Da James Bond alla Formula 1

La scomparsa di Sean Connery ha riportato alla ribalta il rapporto tra i film di 007 e l’Aston Martin DB5 che ne fu protagonista insieme all’attore scozzese. Un marchio dal blasone mai appannato, tanto che nel 2021 sarà nel campionato del mondo

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Un cabalista ci avrebbe probabilmente detto già un anno fa che il 2020, anno bisestile, non sarebbe stato dei più propizi. Per Aston Martin è stato un anno quantomeno particolare. Cominciato a gennaio con l’acquisizione della quota di maggioranza da parte di una cordata di investitori capitanata dal canadese Lawrence Stroll, già proprietario di un team di Formula Uno che il prossimo anno si chiamerà proprio Aston Martin (e avrà come pilota di punta nientemeno Sebastian Vettel). A giugno la Casa di Gaydon è tornata agli onori della cronaca per l’acquisto del 20% di sue azioni da parte di Daimler, gruppo a cui fa capo Mercedes-Benz, con un investimento di 286 milioni di sterline che l’ha portato a essere il secondo azionista. Nel frattempo, appena un mese prima era stato annunciata l’operazione di riproduzione di ben 25 esemplari della DB5 di 007, sì proprio quella con il sedile eiettabile, i rostri alle ruote, gli schermi antiproiettile e le mitragliatrici dietro le luci posteriori. Tanti, 25 esemplari per un’automobile, la “DB5 Goldfinger Continuation”, che con tutti quei congegni non è omologabile per l’uso su strada.

Il 31 ottobre, infine, ecco la morte di Sean Connery, l’ennesimo degli episodi funesti di quest’anno che si ricorderà a lungo, cioè colui che rese immortale l’Aston Martin DB5, o per meglio dire colui che diede fattezze e movenze a James Bond, l’agente segreto più famoso del mondo che, in quanto tale, fece della macchina in quel momento ed a lungo l’automobile più famosa del mondo. In fondo è per lui se siamo qui di nuovo a parlarne, nel nostro piccolo.

Sean Connery

Per almeno tre generazioni di fan, lo scozzese più noto sul pianeta è stato lui, l’agente 007, James Bond che guida automobili incredibili. Il rapporto di Connery - Bond con le auto, rigorosamente inglesi, parte in sordina: nella prima pellicola della saga, “Dr No” (titolo italiano: “Licenza di uccidere”), 007 guida una modesta Sunbeam Alpine. Nel secondo film dedicato al personaggio ideato da Ian Fleming, “Dalla Russia con amore”, la vettura dell’abile agente segreto è una ben più lussuosa Bentley Continental dotata di radiotelefono, auto personale di Bond anche nei romanzi di Fleming. Con l’evolversi del personaggio evolve anche l’inseparabile automobile, che a partire da “Goldfinger” del 1964 diventa una più agile e veloce Aston Martin DB5. Grazie alle acrobazie alla guida e alle diavolerie installate a bordo dal vulcanico “Q”, la DB5 targata BMT216A diventa famosa in tutto il mondo, tanto da essere riconfermata anche nel successivo film di Bond, Thunderball del 1965. (L’articolo completo su Automobilismo d’epoca in edicola).

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