma con una sola, incrollabile certezza nella vita, l’amore malato per le Alfa Romeo. Per la galassia degli alfisti reali, quelli veri, Alfa ha appena messo sul tavolo qualcosa che sembra scritto apposta per lui: due nuovi modelli esclusivi, Giulia e Stelvio Quadrifoglio in tiratura “Collezione”, prodotte in appena 63 unità complessive per tutto il mondo.

Non è un numero messo lì a caso. Il 63 richiama il 1963, anno in cui il Quadrifoglio, nato sulle auto da corsa negli anni Venti, approdò in maniera stabile sulle Alfa stradali. Oggi quel simbolo torna in una veste ancora più estrema: Giulia Quadrifoglio Collezione e Stelvio Quadrifoglio Collezione, due oggetti da feticismo puro che a Bitta farebbero perdere l’ultimo briciolo di razionalità, e che per tantissimi appassionati rappresentano già “l’Alfa definitiva”.

Giulia e Stelvio Collezione: rosso da poster e dettagli da feticisti

Le due Collezione nascono a Cassino e si riconoscono subito per le tinte dedicate Rosso Collezione Giulia e Rosso Collezione Stelvio, ispirate alle vernici speciali delle fuoriserie del Biscione. È quel rosso profondo, quasi liquido, che sembra fatto apposta per essere appeso in camera o impostato come sfondo del telefono, esattamente come farebbe Paolo Bitta nei corridoi della sua azienda immaginaria.

Dentro è un trionfo di pelle, Alcantara e fibra di carbonio. Sedili sportivi, cuciture rosse, inserti racing e, soprattutto, la targhetta numerata “1 di 63” (o quella che ti capita in sorte) che ti ricorda ogni volta che sali a bordo quanto sia irripetibile l’auto su cui ti stai sedendo. Fibra di carbonio anche su scudetto, specchietti, minigonne e, a richiesta, sul tetto: un catalogo di manie perfetto per uno che, come Bitta, considera l’Alfa più una religione che un semplice marchio.

Giulia e Stelvio @stellantis, automobilismodepoca

V6 da 520 cavalli: il giocattolo supremo per ogni vero alfista

Sotto il cofano, niente compromessi: vive e urla il 2.9 V6 biturbo da 520 cavalli, evoluzione estrema del motore che ha già fatto innamorare mezzo mondo. Lo scarico Akrapovic firma una colonna sonora che è tutto tranne che discreta, esattamente il tipo di rumore che un personaggio come Paolo Bitta vorrebbe far rimbombare nel cortile dell’ufficio ogni mattina, giusto per ribadire lo status.

Freni carboceramici, assetto affinato, peso limato dove possibile: queste Quadrifoglio Collezione non sono solo esercizi di stile, ma strumenti da guida vera, pensati per chi sa cosa farne di 520 cavalli sulle ruote posteriori. Per pochi collezionisti, certo, ma anche per un immaginario collettivo fatto di alfisti che si riconoscono in quel mix di passione, irrazionalità e orgoglio che il personaggio di Paolo Bitta ha portato in tv in chiave comica. Lui, davanti a queste 63 Alfa, direbbe solo una cosa: “Questa non è un’auto, è un’opera d’arte”. E, per una volta, sarebbe difficile dargli torto.