Si profila all’orizzonte un altro balzello per le quattro ruote. Riguarderà i veicoli storici, per questo l’ASI, Automotoclub Storico Italiano, è scesa subito in campo per opporsi ad una manovra che potrebbe danneggiare l'intero settore. È stato appena presentato un emendamento per il disegno di legge di conversione del Decreto Fiscale, che chiede l'abolizione dell’agevolazione fiscale per i veicoli che hanno ottenuto e riportato a libretto il certificato d'interesse storico e collezionistico, in particolare quelli con età compresa fra 20 e 29 anni. Attualmente, questi veicoli pagano l’imposta ridotta del 50% come forma di tutela che facilita la loro conservazione ed evita la loro rottamazione o la vendita all'estero.
Con la benzina a due euro al litro, parcheggi sempre più cari, assicurazioni che dopo il Covid torneranno a salire, possibile che sia di nuovo l’auto a dover essere colpita?
Ecco i contenuti della bozza di emendamento:
“A decorrere dal 1º gennaio 2022, all'articolo 63 della legge 21 novembre 2000, n. 342, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 1-bis è abrogato; b) al comma 1-ter sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e fino all'anno 2021":
Il comma 1-bis, per estrema chiarezza, è questo:
1-bis. Gli autoveicoli e motoveicoli di interesse storico e collezionistico con anzianità di immatricolazione compresa tra i venti e i ventinove anni, se in possesso del certificato di rilevanza storica di cui all'articolo 4 del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 17 dicembre 2009, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010, rilasciato dagli enti di cui al comma 4 dell'articolo 60 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n.285, e qualora tale riconoscimento di storicità sia riportato sulla carta di circolazione, sono assoggettati al pagamento della tassa automobilistica con una riduzione pari al 50 per cento.”