I tuoi occhi non ti stanno tradendo: questo è un vero pick-up FIAT | Si chiama “Toro” e lo vendono solo in Brasile
Fiat Toro ultra @fiat, automobilismodepoca
Nella gamma del marchio torinese esiste davvero un pick up chiamato Toro: un modello progettato e costruito in Brasile, pensato per quel mercato e mai arrivato ufficialmente in Italia.
Per chi è abituato a vedere utilitarie, citycar e piccole crossover con il marchio italiano sul cofano, l’idea di un pick up di taglia media firmato dalla stessa Casa sembra quasi uno scherzo. Eppure, da anni sulle strade brasiliane circola un modello con il logo FIAT ben in vista e un nome che non passa inosservato. È un veicolo a doppia cabina, con cassone posteriore, assetto rialzato e dimensioni che lo collocano a metà tra i piccoli mezzi da lavoro e i grandi pick up americani.
La sua storia parte nel 2016, quando la filiale sudamericana del costruttore decide di presidiare un segmento molto amato oltre oceano, quello dei pick up compatti ma versatili, adatti tanto alla città quanto alle strade sterrate. Nasce così un modello sviluppato sulla stessa base tecnica della Jeep Renegade e di altre vetture del gruppo, con una struttura da SUV e un pianale capace di sopportare carichi importanti. Il risultato è un mezzo che unisce un abitacolo da auto familiare a un vano di carico posteriore che può ospitare attrezzi, biciclette, bagagli e materiale da lavoro.
Un pick up a metà strada tra SUV e mezzo da lavoro
Dal punto di vista tecnico, questo pick up sfrutta una piattaforma già collaudata, con sospensioni pensate per garantire comfort in città e resistenza sulle strade più difficili. Le motorizzazioni, a seconda delle versioni, comprendono unità turbo benzina Flex – in grado di funzionare sia a benzina sia a etanolo – e propulsori turbodiesel dotati di trazione anteriore o integrale. Nelle ultime evoluzioni, il motore Turbo 270 Flex e il 2.2 turbodiesel costituiscono il cuore dell’offerta, con potenze che arrivano fino a circa 200 cavalli e una coppia pensata per il traino e per i percorsi in fuoristrada leggero.
Accanto alla sostanza meccanica, il costruttore ha lavorato molto anche sull’immagine. La carrozzeria mostra linee muscolose, una calandra imponente con il nuovo lettering del marchio e gruppi ottici anteriori e posteriori a LED dal disegno moderno. Gli allestimenti più ricchi propongono cerchi in lega di grandi dimensioni, inserti neri lucidi, protezioni sotto scocca e dettagli che strizzano l’occhio tanto all’uso urbano quanto alle gite del weekend. Dentro l’abitacolo, nel model year più recente, compaiono quadro strumenti digitale, grande schermo centrale verticale, connettività evoluta e un pacchetto di sistemi di assistenza alla guida che avvicinano il mezzo alle SUV vendute in Europa.
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Perché resta un modello “esotico” per gli automobilisti italiani
Nonostante il marchio italiano sul cofano, questo pick up resta un prodotto pensato quasi esclusivamente per il mercato brasiliano e per alcuni Paesi dell’America Latina. Il modello viene costruito nello stabilimento di Goiana, nello stato di Pernambuco, e negli anni è diventato uno dei veicoli più venduti nel suo segmento, grazie alla capacità di adattarsi sia alle esigenze dei professionisti sia a quelle delle famiglie che cercano un mezzo robusto per il tempo libero. La domanda interna è così forte da rendere, almeno per ora, poco conveniente una complicata omologazione per l’Europa.
Chi guarda dall’Italia può solo osservarlo sulle riviste specializzate e nei video girati sulle strade brasiliane. Secondo quanto raccontato da testate come Quattroruote, le ultime versioni, comprese le più ricche come la Ultra, puntano ancora di più su finiture curate, interni in pelle, infotainment aggiornato e dotazioni di sicurezza complete, confermando la scelta del costruttore di trattarlo come un vero top di gamma per il mercato locale.
La curiosità degli appassionati europei nasce proprio da questo paradosso: un pick up che porta un logo famigliare, ma che rimane lontano dai nostri concessionari, quasi fosse un modello di un’altra Casa. Per ora, chi sogna di vederlo nel proprio garage deve accontentarsi di foto e schede tecniche, mentre in Brasile continua a essere parte del paesaggio quotidiano, parcheggiato davanti a negozi, cantieri e spiagge, con il cassone carico e l’abitacolo pieno, come ogni mezzo nato per lavorare ma capace di accompagnare anche i momenti di svago.
