Auto italiane più brutte della storia: certo che FIAT ne ha combinate di cotte e di crude | Basti pensare alla Multipla

Dalle linee controverse al flop commerciale, scopri le auto italiane che hanno osato troppo con il design. Un viaggio tra modelli indimenticabili… per i motivi sbagliati.

Auto italiane più brutte della storia: certo che FIAT ne ha combinate di cotte e di crude | Basti pensare alla Multipla
Design choc | Le auto italiane che hanno diviso il mondo: ne ricordi qualcuna?Dalle linee controverse al flop commerciale, scopri le auto italiane che hanno osato troppo con il design. Un viaggio tra modelli indimenticabili… per i motivi sbagliati.

Il design italiano è universalmente celebrato per la sua eleganza, la sua innovazione e la sua capacità di anticipare le tendenze. Tuttavia, anche i più grandi maestri, o i team di sviluppo più ambiziosi, possono occasionalmente creare modelli che, anziché essere acclamati, generano dibattito, perplessità e, in alcuni casi, una vera e propria avversione. Non si tratta necessariamente di insuccessi tecnici, quanto piuttosto di scelte stilistiche così audaci da spaccare l’opinione pubblica, trasformando l’auto in una sorta di esperimento su ruote.

Queste vetture, spesso nate con l’intento di essere rivoluzionarie, finiscono per essere ricordate più per la loro estetica “particolare” che per le loro qualità intrinseche. Alcune sono diventate involontarie icone di originalità spinta, altre semplicemente esempi di come anche nel paese della moda e del gusto, si possano commettere errori di valutazione stilistica. Ma quali sono le auto italiane che hanno lasciato il segno in questa speciale categoria? Preparatevi a un viaggio tra linee incomprensibili e scelte coraggiose, forse troppo.

Quando l’audacia si scontra con il buon gusto

Quando l'audacia si scontra con il buon gusto

L’audacia si scontra con il buon gusto: una questione di stile.

 

Tra le vetture che hanno fatto più discutere per il loro aspetto, la Fiat Multipla è senza dubbio la regina incontrastata. Lanciata nel 1998, la sua estetica ha diviso il pubblico fin dal primo sguardo. Con il suo “doppio muso”, una linea di cintura insolitamente bassa e un abitacolo spazioso ma dalle forme eccentriche, la Multipla era un esempio lampante di funzionalità spinta all’estremo a discapito dell’estetica tradizionale. Se da un lato offriva una versatilità interna e una visibilità impareggiabili, dall’altro il suo design era considerato da molti quasi grottesco, una vera e propria sfida ai canoni di bellezza automobilistica.

Un altro esempio di audacia, forse mal riposta, è la Lancia Thesis, presentata nel 2001. Intendeva essere l’ammiraglia che avrebbe rilanciato il marchio nel segmento di lusso. La sua linea, tuttavia, era un mix di richiami retrò e modernità forzata, con un frontale imponente e fari che ricordavano occhi “cadenti”. La Thesis era una vettura dalle finiture interne eccellenti e un comfort di altissimo livello, ma il suo design polarizzante non riuscì a conquistare il pubblico, specialmente al di fuori dell’Italia, segnando un lento declino per le ambizioni di Lancia nel segmento premium.

Non possiamo dimenticare la Alfa Romeo Arna (Alfa Romeo Nissan Auto), un esperimento di collaborazione degli anni ’80 che è passato alla storia per essere un fallimento stilistico e meccanico. Esteticamente era poco più di una Nissan Cherry ridisegnata in modo superficiale con frontale Alfa. Un risultato che tradiva l’identità sportiva del marchio e che, unito a problemi di ruggine tipici dell’epoca, ne fece un modello da dimenticare.

L’eredità delle icone controverse: un segno nella storia

L'eredità delle icone controverse: un segno nella storia

Icone controverse: un’eredità che sfida il tempo e lascia il segno.

 

Nonostante le critiche e le vendite spesso deludenti, le auto dal design controverso lasciano comunque un segno indelebile nella storia dell’automobilismo. Spesso, queste vetture diventano oggetto di culto per una nicchia di appassionati che ne apprezzano proprio l’originalità e la capacità di rompere gli schemi. La Fiat Multipla, ad esempio, è oggi un simbolo di praticità estrema e un’icona di “bruttezza affascinante”, riconosciuta per la sua unicità.

Questi modelli ci insegnano che il confine tra genialità e stravaganza nel design è spesso molto sottile. A volte, un progetto troppo avanti per i suoi tempi, o troppo legato a una visione personale del designer, può non incontrare il favore del pubblico generalista. Tuttavia, è proprio attraverso questi esperimenti che l’industria automobilistica evolve, imparando dai successi e, talvolta, anche dai presunti errori.

In fin dei conti, la bellezza è soggettiva. E mentre alcune di queste auto non vinceranno mai premi di eleganza, hanno sicuramente vinto il premio per la capacità di far parlare di sé, rimanendo impresse nella memoria collettiva. Rappresentano un monito e, allo stesso tempo, una celebrazione dell’audacia, anche quando quest’ultima porta a risultati inaspettati e, per molti, decisamente “brutti”.