Il punto di partenza è il motore 2 litri a iniezione meccanica Kugelfischer: con l’installazione di un turbocompressore KKK arriva a erogare 170 CV raggiungendo i 211 km/h e fissando il cronometro a sette secondi nella prova 0-100 km/h. Ma quello che più impressiona è la brutalità con cui il turbo entra in azione, trasformando la già difficile 2002 in una belva furiosa da domare con molta cautela: con una massa di soli 1.180 kg, è una vera e propria GT, con il plus dei cinque posti.
Rispetto alle altre “02” è un’altra macchina: numerosi sono gli interventi sulla carrozzeria e sugli allestimenti interni. Balza all’occhio la scritta “turbo” rovesciata sullo spoiler anteriore: vuole essere un messaggio per indurre a dare strada chi se la vede arrivare nel retrovisore, un po’ come avviene con le ambulanze. Questa cosa solleva un polverone, tanto che nel giro di poco le scritte sono eliminate; si crea nel contempo un mercato parallelo (attivo fino agli anni ’80) di adesivi “turbo” con i medesimi caratteri squadrati che spesso campeggiano su qualche compatta con pretese da sportiva o sulle cabine dei Tir.
La 2002 Turbo dichiara la propria vocazione corsaiola con lo spoiler anteriore, le bandelle laterali, i parafanghi allargati, l’alettone posteriore e l’assenza del tradizionale paraurti anteriore; completano il quadro i cerchi speciali con canale da 5,5” e parte centrale verniciata in nero opaco, sovente sostituiti da modelli after-market quali i Campagnolo presenti sulla vettura del servizio.
Disponibile nei soli colori bianco, silver e nero (quest’ultimo realizzato in pochissimi esemplari), è dotata inoltre degli strip adesivi Motorsport nel caratteristico tricolore rosso-azzurro-blu violaceo mentre le scritte identificative posteriori sono di colore nero (nelle altre versioni sono invece cromate).