Integralmente mia: la Delta più desiderata

Dopo la HF 4WD e prima della “Evo”, la Integrale in versione a 8 e 16 valvole è stata la dominatrice
dei Rally e di moltissimi appassionati. L'articolo su Automobilismo d'epoca di novembre
Apparsa nel corso del 1979, la Lancia Delta è una berlina compatta che piace subito al mercato grazie alla linea moderna disegnata da Giugiaro, alla qualità delle finiture tipicamente Lancia (anche se ormai Fiat) e alla brillantezza dei motori, inizialmente 1.3 e 1.5. Il disegno dei due volumi è tanto azzeccato da restare pressoché immutato per vent’anni; e nel 1980 la macchina vince il titolo di “auto dell’anno”, che all’epoca qualcosa significa.
La vettura è del segmento medio che più interessa le Case, e data la vitalità del marchio Lancia nelle competizioni, il suo uso in gara è cosa naturale. Nel giro di pochi anni i regolamenti dei Rally cambiano ed emerge il Gruppo B, fortemente voluto dal presidente della Federazione Internazionale Jean Marie Balestre. Egli ha un piano molto chiaro: Ecclestone gli dà fastidio con la Formula 1, che una visibilità sempre più planetaria; allora caldeggia un regolamento che possa interessare il più possibile i Costruttori nella disciplina più importante tra quelle per vetture “stradali”. Il Gruppo B, che richiede soltanto 200 esemplari per l’omologazione, è un invito a nozze. Ma i prototipi che ne derivano sono troppo potenti, con i funesti risultati che tutti sanno. A fine 1986 perciò si cambia rotta e si passa ai Gruppi A ed N, entrambi realmente derivati di serie. La Lancia con la Delta non si fa trovare impreparata: se la S4 di Gr. B aveva soltanto una carrozzeria (lontana) parente del modello stradale, la nuova HF 4WD è una normale Delta di serie con motore potente (165 Cv) e trazione integrale: una belva sì, ma anche una semplice versione “top” di gamma.

Allargata

Gli sviluppi tecnici però corrono più veloci delle auto e già a fine 1987, nonostante la vittoria della 4WD nel mondiale, si pensa alla versione successiva, che si chiamerà “Integrale” e avrà le carreggiate allargate. La “8 valvole” manterrà la meccanica della precedente, soltanto un po’ potenziata (oltre 180 Cv a 5300 giri) grazie a un nuovo turbo Garrett T3 più grosso del precedente a sovralimentare il 2 litri 4 cilindri derivato dalla Thema, e la coppia di 31 kgm a 3500 giri; modifiche arrivano anche per i freni, con dischi anteriori ventilati e più grandi e pinze adeguate. L’estetica cambia non soltanto per i parafanghi allargati che accolgono ora pneumatici 195/55 VR15, ma anche per le prese d’aria motore e freni. L’allargamento comporta ovvie modifiche alle sospensioni, mentre la trazione integrale resta basata su tre differenziali, di cui il centrale epicicloidale e ripartizione 56/44 anteriore/posteriore.
(L'articolo completo su Automobilismo d'epoca di Novembre 2017)
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