Ferrari 288 GTO: la supercar di Maranello protagonista di copertina del nuovo numero

Raccontiamo la storia della super-GT da cui derivò la F40, con i ricordi dell’ingegnere Nicola Materazzi che la progettò e costruì dopo un colloquio personale con Enzo Ferrari

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La copertina del nuovo numero di Automobilismo d’epoca è dedicata alla prima supercar di Maranello, la Ferrari 288 GTO del 1984, un’auto voluta da Enzo Ferrari e realizzata da Nicola Materazzi, a cui abbiamo chiesto di ricordare quella vicenda.

Un’automobile di cui, 40 anni dopo, ritroviamo lo spirito nella GMA T.50 di Gordon Murray, in cui il progettista sudafricano ha messo tutta la sua esperienza, anche di F1 (tra cui il ventilatore posteriore come la sua Brabham del 1978), per creare una supercar genuina, rètro nello spirito, con l’uomo-pilota al centro.

La Mercedes-Benz R 129 SL è forse la più bella della sua stirpe, di certo quella che più ha innovato nel settore della sicurezza abbinata alle prestazioni.

Raccontiamo poi la storia della Alfa Romeo Alfasud Sprint di Vincenzo che, tornato dalla Germania, l’acquistò realizzando un sogno. E ora l’ha ceduta ad un appassionato che la mantiene come una regina di bellezza.

Due interessanti prove, con protagoniste due sportive di grande tradizione e bellezza: una delle prime Porsche 356 Speedster 1.5 costruite, e la Lancia Flaminia Sport Zagato: non una qualsiasi, ma l’esemplare di proprietà della famiglia di carrozzieri milanese!

Un singolare quanto particolare confronto: due Triumph Italia. Una restaurata, e una barn-find. Come se si guardassero allo specchio. E non soltanto come immagine: sono la numero 84 e la numero 85 costruite!

E mentre l’avveniristica Maserati Bora del 1971 compie 50 anni, la Matra MS670 che vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1972 è stata venduta all’asta, e l’occasione è favorevole per ricordare l’epopea della Casa francese e delle sue bellissime Sport Prototipo.

In tema di competizioni, raccontiamo nell’attualità la prima edizione del Gran Premio d’Italia, un secolo fa: si gareggiò a Brescia nel 1921, un anno prima della costruzione dell’autodromo di Monza e di quello di Sitges-Terramar: un incredibile ovale con enormi curve sopraelevate appena fuori Barcellona, di cui ripercorriamo la storia, particolare quanto il tracciato.

Chiude la rivista di Aprile una storia di tecnica: quella del radiatore a nido d’ape, un elemento che ha cambiato la storia dei motori e compie 120 anni.

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