Fiat 131 Abarth Gruppo 4, regina di cuori

La 131 a trazione posteriore, pur essendo una berlina brutta e quadrata, ha vinto tanto nelle corse ed è stata guidata da tanti campioni. Questa è uno di quegli esemplari

Fiat 131 Abarth Gr. 4

Tre titoli iridati, 18 affermazioni, 5 doppiette e 2 triplette in rally del Campionato del mondo disputati tra il 1976 e il 1981. Questo è il palmares della Fiat 131 Abarth, uno dei più efficaci cavalli di battaglia utilizzati nelle corse dalla Casa torinese. Tutto questo ha quasi più valore se si considera quanto questa particolare vettura da corsa sia nata più esigenze di marketing che non per puro spirito sportivo.

 

Corre l’anno 1975, la Squadra Corse Fiat è reduce dai successi ottenuti con la 124 Abarth e nel 1974 aveva allestito la X1/9 per battere nei rally le cugine Lancia Stratos. Il programma che vedeva protagonista la berlinetta realizzata da Bertone viene cancellato e i vertici dell’Abarth si devono concentrare sul modello impostogli dalla Fiat: la nuova, paciosa berlina da famiglia 131. In questo periodo, Mario Colucci è il neo direttore tecnico dell’Abarth. Insieme al direttore generale Renzo Avidano e con il regolamento tecnico alla mano, in corso Marche iniziano quindi i lavori per trasformare la 131 in una vera auto da rally.

 

Il regolamento internazionale al quale si fa riferimento per la stagione 1976 non prevede più, come il precedente, le varianti prestazionali omologabili in 100 unità. Teste a quattro valvole per cilindro, cambi a innesti frontali e frizioni bi-disco, ad esempio, devono equipaggiare il modello di normale produzione.

DALLA SERIE ALLE CORSE

DALLA SERIE ALLE CORSE

Per prima cosa, quindi, si deve realizzare la versione di serie che si possa ben adattare alle normative tecniche per il Gruppo 4. Questa viene studiata “sul regolamento”, introducendo le parti essenziali a renderla competitiva in gara. Quelle che possono poi essere rimpiazzate sulla versione corsa sono ridotte all’osso, come il sistema di alimentazione con un solo carburatore, le sospensioni fatte con parti della 131 Mirafiori, il differenziale privo di autobloccante.

 

Il motore è il consueto bialbero Fiat, però dotato di una testa a 16 valvole che deriva da quella della 124 Spider. L’alimentazione è affidata ad un misero carburatore a doppio corpo ad apertura differenziata, derivato da quello della Fiat 132, questo perché il sistema di alimentazione per le vetture gara resta libero. Per la trasmissione si decide di produrre le 400 vetture previste dal regolamento con un cambio a rapporti di serie ma con innesti frontali. L’albero di trasmissione in acciaio comanda il ponte della 124 Abarth.

 

Le sospensioni vedono, anteriormente, la trasformazione del sistema a barra antirollio che funge da puntone, tipico della 131 Mirafiori, in una versione a puntone vero e proprio, e l’abbandono della soluzione a fuso per una versione a mono cuscinetto simile a quella della Lancia Beta Montecarlo. Per il retrotreno, la scelta viene fatta non solo sul tavolo da disegno ma realizzando alcuni prototipi e facendo dei test comparativi con alcuni muletti: uno con ponte rigido della 132, uno con ponte De Dion, uno con la sospensione della 124 Abarth, uno con un ponte simile a quello della X1/9. La scelta cade sull’ultima soluzione, la più idonea all’uso rallistico per ragioni di peso e di cinematica.

 

Dal punto di vista dell’autotelaio, la vettura è alleggerita con l’adozione di cofani e parafanghi anteriori e posteriori in vetroresina e di porte in alluminio. Dietro, il pianale è modificato per poter ospitare i duomi dei gruppi McPherson posteriori. La versione da competizione, a questo punto, viene sviluppata su una base già ben predisposta a ricevere le modifiche.

LA MECCANICA

All’inizio, il motore per le competizioni adotta i carburatori, presto sostituiti dall’iniezione Kugelfisher. La lubrificazione a carter umido, con ingranaggi maggiorati della Nuova Campagnola, lascia il posto al carter secco. Viene anche omologato un albero motore a otto contrappesi, più pesante ma anche più rigido, che permette al motore di salire di regime.

 

Dal punto di vista della trasmissione, il cambio subisce tre evoluzioni: tipo 163, 165 e 168, quest’ultimo con 5^ marcia in presa diretta e quindi albero di trasmissione non più surmoltiplicato, a vantaggio del rapporto di riduzione che passa mediamente da 7/43 a 8/43, a tutto vantaggio dell’affidabilità della coppia di riduzione finale.

 

Al cambio è accoppiato, con funzione di smorzatore, un complesso giunto elastico realizzato con due giunti tipo Saga Pirelli Giubo in parallelo, detto appunto BIGIUBO, che fa cessare tutti i problemi di gioventù della trasmissione.

 

Il ponte posteriore vede l’adozione di un differenziale specifico a lamelle studiato dalla ZF. Qualche problema di gioventù affligge i semiassi, inizialmente sottodimensionati. Una versione intermedia provoca il disastroso ritiro di tutte le vetture tranne una (che adottava la vecchia soluzione) in gara all’Acropoli in Grecia 1976. Si adotta infine una versione definitiva con i giunti maggiorati rifacendo tutti i montanti posteriori.

 

Per le sospensioni, si ricorda l’adozione di articolazioni su uni-ball, che permettono una maggior precisione di guida. Dall’ottobre 1977 vengono poi omologati dei duomi più alti per ottenere un utile aumento delle escursioni, soprattutto sui fondi sterrati utilizzando ammortizzatori a corsa maggiorata. Quelli da asfalto restano corti e vengono montati con un distanziale tra attacco e duomo rialzato.

 

Nello stesso periodo viene adottato un avantreno con braccio trasversale in lega leggera forgiata, più leggero di quello in acciaio di serie e più rigido. Vengono poi montati ammortizzatori Bilstein in luogo dei Corte&Cosso: la prima serie arriva nel 1976, sono provati da Walter Rohrl al Rally San Martino di Castrozza e si diffondono subito con successo e per tutti gli anni di vita di questa vettura.

SCUDERIA 4 ROMBI CORSE

Franco Ceccato e la Scuderia 4 Rombi Corse

Il Triveneto è sempre stato terreno fertile per i rally e tutto quanto gira intorno a questa affascinante specialità automobilistica. I nostri campioni più forti e osannati provengono dal nord-est italiano (Sandro Munari e Miki Biasion su tutti) ma sin dagli anni Sessanta c’è sempre stato un gran fermento rallistico anche tra gentleman driver, squadre corse, scuderie, preparatori e organizzazioni varie.

 

Il vicentino Franco Ceccato (è nato a Schio nel 1953) non è semplicemente il proprietario della Fiat 131 Abarth Gruppo 4 di questo servizio. Con questo esemplare, infatti, Ceccato corse e vinse nei rally a cavallo degli anni Settanta e Ottanta e da allora non se n’è mai più separato, tanto questa vettura gli è rimasta nel cuore.

 

Franco Ceccato è oggi un noto imprenditore nel settore delle concessionarie di automobili, ma è legato ai rally sin dalle origini. Ad iniziare dal padre Lorenzo, capostipite e fondatore del Gruppo Ceccato, per proseguire con il fratello maggiore Pino. Quest’ultimo è stato tra i primissimi piloti ufficiali della Squadra Corse Fiat a partire dal 1970, quando il Lingotto si cimentava nei rally con le 124 e 125 berlina. Franco Ceccato debutta nelle corse su strada come navigatore del fratello, per passare, nel 1973, al volante di una Fiat 127 Gruppo 2. Nel 1974 partecipa al Campionato Triveneto e in alcune gare del tricolore con la 124 Special T e con la 124 Abarth. Nel 1976 è la volta della 131 Abarth, con la quale Ceccato si aggiudica il Trofeo Alpe Adria, il Campionato Italiano 1982 e la Mitropa Cup 1983.

 

Vedere oggi Franco Ceccato al volante della 131 Abarth è sempre esaltante. L’auto gli calza come un guanto. Terra e neve sono i “loro” fondi prediletti. Terreni ideali per far muovere con sensualità il posteriore della 131, che raramente riesce a viaggiare dritta. Il quattro cilindri aspirato, che viaggia nell’ordine dei 250 CV, tira bene agli alti regimi e il suo rumore è inconfondibile. Franco Ceccato, come testimonia la livrea della sua 131, è stato alfiere della gloriosa Scuderia 4 Rombi. Una fucina di campioni che prende vita a Padova nel 1978 grazie alla passione e all’intraprendenza di Pio Cantoni, l’allora direttore della locale filiale Fiat. Cantoni riesce a riunire decine di concessionari Fiat della zona per formare una vera e propria squadra sportiva. La preparazione delle vetture, però, viene affidata a Giuseppe Volta di Torino e altri aiuti economici arrivano da “mamma Fiat”.

 

L’attività della 4 Rombi (nomi che fa riferimento al logo Fiat di quegli anni) prosegue per una decina d’anni portando la livrea rosso-nero-gialla sulle successive Fiat Ritmo e Uno.

 

Il ponte posteriore vede l’adozione di un differenziale specifico a lamelle studiato dalla ZF. Qualche problema di gioventù affligge i semiassi,inizialmente sottodimensionati. Una versione intermedia provoca il disastroso ritiro di tutte le vetture tranne una (che adottava la vecchia soluzione) in gara all’Acropoli in Grecia 1976. Si adotta infine una versione definitiva con i giunti maggiorati rifacendo tutti i montanti posteriori. Per le sospensioni, si ricorda l’adozione di articolazioni su uni-ball, che permettono una maggior precisione di guida. Dall’ottobre 1977 vengono di gioventù della trasmissione.

 

LE VITTORIE

Le vittorie mondiali della Fiat 131 Abarth

Anno               Gara                                                   Equipaggio

1976                Rally 1000 Laghi (Finlandia)              Alen-Kiwimaki

1977                Rally Portogallo                                 Alen-Kiwimaki

                        Rally Nuova Zelanda                          Bacchelli-Rossetti

                        Rally del Quebec                               Salonen-Markkula

                        Rallye Sanremo                                 Andruet-Delferrier

                        Tour de Corse (Francia)                     Darniche-Mahé

1978                Rally Portogallo                                 Alen-Kiwimaki

                        Rally Acropoli (Grecia)                      Rohrl-Geistdorfer

                        Rally 1000 Laghi (Finlandia)              Alen-Kiwimaki

                        Rally del Quebec                               Alen-Kiwimaki

                        Tour de Corse (Francia)                     Darniche-Mahé

1979                Rally 1000 Laghi (Finlandia)              Alen-Kiwimaki

1980                Rallye Montecarlo                             Rohrl-Geistdorfer

                        Rally Portogallo                                 Rohrl-Geistdorfer

                        Rally Argentina                                  Rohrl-Geistdorfer

                        Rally 1000 Laghi (Finlandia)              Alen-Kiwimaki

                        Rallye Sanremo                                 Rohrl-Geistdorfer

1981                Rally Portogallo                                 Alen-Kiwimaki

 

I titoli iridati

1977, 1978, 1980

SCHEDA TECNICA

Scheda tecnica Fiat 131 Abarth Gruppo 4

Motore: anteriore longitudinale, 4 cilindri in linea, 1.995 cc, alesaggio e corsa 84x90 mm, rapporto di comprensione 11:1, potenza massima 225 CV a 7600 giri/minuto, coppia massima 23 kgm a 5600 giri/minuto, iniezione meccanica Kugelfischer, doppio albero a camme in testa, quattro valvole per cilindro; trasmissione: trazione posteriore, frizione monodisco a secco, cambio meccanico ZF a 5 rapporti, differenziale autobloccante ZF; sospensioni: anteriori e posteriori a ruote indipendenti, schema McPherson, bracci oscillanti inferiori, barra stabilizzatrice; freni: a disco autoventilanti sulle 4 ruote; sterzo: a cremagliera; ruote: cerchi in magnesio 10 (ant.) e 11 (post.) x 15” o 7x15” (terra), pneumatici Pirelli P7 285/35 VR15 (asfalto) e Pirelli MS35 185/70 VR15 (terra); dimensioni: passo 2.490 mm, carreggiata ant. 1.520 mm, post. 1.492, lunghezza 4.190 mm, larghezza 1.820 mm, altezza 1.360 mm; peso: 950 kg

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