Vittorio Maggi
24 February 2023

Ferrari 250 GTE 2+2: il Cavallino al posto della Pantera

Per avere la meglio negli inseguimenti delle auto "truccate" dei delinquenti, il maresciallo Armando Spatafora chiese di aggiungere alle classiche "Pantere" della Polizia Stradale un'auto ancora più prestazionale. Cosa pretendere più di una Ferrari 250 250 GTE 2+2?

L’idea di usare una Ferrari per dare la caccia ai delinquenti venne all’allora noto alle cronache (positive) maresciallo Armando Spatafora, perché serviva un’automobile abbastanza veloce da intercettare le auto “truccate” dei banditi. Roma era, nei primi anni Sessanta, terreno di rapine e sequestri ed erano molti i meccanici al soldo delle bande criminali, in grado di trasformare le loro auto in missili che le Alfa Romeo 1900 e 2600 in dotazione alla Polizia (le cosiddette “pantere”) non riuscivano a raggiungere nei numerosi inseguimenti. Episodi piuttosto frequenti, tanto da dare la stura a un intero filone cinematografico, quello dei film oggi noti come “poliziotteschi”.

La richiesta di Spatafora di avere un’automobile adatta agli inseguimenti, in particolare una Ferrari, fu accettata. La Polizia scelse quattro ufficiali di Roma per frequentare un corso di guida specializzato, al termine del quale, dopo l’apprendistato con la 250 GTE in pista e gli ottimi risultati ottenuti, Spatafora fu presentato alla sua nuova auto: la Ferrari 250 GTE 2+2 II serie del 1962, numero di telaio 3999. La 250 GTE era il primo modello a quattro posti costruito a Maranello, e la cosa serviva sia alla Polizia sia a Ferrari: alla prima perché le pattuglie all’epoca erano composte di tre agenti; al secondo perché l’operazione dava visibilità a un modello che era fatto apposta per allargare la platea della potenziale clientela.

Da due a una già dal primo giorno

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Completato dalla Ferrari nel novembre 1962, il telaio 3999 fu rifinito in nero con interni in similpelle marrone chiaro. Una copia dei fogli di costruzione originali Ferrari accompagna oggi la #3999, che fu inviata a Pininfarina per essere equipaggiata con la sua elegante carrozzeria alla fine di agosto 1962, prima di tornare a Maranello a novembre. Questi fogli di costruzione annotano anche il n. 3999 come “vett. Polizia”. La Ferrari ne costruì due esemplari, ma la gemella finì distrutta nel primo giorno di servizio sulle strade di Roma, in un frontale con una Fiat 600. Si dice che il relitto sia stato riportato in fretta e furia a Maranello, dove il Drake lo fece demolire immediatamente, forse per motivi di superstizione.

Così rimase soltanto la # 3999 ad aiutare nel mantenere l’ordine nelle strade di Roma, fino al 1968 e diventando una sorta di mito tra militari, civili e criminali. E per gli esponenti della “mala” non poteva che diventare una questione di orgoglio e di vanto battere la coppia Spatafora - Ferrari in un inseguimento, una sorta di medaglia da appuntarsi al petto, un diploma di criminale provetto.

In servizio fino al 1968

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La Ferrari fu ritirata dal servizio a fine 1968, dopo essere stata usata anche per il trasporto di sangue per gli ospedali di Napoli, nei casi più urgenti. Si dice che da Roma impiegasse meno di un’ora (50 minuti per l’esattezza) viaggiando a oltre 200 km/h sull’autostrada

Si racconta che una volta abbia addirittura disceso la scalinata di Trinità de’ Monti, per acchiappare un fuggitivo che confidava nelle sospensioni pneumatiche della sua berlina francese per seminare la GT italiana; ma aveva sottovalutato le qualità della “poliziotta” di Maranello. La Polizia non ha mai né confermato né smentito che al Ministero degli Interni nel marzo 1964 sia arrivata una fattura intestata SEFAC Ferrari ed emessa per lavori di riparazione alla balestra destra, alla scatola del cambio e per la sostituzione dei pneumatici della 250 GTE nera… D’altro, canto pare che Ferrari in persona avesse seguito i lavori d’adeguamento di questa 250 GTE. Pur essendo stati tenuti segreti, si suppone che essi fossero mirati a un irrobustimento della meccanica (sospensoni e supporti) e ad un lieve potenziamento del motore.

SCHEDA TECNICA FERRARI 250 GTE 2+2 (1962)

Motore 12 cilindri a V di 60°, anteriore longitudinale, basamento e testa in alluminio Alesaggio (mm) 73 Corsa (mm) 58,8 Cilindrata unitaria (cc) 246,10 Cilindrata totale (cc) 2953,21 Rapporto di compressione 8,8:1 Distribuzione con un albero a camme in testa per bancata con comando a catena, 2 valvole per cilindro Alimentazione 3 carburatori Weber 40 DCL 6 Accensione a spinterogeno con due distributori Lubrificazione forzata con pompa dell’olio ad ingranaggi Raffreddamento ad acqua con pompa meccanica, radiatore, ventola di raffreddamento con valvola termostatica, impianto elettrico 12V Potenza (CV-DIN/giri) 240/7000 Coppia kgm/giri 25,2/5500 Trasmissione Trazione posteriore Frizione monodisco a secco Cambio a 4 marce + RM Differenziale convenzionale Cerchi anteriori e posterori a raggi da 6,50x15 Corpo vettura Telaio con 2 longheroni longitudinali in acciaio a sezione ellittica con traverse Tipo carrozzeria coupé 2+2 posti e due porte Tipo vettura 250 GTE 2+2 Sospensioni anteriori a ruote indipendenti quadrilateri deformabili ammortizzatori e molle elicoidali Sospensioni posteriori a ponte rigido con balestre longitudinali Dimensioni in (mm) e peso Lunghezza 4700 Larghezza 1710 Altezza 1341 Passo 2600 Carreggiata anteriore 1354 Carreggiata posteriore 1349 Peso a vuoto 1450 kg Prestazioni Velocità massima 240 Km/h

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