Lancia Appia Zagato GTZ

CERCALogin / RegistratiEditLog outxLog inricordamirecupera passwordRegistrati a Automobilismodepoca.itEDITORIALENEWSBELLISSIMEGUIDA ACQUISTOSPORTTECNICAIO E LA MIA AUTOGALLERYVIDEOLancia Appia Zagato GTZ71 Immagini15/01/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati UnitiPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONIdi Elvio DeganelloPuntualmente, lo stile della piccola Lancia carrozzata da Zagato non mancò di far presa anche oltre Oceano. A partire dal gennaio 1959 Max Hoffman (il distributore statunitense di Mercedes e Porsche) iniziò a importare regolarmente anche piccoli lotti di Appia GTE negli Stati Uniti. Il primo comprese gli esemplari con i telai dal #2470 al #2474, fra i quali c’erano quelli che si recarono a Torino per ritirare direttamente le loro Appia Zagato, che poi esportarono con targhe EE. Fra loro vanno ricordati James Badger, che acquistò la #4177, Cesare De Feo (#4411) e Jeff Burk (#4887). L’acquisto diretto presso la Casa era una pratica comune per i residenti nei Paesi privi di un importatore ufficiale o di una filiale della Casa stessa, ma la rete di vendita della Lancia all’estero era piuttosto buona. Fra i più attivi rivenditori stranieri di Appia Zagato ricordiamo i libanesi Fratelli Frassati, il francese Roblou, la Messicana Motoritalia, la tedesca Auto Beker, le portoghesi Guerin Sarl. e Societad Universus, la venezuelana L.A.M.C.A., il greco P. Ch. Damascos, il belga Remy Mannes, l’austriaco Wolfgang Denzel e la società olandese Lancia Import. dal #2990 al #2993 e dal #3106 al #3110. Il totale delle esportazioni negli Stati Uniti nel solo 1959 fu quindi di una trentina d’esemplari: una bella dimostrazione della validità della sigla GTE, nella quale E significava, appunto, Esportazione. Nel 1960 il totale delle Appia Zagato importate da Hoffman risultò po’ inferiore perché alcuni parteciparono alla 12 Ore di Sebring con Harry Blanchard- Skipp Callahan, trentacinquesimi assoluti, Peter Baumberger-Walter Rohlfs, quarantesimi assoluti e Newton Davis-Charles L. Abry ritirati a poche ore dalla fine. Max Hoffman ritirò un secondo lotto di auto (telai dal #2530 al 2534, dal #2539 al #2541 e il #2554) nell’aprile 1959 e ne consegnò la maggior parte a piloti come Dick Gent, specialista delle piccole cilindrate nelle gare S.C.C.A. (Sport Car Club of America). Nell’ottobre 1959 Hoffman importò la #2889, la #2890, la #2891, la #2946 e la #2963. In dicembre chiuse l’anno con gli esemplariPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONITutto su:lancialancia appialancia appia zagatozagatoSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2016La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Lancia Appia Zagato GTZ71 Immagini15/01/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati UnitiPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONIdi Elvio DeganelloPuntualmente, lo stile della piccola Lancia carrozzata da Zagato non mancò di far presa anche oltre Oceano. A partire dal gennaio 1959 Max Hoffman (il distributore statunitense di Mercedes e Porsche) iniziò a importare regolarmente anche piccoli lotti di Appia GTE negli Stati Uniti. Il primo comprese gli esemplari con i telai dal #2470 al #2474, fra i quali c’erano quelli che si recarono a Torino per ritirare direttamente le loro Appia Zagato, che poi esportarono con targhe EE. Fra loro vanno ricordati James Badger, che acquistò la #4177, Cesare De Feo (#4411) e Jeff Burk (#4887). L’acquisto diretto presso la Casa era una pratica comune per i residenti nei Paesi privi di un importatore ufficiale o di una filiale della Casa stessa, ma la rete di vendita della Lancia all’estero era piuttosto buona. Fra i più attivi rivenditori stranieri di Appia Zagato ricordiamo i libanesi Fratelli Frassati, il francese Roblou, la Messicana Motoritalia, la tedesca Auto Beker, le portoghesi Guerin Sarl. e Societad Universus, la venezuelana L.A.M.C.A., il greco P. Ch. Damascos, il belga Remy Mannes, l’austriaco Wolfgang Denzel e la società olandese Lancia Import. dal #2990 al #2993 e dal #3106 al #3110. Il totale delle esportazioni negli Stati Uniti nel solo 1959 fu quindi di una trentina d’esemplari: una bella dimostrazione della validità della sigla GTE, nella quale E significava, appunto, Esportazione. Nel 1960 il totale delle Appia Zagato importate da Hoffman risultò po’ inferiore perché alcuni parteciparono alla 12 Ore di Sebring con Harry Blanchard- Skipp Callahan, trentacinquesimi assoluti, Peter Baumberger-Walter Rohlfs, quarantesimi assoluti e Newton Davis-Charles L. Abry ritirati a poche ore dalla fine. Max Hoffman ritirò un secondo lotto di auto (telai dal #2530 al 2534, dal #2539 al #2541 e il #2554) nell’aprile 1959 e ne consegnò la maggior parte a piloti come Dick Gent, specialista delle piccole cilindrate nelle gare S.C.C.A. (Sport Car Club of America). Nell’ottobre 1959 Hoffman importò la #2889, la #2890, la #2891, la #2946 e la #2963. In dicembre chiuse l’anno con gli esemplariPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONITutto su:lancialancia appialancia appia zagatozagatoSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2016La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

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40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati Uniti

di Elvio DeganelloPuntualmente, lo stile della piccola Lancia carrozzata da Zagato non mancò di far presa anche oltre Oceano. A partire dal gennaio 1959 Max Hoffman (il distributore statunitense di Mercedes e Porsche) iniziò a importare regolarmente anche piccoli lotti di Appia GTE negli Stati Uniti. Il primo comprese gli esemplari con i telai dal #2470 al #2474, fra i quali c’erano quelli che si recarono a Torino per ritirare direttamente le loro Appia Zagato, che poi esportarono con targhe EE. Fra loro vanno ricordati James Badger, che acquistò la #4177, Cesare De Feo (#4411) e Jeff Burk (#4887). L’acquisto diretto presso la Casa era una pratica comune per i residenti nei Paesi privi di un importatore ufficiale o di una filiale della Casa stessa, ma la rete di vendita della Lancia all’estero era piuttosto buona. Fra i più attivi rivenditori stranieri di Appia Zagato ricordiamo i libanesi Fratelli Frassati, il francese Roblou, la Messicana Motoritalia, la tedesca Auto Beker, le portoghesi Guerin Sarl. e Societad Universus, la venezuelana L.A.M.C.A., il greco P. Ch. Damascos, il belga Remy Mannes, l’austriaco Wolfgang Denzel e la società olandese Lancia Import. dal #2990 al #2993 e dal #3106 al #3110. Il totale delle esportazioni negli Stati Uniti nel solo 1959 fu quindi di una trentina d’esemplari: una bella dimostrazione della validità della sigla GTE, nella quale E significava, appunto, Esportazione. Nel 1960 il totale delle Appia Zagato importate da Hoffman risultò po’ inferiore perché alcuni parteciparono alla 12 Ore di Sebring con Harry Blanchard- Skipp Callahan, trentacinquesimi assoluti, Peter Baumberger-Walter Rohlfs, quarantesimi assoluti e Newton Davis-Charles L. Abry ritirati a poche ore dalla fine. Max Hoffman ritirò un secondo lotto di auto (telai dal #2530 al 2534, dal #2539 al #2541 e il #2554) nell’aprile 1959 e ne consegnò la maggior parte a piloti come Dick Gent, specialista delle piccole cilindrate nelle gare S.C.C.A. (Sport Car Club of America). Nell’ottobre 1959 Hoffman importò la #2889, la #2890, la #2891, la #2946 e la #2963. In dicembre chiuse l’anno con gli esemplariPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONITutto su:lancialancia appialancia appia zagatozagato

Puntualmente, lo stile della piccola Lancia carrozzata da Zagato non mancò di far presa anche oltre Oceano. A partire dal gennaio 1959 Max Hoffman (il distributore statunitense di Mercedes e Porsche) iniziò a importare regolarmente anche piccoli lotti di Appia GTE negli Stati Uniti. Il primo comprese gli esemplari con i telai dal #2470 al #2474, fra i quali c’erano quelli che si recarono a Torino per ritirare direttamente le loro Appia Zagato, che poi esportarono con targhe EE. Fra loro vanno ricordati James Badger, che acquistò la #4177, Cesare De Feo (#4411) e Jeff Burk (#4887). L’acquisto diretto presso la Casa era una pratica comune per i residenti nei Paesi privi di un importatore ufficiale o di una filiale della Casa stessa, ma la rete di vendita della Lancia all’estero era piuttosto buona. Fra i più attivi rivenditori stranieri di Appia Zagato ricordiamo i libanesi Fratelli Frassati, il francese Roblou, la Messicana Motoritalia, la tedesca Auto Beker, le portoghesi Guerin Sarl. e Societad Universus, la venezuelana L.A.M.C.A., il greco P. Ch. Damascos, il belga Remy Mannes, l’austriaco Wolfgang Denzel e la società olandese Lancia Import. dal #2990 al #2993 e dal #3106 al #3110. Il totale delle esportazioni negli Stati Uniti nel solo 1959 fu quindi di una trentina d’esemplari: una bella dimostrazione della validità della sigla GTE, nella quale E significava, appunto, Esportazione. Nel 1960 il totale delle Appia Zagato importate da Hoffman risultò po’ inferiore perché alcuni parteciparono alla 12 Ore di Sebring con Harry Blanchard- Skipp Callahan, trentacinquesimi assoluti, Peter Baumberger-Walter Rohlfs, quarantesimi assoluti e Newton Davis-Charles L. Abry ritirati a poche ore dalla fine. Max Hoffman ritirò un secondo lotto di auto (telai dal #2530 al 2534, dal #2539 al #2541 e il #2554) nell’aprile 1959 e ne consegnò la maggior parte a piloti come Dick Gent, specialista delle piccole cilindrate nelle gare S.C.C.A. (Sport Car Club of America). Nell’ottobre 1959 Hoffman importò la #2889, la #2890, la #2891, la #2946 e la #2963. In dicembre chiuse l’anno con gli esemplari

Puntualmente, lo stile della piccola Lancia carrozzata da Zagato non mancò di far presa anche oltre Oceano. A partire dal gennaio 1959 Max Hoffman (il distributore statunitense di Mercedes e Porsche) iniziò a importare regolarmente anche piccoli lotti di Appia GTE negli Stati Uniti. Il primo comprese gli esemplari con i telai dal #2470 al #2474, fra i quali c’erano quelli che si recarono a Torino per ritirare direttamente le loro Appia Zagato, che poi esportarono con targhe EE. Fra loro vanno ricordati James Badger, che acquistò la #4177, Cesare De Feo (#4411) e Jeff Burk (#4887). L’acquisto diretto presso la Casa era una pratica comune per i residenti nei Paesi privi di un importatore ufficiale o di una filiale della Casa stessa, ma la rete di vendita della Lancia all’estero era piuttosto buona. Fra i più attivi rivenditori stranieri di Appia Zagato ricordiamo i libanesi Fratelli Frassati, il francese Roblou, la Messicana Motoritalia, la tedesca Auto Beker, le portoghesi Guerin Sarl. e Societad Universus, la venezuelana L.A.M.C.A., il greco P. Ch. Damascos, il belga Remy Mannes, l’austriaco Wolfgang Denzel e la società olandese Lancia Import. dal #2990 al #2993 e dal #3106 al #3110. Il totale delle esportazioni negli Stati Uniti nel solo 1959 fu quindi di una trentina d’esemplari: una bella dimostrazione della validità della sigla GTE, nella quale E significava, appunto, Esportazione. Nel 1960 il totale delle Appia Zagato importate da Hoffman risultò po’ inferiore perché alcuni parteciparono alla 12 Ore di Sebring con Harry Blanchard- Skipp Callahan, trentacinquesimi assoluti, Peter Baumberger-Walter Rohlfs, quarantesimi assoluti e Newton Davis-Charles L. Abry ritirati a poche ore dalla fine. Max Hoffman ritirò un secondo lotto di auto (telai dal #2530 al 2534, dal #2539 al #2541 e il #2554) nell’aprile 1959 e ne consegnò la maggior parte a piloti come Dick Gent, specialista delle piccole cilindrate nelle gare S.C.C.A. (Sport Car Club of America). Nell’ottobre 1959 Hoffman importò la #2889, la #2890, la #2891, la #2946 e la #2963. In dicembre chiuse l’anno con gli esemplari

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La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.

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