Gli appassionati la chiamavano “Lamborghini Eurospin”: con 24mila euro te la portavi a casa tranquillamente (ma c’era il trappolone)
Lamborghini _Eurospin_ @automobilismodepoca
Un annuncio online proponeva una “Lamborghini Reventón” a meno di 25mila euro: sembrava un affare, era solo un gigantesco travestimento.
Per anni la Lamborghini Reventón è stata il sogno proibito degli appassionati: pochissimi esemplari, oltre un milione di euro da nuova, oggi valutazioni da capogiro. Eppure, qualche tempo fa, sui siti di annunci è comparsa una “Reventón” che costava meno di una compatta ben accessoriata, intorno ai 25mila dollari, poco più di 22mila euro. Gli appassionati l’hanno subito ribattezzata “Lamborghini Eurospin”: stessa forma aggressiva, ma prezzo da corsia discount.
A prima vista le foto sembravano parlare chiaro: carrozzeria spigolosa, prese d’aria enormi, porte a forbice, cerchi vistosi. Insomma, tutto l’armamentario estetico della supercar del Toro. Il trucco però stava proprio lì, nelle immagini. Bastava guardarle con un po’ di attenzione per capire che qualcosa non tornava, che quella non era l’auto rarissima costruita in 20 esemplari ma una specie di costume di Carnevale a quattro ruote.
La supercar “dei poveri” era in realtà una Honda Civic mascherata
Dietro la maschera da supercar si nascondeva una normalissima Honda Civic. L’auto in vendita era infatti una Civic di fine anni Duemila, rivestita con pannelli artigianali ispirati alla Reventón. Il paraurti anteriore riprendeva le linee della Lamborghini, le fiancate erano allargate e il posteriore cercava di imitare le geometrie estreme dell’originale, con qualche richiamo persino alla Countach. Un lavoro scenografico, certo, ma pur sempre una replica.
Il trappolone vero però era sotto la carrozzeria. Dove la Reventón monta un V12 da capogiro, questa “Eurospin edition” si accontentava del quattro cilindri 1.8 VTEC Honda, aspirato, abbinato a un cambio automatico e con oltre duecentomila chilometri alle spalle. Altro che bolide da collezione: meccanica da compatta di tutti i giorni, solo vestita da star del paddock. Anche gli interni tradivano l’inganno, con la plancia quasi identica a quella della Civic e giusto qualche sedile in pelle con logo “Lamborghini” ricamato per dare l’illusione di esclusività.

Il prezzo da sogno, i rischi reali e la fregatura dietro l’angolo
Il punto forte dell’annuncio era il prezzo: con poco più di 24mila euro potevi dire, almeno a parole, di avere una Reventón in garage. Ma qui sta il nodo: non si trattava di un’occasione irripetibile, bensì di un’auto che un collezionista vero non prenderebbe neppure in considerazione. Nessun valore storico, nessuna ufficialità, nessun legame con la produzione della casa di Sant’Agata. Solo una Civic pesantemente modificata, con tutte le incognite del caso su sicurezza, omologazioni e assicurazione.
Il rischio per chi ci cascava era doppio. Da un lato economico, perché rivendere una replica del genere è complicato: ciò che oggi paghi caro come “pezzo unico” domani potrebbe valere quanto una comune utilitaria usata. Dall’altro legale, perché una personalizzazione così estrema, tra loghi, carrozzeria e modifiche strutturali, può sollevare più di un problema con controlli tecnici e normative locali. Il sogno di guidare una supercar a prezzo di saldo, alla fine, si riduceva a una semplice verità: pagavi tanto per un’auto che non era né davvero economica, né davvero una Lamborghini.
