Oltre ai luoghi di interesse internazionale come Cefalù, Taormina, Etna, Caltagirone, Agrigento, Scala dei Turchi e Gibellina, il lungo percorso ha previsto i passaggi in altri siti unici quali Sant’Agata di Militello, Capo d’Orlando, Floresta (il comune più alto della Sicilia incastonato sui Monti Nebrodi), Randazzo, Piedimonte Etneo, Giardini Naxos, Taormina, l’Etna, Grammichele, Porto Empedocle, Partanna e Alcamo. Quasi un periplo completo dell’Isola - via strada, naturalmente - per un’immersione nei suoi mille colori e nella sua secolare cultura.
L’edizione del trentennale ha previsto l’istituzione di alcuni trofei degni di nota. Ad esempio, quello dedicato alla “madrina” del Giro di Sicilia, Costanza Afan De Rivera Costaguti, discendente di Florio scomparsa nel settembre 2020, consegnato all’ultimo, appassionato erede della Famiglia, Tommaso Gasparri Zeza: 12 anni di entusiasmo per i motori e per le imprese del prozio Vincenzo. Poi la “Targa La Motta”, in memoria del celebre pilota e organizzatore del “Giro” nei primi anni del dopoguerra: viene assegnata ad un’auto di quell’epoca, come l’Alfa Romeo 1900 Super di Alberto Cecchi premiata quest’anno. Il premio di eleganza intitolato “La Sicilia dei Florio” è andato invece alla Jaguar MK IV (1948) dei fratelli Gaetano e Angelo Ciriminna.
Il Giro di Sicilia mantiene la sua tradizione competitiva anche in queste edizioni rievocative (la prima risale al 1989) dove gli equipaggi affrontano una serie di prove di abilità cronometrica che premiano i più precisi nei passaggi: al termine delle 63 prove allestite sulle strade del “Giro”, sono risultati vincitori Salvatore Galioto e Pinuccia Paviera su Opel Kadett SR del 1977.