Compra una BMW elettrica e 3 anni dopo fa una scoperta (disarmante) sulla batteria | Arrivata a questa percentuale

Compra una BMW elettrica e 3 anni dopo fa una scoperta (disarmante) sulla batteria | Arrivata a questa percentuale

Bmw @pexels, automobilismodepoca

Dopo tre anni di utilizzo, una BMW elettrica mostra una batteria al 90,8%: un dato che sorprende molti proprietari e sfata più di un luogo comune.

Chi acquista un’auto elettrica lo fa spesso con un certo timore: il primo riguarda quasi sempre la batteria, considerata da molti l’elemento più delicato e costoso del veicolo. In tanti sospettano che, col passare del tempo, la capacità possa crollare rapidamente lasciando il proprietario con meno autonomia e con l’incubo di una sostituzione da migliaia di euro. Proprio per questo la storia di una BMW elettrica monitorata negli ultimi tre anni sta facendo discutere il mondo dell’automotive.

Il caso in questione riguarda un’analisi condotta da Recurrent, una società specializzata nel monitoraggio dello stato di salute delle batterie EV. Il risultato ha colpito anche gli esperti più prudenti: dopo tre anni di utilizzo, il pacco batteria dell’auto mostrava una capacità residua del 90,8%. Un valore che ribalta molte convinzioni diffuse e che dimostra come la chimica delle batterie moderne, se ben gestita, possa reggere meglio del previsto.

Perché il 90,8% è un risultato che lascia a bocca aperta

Quando si parla di degrado delle batterie, molti immaginano perdite rapide e consistenti. La realtà è diversa: un calo fisiologico nei primi anni è comune, ma rimanere sopra il 90% dopo tre anni rappresenta un dato molto più virtuoso della media percepita tra gli automobilisti. Questo significa non solo maggiore autonomia, ma anche un minor rischio di costi futuri elevati.

Il valore rilevato è frutto di un monitoraggio costante, basato su parametri reali di utilizzo: temperatura dell’ambiente, stile di guida, numero di ricariche rapide e livello medio di carica mantenuto durante la settimana. L’insieme di questi fattori contribuisce in modo cruciale alla durata della batteria e dimostra come una gestione equilibrata possa mantenere elevate le prestazioni nel tempo.

Volante BMW @Pexels, automobilismodepoca

Cosa insegna davvero questo caso ai proprietari di auto elettriche

La scoperta ha riacceso una discussione importante: quanto contano le abitudini quotidiane per preservare la salute di una batteria? La risposta, osservando questo caso, è semplice: moltissimo. Evitare di caricare sempre al 100%, non lasciare l’auto costantemente collegata alla colonnina, ridurre al minimo le ricariche rapide e mantenere livelli intermedi di carica sono comportamenti che aiutano concretamente a ridurre il degrado.

Il dato del 90,8% non è solo un numero da esibire, ma un riferimento reale per chi sta valutando l’acquisto di un’elettrica. Dimostra che le tecnologie attuali, soprattutto quelle adottate da marchi come BMW, possono garantire una stabilità molto superiore a quella spesso raccontata nei luoghi comuni. Un segnale positivo anche per il mercato dell’usato elettrico, che soffre proprio per il timore infondato di batterie ormai “sfinite” dopo pochi anni.