Chivu, anima italiana ma auto cinese: va in giro con una BYD | Di cavalli e cavallini non gliene frega niente

Chivu, anima italiana ma auto cinese: va in giro con una BYD | Di cavalli e cavallini non gliene frega niente

Chivu @wikicommons, automobilismodepoca

Cristian Chivu gira per Milano al volante di una BYD tutta elettrica: per l’allenatore dell’Inter conta più la sostanza che il blasone, e di cavalli e cavallini, almeno sulla carrozzeria, sembra non importargli proprio nulla.

L’immagine fa sorridere: ex difensore simbolo di un’Inter molto italiana nell’anima, oggi allenatore dei nerazzurri, che invece di farsi vedere su una supercar con il V8 ruggente sceglie un SUV cinese a batterie. Nessun cavallino sul cofano, nessun toro scatenato sul muso, ma una carrozzeria pulita, aerodinamica, con il logo BYD che racconta benissimo dove sta andando il mondo dell’auto. Una scelta che per molti tifosi è già un manifesto: meno ostentazione, più tecnologia e funzionalità.

Il legame non è casuale: la squadra che allena ha stretto una partnership con il colosso cinese e si muove con una flotta di SUV elettrici marchiati BYD, spesso in allestimenti dedicati ai colori nerazzurri. Chivu, che a Milano ci vive e lavora, ha sposato senza troppi drammi questa svolta “made in China”, dimostrando di trovarsi perfettamente a suo agio su un’auto che a qualcuno fa ancora storcere il naso. Altro che Ferrari di rappresentanza: qui il lusso è silenzioso e a zero emissioni.

Dal Triplete ai chilometri in silenzio: perché la BYD gli va benissimo

Chi lo ha conosciuto ai tempi in cui marcava gli attaccanti più forti del mondo lo descrive come uno concreto, poco interessato alle apparenze. Non stupisce, quindi, che al momento di scegliere l’auto di ogni giorno Chivu non si sia fatto incantare dal rombo di un dodici cilindri. La sua BYD, un SUV elettrico spazioso e tecnologico, gli offre quello che gli serve davvero: comfort per la famiglia, silenzio in città, guida rilassata quando esce dal centro sportivo e rientra a casa dopo gli allenamenti o le partite.

Le prestazioni, comunque, non mancano: la cavalleria sotto il pianale è più che sufficiente per spingere il grande SUV con la brillantezza di cui ha bisogno un allenatore sempre di corsa tra campo, conferenze e impegni ufficiali. Ma a lui interessa altro: autonomia reale, ricarica semplice, sistemi di assistenza avanzati. In questo senso, la BYD diventa la perfetta estensione del suo modo di vivere il calcio e la città, dove l’efficienza batte il bisogno di stupire al semaforo.

BYD @automobilismodepoca

Di cavalli e cavallini non gliene frega niente: conta come va davvero

I tifosi abituati a vedere campioni e tecnici scendere da supercar italiane restano spiazzati: nell’immaginario collettivo un allenatore di una grande squadra dovrebbe presentarsi al centro sportivo con un V8 made in Italy, non con un’elettrica cinese. E invece Chivu dimostra che il tempo delle etichette è finito: di cavalli e cavallini, nel senso dei marchi sul cofano, non gli importa, purché l’auto faccia bene il suo dovere, lo accompagni senza problemi e rispecchi una certa idea di modernità.

È il segno di una nuova normalità: se anche chi vive nel mondo patinato del grande calcio sceglie una BYD, significa che le auto cinesi non sono più solo “le nuove arrivate”, ma opzioni concrete per chi può permettersi qualunque cosa. Chivu, con la sua anima calcistica profondamente legata all’Italia e una auto cinese in garage, riassume perfettamente questo incrocio di mondi: il passato fatto di scudetti e Triplete, il presente in cui la mobilità cambia pelle e il futuro in cui lo status non si misura più dal ruggito allo start, ma da quanto silenziosamente e comodamente ti porti dove vuoi andare.