AUDI RS 6: 20 ANNI E QUATTRO GENERAZIONI PER L’ICONA RS

La velocissima familiare tedesca diventa ufficialmente d'epoca

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Poco dopo l’inizio del nuovo millennio, l’allora quattro GmbH (oggi Audi Sport GmbH) deve decidere quale vettura, dopo la RS 4, affidare ai propri specialisti per una rivisitazione in chiave sportiva. Il momento è favorevole per la A6: la prima generazione, denominata C5, è stata aggiornata nel 2001 e, allo stesso tempo, la casa tedesca vuole aggiungere potenza sotto il cofano di uno dei propri modelli high-end.

Il Brand è consapevole della propria identità sportiva e dei successi nel Motorsport: all’esordio alla leggendaria 24 Ore di Le Mans, nel 1999, Audi è salita immediatamente sul podio.

Al termine del triennio 2000-2002, con 13 vittorie nel proprio palmarès, la Casa dei quattro anelli entra nella storia di Le Mans e si afferma come seconda squadra di maggior successo di sempre. Gli ingegneri di quattro GmbH si impegnano pertanto al massimo per rendere la A6 più sportiva sia a livello di motore, assetto e trasmissione, sia nel design, tanto che la variante RS può contare su di una crescita dimensionale di 4 centimetri in lunghezza e larghezza, minigonne specifiche, passaruota ampliati, prese d’aria maggiorate, paraurti e spoiler dedicati, cerchi da 18 o 19 pollici e due terminali di scarico ovali.

Quattro GmbH opta per un motore V8 4.2 derivato dall’unità appannaggio dell’ammiraglia Audi A8 e già destinato ad Audi S6 nella configurazione aspirata da 340 CV. Per garantire alla vettura un carattere unico, l’8 cilindri viene sovralimentato mediante due turbocompressori corredati da altrettanti intercooler. Il propulsore così rivisitato è però caratterizzato da ingombri incompatibili con il vano motore di Audi A6. Motivo per il quale quattro GmbH ridisegna l’avantreno dell’auto, allungandolo e allargandolo di 4 centimetri.

Il V8 biturbo non viene sviluppato a Ingolstadt o a Neckarsulm, bensì in Inghilterra presso la britannica Cosworth, sino al 2004 affiliata di Audi AG, così da erogare 450 CV e 560 Nm di coppia. Valori che divengono il nuovo riferimento del segmento. Per un confronto, si pensi come possa contare su 450 CV anche l’Audi TT-R schierata dal team ABT nel DTM – il Campionato Tedesco Turismo – con la quale LaurentAïello conquista il titolo 2002. Le prestazioni da record comportano marcati aggiornamenti a livello di trasmissione: l’epoca del cambio manuale giunge al termine. Per la prima volta, un modello RS adotta la soluzione automatica, forte d’innesti più rapidi.

I cinque rapporti e la trazione integrale quattro garantiscono un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi. Parallelamente, la RS6, proposta nelle configurazioni Avant e berlina, si fregia dell’assetto DynamicRide Control (DRC). Sistema che, grazie alla compensazione idraulica di rollio e beccheggio, contrasta in modo eccezionalmente rapido tanto il coricamento laterale quanto il beccheggio. Una soluzione straordinariamente raffinata, specie per l’epoca. Tutti gli esemplari della prima generazione vengono realizzati in catena di montaggio e completati “a mano”, passando dallo stabilimento di Neckarsulm a un padiglione attiguo dove, in circa 15 ore di lavoro, gli specialisti di quattro GmbH aggiungono l’olio del circuito idraulico del sistema DRC, i badge RS e gli elementi caratteristici dell’abitacolo.

La serie C5 è, ad oggi, l’unica RS6 destinata al Motorsport. La RS6 Competition, preparata e gestita dal team Champion Racing con Randy Pobst al volante, nel 2003 surclassa la concorrenza di pari cilindrata nella serie Speed GT World Challenge.

L’auto, dotata del V8 biturbo portato a 475 CV, si afferma sin dal debutto. Negli ultimi mesi di commercializzazione, quattro GmbH dona alla RS6 un’ulteriore iniezione di grinta e il suffisso “plus” al naming del modello. La potenza passa da 450 a 480 CV, mentre la velocità massima tocca i 280 km/h anziché gli originari 250 km/h. Ampia parte degli equipaggiamenti in precedenza a richiesta viene inclusa nella dotazione di serie.

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