L’ABC della regolarità: i coefficienti ed il tempo

L’ABC della regolarità: i coefficienti ed il tempo

CERCALogin / RegistratiEditLog outxLog inricordamirecupera passwordRegistrati a Automobilismodepoca.itEDITORIALENEWSBELLISSIMEGUIDA ACQUISTOSPORTTECNICAIO E LA MIA AUTOGALLERYVIDEOL’ABC della regolarità: i coefficienti ed il tempo19/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Quanto dura un secondo nella regolarità? Entriamo nella pratica sulle regole delle prove di regolarità, sempre più amate dagli appassionatia cura della RedazioneDopo aver parlato deiconcetti base che definiscono le gare di regolaritàed anche delleprove e dei controllicui ci si deve sottoporre, entriamo ora nel vivo. E continuate a seguirci perché non finirà qui.I coefficientiIntroduciamo brevemente anche il concetto di coefficiente, salvo poi approfondirlo in seguito, come faremo per prove e rilevamenti.Il mondo delle auto storiche è molto vasto e variegato, e nelle gare cosiddette “generaliste” possono trovarsi a competere fianco a fianco vetture anche molto diverse, sia per tipologia che per anzianità, con l’inevitabile risultato che in base al tipo di competizione (notturna, salita, circuito, neve o ghiaccio ecc.) alcuni modelli siano avvantaggiati rispetto ad altri. Per cercare di livellare almeno in parte tali disparità, molto spesso vengono applicati dei coefficienti di modifica delle penalità, solitamente stabiliti in base all’età in modo da favorire le vetture più anziane, presumibilmente meno performanti e affidabili. Nelle gare ASI in particolare, l’applicazione del coefficiente di vetustà dei veicoli segue le regole per le vetture provviste del certificato d’Identità emesso dall’ASI stesso, mentre alle auto sprovviste viene attribuito un coefficiente unico piuttosto penalizzante.Il tempo: quanto dura un secondoEsaurita la parte introduttiva, passiamo senza troppi indugi alla pratica. Con l’aiuto dei fratelli Gianluca e Alessandro Cappella, equipaggio di giovani “big” della regolarità italiana per auto storiche e insegnanti di regolarità presso la Scuderia 3S di Roma, vediamo quali sono i rudimenti da cui partire per iniziare il nostro viaggio nella disciplina.“Uno dei concetti chiave per diventare dei buoni regolaristi – attacca Gianluca – è imparare quanto dura un secondo. La storia che corrisponde alla attribuzione di un valore al secondo è abbastanza lunga: diciamo per semplicità che il secondo è 1/86400 del giorno solare medio. A noi invece basta pensare che il secondo è la sessantesima parte di un minuto, ma ancor più ci interessa sapere che un secondo è composto da 100 centesimi.Per potere ambire a diventare un buon regolarista, è di fondale importanza imparare a conoscere l’esatta, o quasi, durata di un secondo. Il cervello umano è potente ma purtroppo non è in grado di restituirci una precisa misurazione del tempo. Per questo va aiutato con l’esercizio, in modo da ottenere delle buone approssimazioni. Trucchi classici sono il canticchiare sempre a mente lo stesso ritornello (conoscendone la durata) o contare 1001,1002,1003… dove il tempo per pronunciare la cifra corrisponde più o meno a un secondo, ottenendo delle buone approssimazioni. Purtroppo siamo però ancora lontani dalla precisione richiesta per il “gioco” della regolarità. Il mio personale consiglio è di munirvi di un cronometro meccanico a lancette da 30 secondi, farlo partire e contare fino a compiere un giro completo di 30 secondi ad occhi chiusi, per poi verificare lo scarto dal tempo effettivo. L’esercizio va ripetuto più volte fino ad arrivare a un’approssimazione di scarto pari al massimo ad un secondo in più o in meno rispetto al limite che vi siete imposti (in questo caso il trentesimo secondo). Questo perché quando vi troverete all’interno di una prova speciale della durata ad esempio di 20 secondi, dopo che il 19° sarà appena trascorso, dovrete decidere come gestire acceleratore e freno per schiacciare il pressostato esattamente dopo un secondo. Se la vostra cognizione del secondo è pari ad esempio ad 94 centesimi, oppure a 107 centesimi, probabilmente effettuerete il passaggio in anticipo o in ritardo.”Ma ovviamente la cognizione della durata di un secondo non è tutto. Nel prossimo fascicolo conosceremo gli strumenti di misurazione: cronometri analogici, digitali, tripmaster e tutto ciò che riguarda il loro corretto uso: lettura, programmazione, sincronizzazione, “sdoppiaggio”.Tutto su:gare regolaritÃSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT all’italiana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

L’ABC della regolarità: i coefficienti ed il tempo19/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Quanto dura un secondo nella regolarità? Entriamo nella pratica sulle regole delle prove di regolarità, sempre più amate dagli appassionatia cura della RedazioneDopo aver parlato deiconcetti base che definiscono le gare di regolaritàed anche delleprove e dei controllicui ci si deve sottoporre, entriamo ora nel vivo. E continuate a seguirci perché non finirà qui.I coefficientiIntroduciamo brevemente anche il concetto di coefficiente, salvo poi approfondirlo in seguito, come faremo per prove e rilevamenti.Il mondo delle auto storiche è molto vasto e variegato, e nelle gare cosiddette “generaliste” possono trovarsi a competere fianco a fianco vetture anche molto diverse, sia per tipologia che per anzianità, con l’inevitabile risultato che in base al tipo di competizione (notturna, salita, circuito, neve o ghiaccio ecc.) alcuni modelli siano avvantaggiati rispetto ad altri. Per cercare di livellare almeno in parte tali disparità, molto spesso vengono applicati dei coefficienti di modifica delle penalità, solitamente stabiliti in base all’età in modo da favorire le vetture più anziane, presumibilmente meno performanti e affidabili. Nelle gare ASI in particolare, l’applicazione del coefficiente di vetustà dei veicoli segue le regole per le vetture provviste del certificato d’Identità emesso dall’ASI stesso, mentre alle auto sprovviste viene attribuito un coefficiente unico piuttosto penalizzante.Il tempo: quanto dura un secondoEsaurita la parte introduttiva, passiamo senza troppi indugi alla pratica. Con l’aiuto dei fratelli Gianluca e Alessandro Cappella, equipaggio di giovani “big” della regolarità italiana per auto storiche e insegnanti di regolarità presso la Scuderia 3S di Roma, vediamo quali sono i rudimenti da cui partire per iniziare il nostro viaggio nella disciplina.“Uno dei concetti chiave per diventare dei buoni regolaristi – attacca Gianluca – è imparare quanto dura un secondo. La storia che corrisponde alla attribuzione di un valore al secondo è abbastanza lunga: diciamo per semplicità che il secondo è 1/86400 del giorno solare medio. A noi invece basta pensare che il secondo è la sessantesima parte di un minuto, ma ancor più ci interessa sapere che un secondo è composto da 100 centesimi.Per potere ambire a diventare un buon regolarista, è di fondale importanza imparare a conoscere l’esatta, o quasi, durata di un secondo. Il cervello umano è potente ma purtroppo non è in grado di restituirci una precisa misurazione del tempo. Per questo va aiutato con l’esercizio, in modo da ottenere delle buone approssimazioni. Trucchi classici sono il canticchiare sempre a mente lo stesso ritornello (conoscendone la durata) o contare 1001,1002,1003… dove il tempo per pronunciare la cifra corrisponde più o meno a un secondo, ottenendo delle buone approssimazioni. Purtroppo siamo però ancora lontani dalla precisione richiesta per il “gioco” della regolarità. Il mio personale consiglio è di munirvi di un cronometro meccanico a lancette da 30 secondi, farlo partire e contare fino a compiere un giro completo di 30 secondi ad occhi chiusi, per poi verificare lo scarto dal tempo effettivo. L’esercizio va ripetuto più volte fino ad arrivare a un’approssimazione di scarto pari al massimo ad un secondo in più o in meno rispetto al limite che vi siete imposti (in questo caso il trentesimo secondo). Questo perché quando vi troverete all’interno di una prova speciale della durata ad esempio di 20 secondi, dopo che il 19° sarà appena trascorso, dovrete decidere come gestire acceleratore e freno per schiacciare il pressostato esattamente dopo un secondo. Se la vostra cognizione del secondo è pari ad esempio ad 94 centesimi, oppure a 107 centesimi, probabilmente effettuerete il passaggio in anticipo o in ritardo.”Ma ovviamente la cognizione della durata di un secondo non è tutto. Nel prossimo fascicolo conosceremo gli strumenti di misurazione: cronometri analogici, digitali, tripmaster e tutto ciò che riguarda il loro corretto uso: lettura, programmazione, sincronizzazione, “sdoppiaggio”.Tutto su:gare regolaritÃSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT all’italiana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

L’ABC della regolarità: i coefficienti ed il tempo19/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Quanto dura un secondo nella regolarità? Entriamo nella pratica sulle regole delle prove di regolarità, sempre più amate dagli appassionatia cura della RedazioneDopo aver parlato deiconcetti base che definiscono le gare di regolaritàed anche delleprove e dei controllicui ci si deve sottoporre, entriamo ora nel vivo. E continuate a seguirci perché non finirà qui.I coefficientiIntroduciamo brevemente anche il concetto di coefficiente, salvo poi approfondirlo in seguito, come faremo per prove e rilevamenti.Il mondo delle auto storiche è molto vasto e variegato, e nelle gare cosiddette “generaliste” possono trovarsi a competere fianco a fianco vetture anche molto diverse, sia per tipologia che per anzianità, con l’inevitabile risultato che in base al tipo di competizione (notturna, salita, circuito, neve o ghiaccio ecc.) alcuni modelli siano avvantaggiati rispetto ad altri. Per cercare di livellare almeno in parte tali disparità, molto spesso vengono applicati dei coefficienti di modifica delle penalità, solitamente stabiliti in base all’età in modo da favorire le vetture più anziane, presumibilmente meno performanti e affidabili. Nelle gare ASI in particolare, l’applicazione del coefficiente di vetustà dei veicoli segue le regole per le vetture provviste del certificato d’Identità emesso dall’ASI stesso, mentre alle auto sprovviste viene attribuito un coefficiente unico piuttosto penalizzante.Il tempo: quanto dura un secondoEsaurita la parte introduttiva, passiamo senza troppi indugi alla pratica. Con l’aiuto dei fratelli Gianluca e Alessandro Cappella, equipaggio di giovani “big” della regolarità italiana per auto storiche e insegnanti di regolarità presso la Scuderia 3S di Roma, vediamo quali sono i rudimenti da cui partire per iniziare il nostro viaggio nella disciplina.“Uno dei concetti chiave per diventare dei buoni regolaristi – attacca Gianluca – è imparare quanto dura un secondo. La storia che corrisponde alla attribuzione di un valore al secondo è abbastanza lunga: diciamo per semplicità che il secondo è 1/86400 del giorno solare medio. A noi invece basta pensare che il secondo è la sessantesima parte di un minuto, ma ancor più ci interessa sapere che un secondo è composto da 100 centesimi.Per potere ambire a diventare un buon regolarista, è di fondale importanza imparare a conoscere l’esatta, o quasi, durata di un secondo. Il cervello umano è potente ma purtroppo non è in grado di restituirci una precisa misurazione del tempo. Per questo va aiutato con l’esercizio, in modo da ottenere delle buone approssimazioni. Trucchi classici sono il canticchiare sempre a mente lo stesso ritornello (conoscendone la durata) o contare 1001,1002,1003… dove il tempo per pronunciare la cifra corrisponde più o meno a un secondo, ottenendo delle buone approssimazioni. Purtroppo siamo però ancora lontani dalla precisione richiesta per il “gioco” della regolarità. Il mio personale consiglio è di munirvi di un cronometro meccanico a lancette da 30 secondi, farlo partire e contare fino a compiere un giro completo di 30 secondi ad occhi chiusi, per poi verificare lo scarto dal tempo effettivo. L’esercizio va ripetuto più volte fino ad arrivare a un’approssimazione di scarto pari al massimo ad un secondo in più o in meno rispetto al limite che vi siete imposti (in questo caso il trentesimo secondo). Questo perché quando vi troverete all’interno di una prova speciale della durata ad esempio di 20 secondi, dopo che il 19° sarà appena trascorso, dovrete decidere come gestire acceleratore e freno per schiacciare il pressostato esattamente dopo un secondo. Se la vostra cognizione del secondo è pari ad esempio ad 94 centesimi, oppure a 107 centesimi, probabilmente effettuerete il passaggio in anticipo o in ritardo.”Ma ovviamente la cognizione della durata di un secondo non è tutto. Nel prossimo fascicolo conosceremo gli strumenti di misurazione: cronometri analogici, digitali, tripmaster e tutto ciò che riguarda il loro corretto uso: lettura, programmazione, sincronizzazione, “sdoppiaggio”.Tutto su:gare regolaritÃ

L’ABC della regolarità: i coefficienti ed il tempo

L’ABC della regolarità: i coefficienti ed il tempo

19/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Quanto dura un secondo nella regolarità? Entriamo nella pratica sulle regole delle prove di regolarità, sempre più amate dagli appassionati

19/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:

Quanto dura un secondo nella regolarità? Entriamo nella pratica sulle regole delle prove di regolarità, sempre più amate dagli appassionati

a cura della RedazioneDopo aver parlato deiconcetti base che definiscono le gare di regolaritàed anche delleprove e dei controllicui ci si deve sottoporre, entriamo ora nel vivo. E continuate a seguirci perché non finirà qui.I coefficientiIntroduciamo brevemente anche il concetto di coefficiente, salvo poi approfondirlo in seguito, come faremo per prove e rilevamenti.Il mondo delle auto storiche è molto vasto e variegato, e nelle gare cosiddette “generaliste” possono trovarsi a competere fianco a fianco vetture anche molto diverse, sia per tipologia che per anzianità, con l’inevitabile risultato che in base al tipo di competizione (notturna, salita, circuito, neve o ghiaccio ecc.) alcuni modelli siano avvantaggiati rispetto ad altri. Per cercare di livellare almeno in parte tali disparità, molto spesso vengono applicati dei coefficienti di modifica delle penalità, solitamente stabiliti in base all’età in modo da favorire le vetture più anziane, presumibilmente meno performanti e affidabili. Nelle gare ASI in particolare, l’applicazione del coefficiente di vetustà dei veicoli segue le regole per le vetture provviste del certificato d’Identità emesso dall’ASI stesso, mentre alle auto sprovviste viene attribuito un coefficiente unico piuttosto penalizzante.Il tempo: quanto dura un secondoEsaurita la parte introduttiva, passiamo senza troppi indugi alla pratica. Con l’aiuto dei fratelli Gianluca e Alessandro Cappella, equipaggio di giovani “big” della regolarità italiana per auto storiche e insegnanti di regolarità presso la Scuderia 3S di Roma, vediamo quali sono i rudimenti da cui partire per iniziare il nostro viaggio nella disciplina.“Uno dei concetti chiave per diventare dei buoni regolaristi – attacca Gianluca – è imparare quanto dura un secondo. La storia che corrisponde alla attribuzione di un valore al secondo è abbastanza lunga: diciamo per semplicità che il secondo è 1/86400 del giorno solare medio. A noi invece basta pensare che il secondo è la sessantesima parte di un minuto, ma ancor più ci interessa sapere che un secondo è composto da 100 centesimi.Per potere ambire a diventare un buon regolarista, è di fondale importanza imparare a conoscere l’esatta, o quasi, durata di un secondo. Il cervello umano è potente ma purtroppo non è in grado di restituirci una precisa misurazione del tempo. Per questo va aiutato con l’esercizio, in modo da ottenere delle buone approssimazioni. Trucchi classici sono il canticchiare sempre a mente lo stesso ritornello (conoscendone la durata) o contare 1001,1002,1003… dove il tempo per pronunciare la cifra corrisponde più o meno a un secondo, ottenendo delle buone approssimazioni. Purtroppo siamo però ancora lontani dalla precisione richiesta per il “gioco” della regolarità. Il mio personale consiglio è di munirvi di un cronometro meccanico a lancette da 30 secondi, farlo partire e contare fino a compiere un giro completo di 30 secondi ad occhi chiusi, per poi verificare lo scarto dal tempo effettivo. L’esercizio va ripetuto più volte fino ad arrivare a un’approssimazione di scarto pari al massimo ad un secondo in più o in meno rispetto al limite che vi siete imposti (in questo caso il trentesimo secondo). Questo perché quando vi troverete all’interno di una prova speciale della durata ad esempio di 20 secondi, dopo che il 19° sarà appena trascorso, dovrete decidere come gestire acceleratore e freno per schiacciare il pressostato esattamente dopo un secondo. Se la vostra cognizione del secondo è pari ad esempio ad 94 centesimi, oppure a 107 centesimi, probabilmente effettuerete il passaggio in anticipo o in ritardo.”Ma ovviamente la cognizione della durata di un secondo non è tutto. Nel prossimo fascicolo conosceremo gli strumenti di misurazione: cronometri analogici, digitali, tripmaster e tutto ciò che riguarda il loro corretto uso: lettura, programmazione, sincronizzazione, “sdoppiaggio”.Tutto su:gare regolaritÃ

Dopo aver parlato deiconcetti base che definiscono le gare di regolaritàed anche delleprove e dei controllicui ci si deve sottoporre, entriamo ora nel vivo. E continuate a seguirci perché non finirà qui.I coefficientiIntroduciamo brevemente anche il concetto di coefficiente, salvo poi approfondirlo in seguito, come faremo per prove e rilevamenti.Il mondo delle auto storiche è molto vasto e variegato, e nelle gare cosiddette “generaliste” possono trovarsi a competere fianco a fianco vetture anche molto diverse, sia per tipologia che per anzianità, con l’inevitabile risultato che in base al tipo di competizione (notturna, salita, circuito, neve o ghiaccio ecc.) alcuni modelli siano avvantaggiati rispetto ad altri. Per cercare di livellare almeno in parte tali disparità, molto spesso vengono applicati dei coefficienti di modifica delle penalità, solitamente stabiliti in base all’età in modo da favorire le vetture più anziane, presumibilmente meno performanti e affidabili. Nelle gare ASI in particolare, l’applicazione del coefficiente di vetustà dei veicoli segue le regole per le vetture provviste del certificato d’Identità emesso dall’ASI stesso, mentre alle auto sprovviste viene attribuito un coefficiente unico piuttosto penalizzante.Il tempo: quanto dura un secondoEsaurita la parte introduttiva, passiamo senza troppi indugi alla pratica. Con l’aiuto dei fratelli Gianluca e Alessandro Cappella, equipaggio di giovani “big” della regolarità italiana per auto storiche e insegnanti di regolarità presso la Scuderia 3S di Roma, vediamo quali sono i rudimenti da cui partire per iniziare il nostro viaggio nella disciplina.“Uno dei concetti chiave per diventare dei buoni regolaristi – attacca Gianluca – è imparare quanto dura un secondo. La storia che corrisponde alla attribuzione di un valore al secondo è abbastanza lunga: diciamo per semplicità che il secondo è 1/86400 del giorno solare medio. A noi invece basta pensare che il secondo è la sessantesima parte di un minuto, ma ancor più ci interessa sapere che un secondo è composto da 100 centesimi.Per potere ambire a diventare un buon regolarista, è di fondale importanza imparare a conoscere l’esatta, o quasi, durata di un secondo. Il cervello umano è potente ma purtroppo non è in grado di restituirci una precisa misurazione del tempo. Per questo va aiutato con l’esercizio, in modo da ottenere delle buone approssimazioni. Trucchi classici sono il canticchiare sempre a mente lo stesso ritornello (conoscendone la durata) o contare 1001,1002,1003… dove il tempo per pronunciare la cifra corrisponde più o meno a un secondo, ottenendo delle buone approssimazioni. Purtroppo siamo però ancora lontani dalla precisione richiesta per il “gioco” della regolarità. Il mio personale consiglio è di munirvi di un cronometro meccanico a lancette da 30 secondi, farlo partire e contare fino a compiere un giro completo di 30 secondi ad occhi chiusi, per poi verificare lo scarto dal tempo effettivo. L’esercizio va ripetuto più volte fino ad arrivare a un’approssimazione di scarto pari al massimo ad un secondo in più o in meno rispetto al limite che vi siete imposti (in questo caso il trentesimo secondo). Questo perché quando vi troverete all’interno di una prova speciale della durata ad esempio di 20 secondi, dopo che il 19° sarà appena trascorso, dovrete decidere come gestire acceleratore e freno per schiacciare il pressostato esattamente dopo un secondo. Se la vostra cognizione del secondo è pari ad esempio ad 94 centesimi, oppure a 107 centesimi, probabilmente effettuerete il passaggio in anticipo o in ritardo.”Ma ovviamente la cognizione della durata di un secondo non è tutto. Nel prossimo fascicolo conosceremo gli strumenti di misurazione: cronometri analogici, digitali, tripmaster e tutto ciò che riguarda il loro corretto uso: lettura, programmazione, sincronizzazione, “sdoppiaggio”.

Dopo aver parlato deiconcetti base che definiscono le gare di regolaritàed anche delleprove e dei controllicui ci si deve sottoporre, entriamo ora nel vivo. E continuate a seguirci perché non finirà qui.

Introduciamo brevemente anche il concetto di coefficiente, salvo poi approfondirlo in seguito, come faremo per prove e rilevamenti.

Il mondo delle auto storiche è molto vasto e variegato, e nelle gare cosiddette “generaliste” possono trovarsi a competere fianco a fianco vetture anche molto diverse, sia per tipologia che per anzianità, con l’inevitabile risultato che in base al tipo di competizione (notturna, salita, circuito, neve o ghiaccio ecc.) alcuni modelli siano avvantaggiati rispetto ad altri. Per cercare di livellare almeno in parte tali disparità, molto spesso vengono applicati dei coefficienti di modifica delle penalità, solitamente stabiliti in base all’età in modo da favorire le vetture più anziane, presumibilmente meno performanti e affidabili. Nelle gare ASI in particolare, l’applicazione del coefficiente di vetustà dei veicoli segue le regole per le vetture provviste del certificato d’Identità emesso dall’ASI stesso, mentre alle auto sprovviste viene attribuito un coefficiente unico piuttosto penalizzante.

Esaurita la parte introduttiva, passiamo senza troppi indugi alla pratica. Con l’aiuto dei fratelli Gianluca e Alessandro Cappella, equipaggio di giovani “big” della regolarità italiana per auto storiche e insegnanti di regolarità presso la Scuderia 3S di Roma, vediamo quali sono i rudimenti da cui partire per iniziare il nostro viaggio nella disciplina.

“Uno dei concetti chiave per diventare dei buoni regolaristi – attacca Gianluca – è imparare quanto dura un secondo. La storia che corrisponde alla attribuzione di un valore al secondo è abbastanza lunga: diciamo per semplicità che il secondo è 1/86400 del giorno solare medio. A noi invece basta pensare che il secondo è la sessantesima parte di un minuto, ma ancor più ci interessa sapere che un secondo è composto da 100 centesimi.

Per potere ambire a diventare un buon regolarista, è di fondale importanza imparare a conoscere l’esatta, o quasi, durata di un secondo. Il cervello umano è potente ma purtroppo non è in grado di restituirci una precisa misurazione del tempo. Per questo va aiutato con l’esercizio, in modo da ottenere delle buone approssimazioni. Trucchi classici sono il canticchiare sempre a mente lo stesso ritornello (conoscendone la durata) o contare 1001,1002,1003… dove il tempo per pronunciare la cifra corrisponde più o meno a un secondo, ottenendo delle buone approssimazioni. Purtroppo siamo però ancora lontani dalla precisione richiesta per il “gioco” della regolarità. Il mio personale consiglio è di munirvi di un cronometro meccanico a lancette da 30 secondi, farlo partire e contare fino a compiere un giro completo di 30 secondi ad occhi chiusi, per poi verificare lo scarto dal tempo effettivo. L’esercizio va ripetuto più volte fino ad arrivare a un’approssimazione di scarto pari al massimo ad un secondo in più o in meno rispetto al limite che vi siete imposti (in questo caso il trentesimo secondo). Questo perché quando vi troverete all’interno di una prova speciale della durata ad esempio di 20 secondi, dopo che il 19° sarà appena trascorso, dovrete decidere come gestire acceleratore e freno per schiacciare il pressostato esattamente dopo un secondo. Se la vostra cognizione del secondo è pari ad esempio ad 94 centesimi, oppure a 107 centesimi, probabilmente effettuerete il passaggio in anticipo o in ritardo.”

Ma ovviamente la cognizione della durata di un secondo non è tutto. Nel prossimo fascicolo conosceremo gli strumenti di misurazione: cronometri analogici, digitali, tripmaster e tutto ciò che riguarda il loro corretto uso: lettura, programmazione, sincronizzazione, “sdoppiaggio”.

SocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT all’italiana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

In edicola Automobilismo d’Epoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT all’italiana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numero

La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT all’italiana, per quanto poco fortunata.

AbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Scarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Scarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!