Lancia Appia Zagato GTZ

CERCALogin / RegistratiEditLog outxLog inricordamirecupera passwordRegistrati a Automobilismodepoca.itEDITORIALENEWSBELLISSIMEGUIDA ACQUISTOSPORTTECNICAIO E LA MIA AUTOGALLERYVIDEOLancia Appia Zagato GTZ71 Immagini15/01/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati UnitiPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONIdi Elvio DeganelloDal punto di vista tecnico l’intervento non fu impegnativo, ma permise di ridurre il peso di 20 kg a tutto vantaggio di una migliore maneggevolezza. Dal punto di vista estetico, invece, le nuove dimensioni dell’autotelaio autorizzarono proporzioni più compatte ma, come accennato, per Spada le novità non si dovevano fermare qui. L’evoluzione delle Appia Zagato aveva vissuto fino allora momenti diversi, tutti però guidati da un approccio orientato più all’immediata efficienza dell’auto che alla pura ricerca estetica. Tutto ciò cambiò in maniera significativa con l’arrivo di Ercole Spada. Con lui l’approfondimento si spinse oltre la ricerca dell’efficienza e andò a esplorare zone d’interesse sottovalutate in precedenza: l’integrazione dello spirito di marca del fornitore dell’autotelaio, la standardizzazione delle componenti, l’analisi delle forme in rapporto ai procedimenti costruttivi per ottenerle. L’abitacolo della Sport è in perfetto stile Zagato per sportività, ma anche in esemplare stile Lancia per i sedili e i fianchetti delle porte rivestititi dell’inconfondibile panno di qualità (o in pelle, con supplemento di 32.000 lire) e rifiniti con la cura del dettaglio tipica della Casa torinese. Si tratta di un bel progresso rispetto ai rivestimenti di finta pelle delle GT/GTZ o ai fianchetti delle porte, belli, ma inconfondibilmente Zagato e per niente Lancia, delle serie precedenti. Anche la finitura del cruscotto in nero raggrinzante della Sport è in perfetto stile Zagato per la semplicità e per l’efficienza antiriflesso, ma è anche in perfetto stile Lancia per la qualità della verniciatura, per l’effetto raggiunto e per il richiamo all’identico trattamento delle testate dei classici motori a Lancia a V stretto. Nelle porte le nuove maniglie a pulsante, al posto delle precedenti a incasso, rispondono certo a criteri di praticità e di minor costo, ma conferiscono alla fiancata l’aspetto più maturo di un’auto usabile tutti i giorni, non solo per correre. La calandra nella Sport è una rigorosa miniatura di quelle tipicamente Lancia delle Flaminia, mentre nelle GTE e nelle GTZ era una libera interpretazione di Zagato sullo stesso tema. Per ultimo osserviamo l’inserimento dei fanali nel corpo vettura: quelli anteriori avanzati della Sport compongono, insieme con la calandra, un perfetto frontale Lancia, mentre quelli posteriori incassati risolvono definitivamente una collocazione che non era stata del tutto felice nelle versioni precedenti, troppo prominente nelle GT/GTZ e troppo indecisa nella semi-incassatura con tegolino delle GTE.La presentazione dell’Appia Sport avvenne nel marzo 1961 e contemporaneamente partì la produzione in serie, che tuttavia non segnò la fine della GTE, la quale invece adottò le modifiche della Sport (maniglie, fanali, allestimenti) e l’affiancò nel listino della Lancia fino all’aprile del 1962. L’inserimento nella gamma Lancia della GTE, avvenuto nel 1959, aveva rappresentato il primo riconoscimento ufficiale della Carrozzeria Zagato da parte di una Casa automobilistica. All’ufficializzazione della collaborazione da parte della Lancia sarebbe seguito un analogo riconoscimento da parte dell’Alfa Romeo, per conto della quale Zagato avrebbe realizzato la Giulietta SZ, la Giulia TZ, la GT Junior Z e altri successi: è quindi evidente l’importanza strategica dell’Appia nella storia del Carrozziere. Prima d’allora Zagato era sempre stato un indipendente: in pratica, acquistava (o faceva acquistare dai propri clienti) gli autotelai e vendeva direttamente l’auto finita attraverso una rete commerciale costituita più che altro da amici e da gentleman-driver convinti della bontà delle sue realizzazioni.Pagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONITutto su:lancialancia appialancia appia zagatozagatoSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2016La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Lancia Appia Zagato GTZ71 Immagini15/01/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati UnitiPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONIdi Elvio DeganelloDal punto di vista tecnico l’intervento non fu impegnativo, ma permise di ridurre il peso di 20 kg a tutto vantaggio di una migliore maneggevolezza. Dal punto di vista estetico, invece, le nuove dimensioni dell’autotelaio autorizzarono proporzioni più compatte ma, come accennato, per Spada le novità non si dovevano fermare qui. L’evoluzione delle Appia Zagato aveva vissuto fino allora momenti diversi, tutti però guidati da un approccio orientato più all’immediata efficienza dell’auto che alla pura ricerca estetica. Tutto ciò cambiò in maniera significativa con l’arrivo di Ercole Spada. Con lui l’approfondimento si spinse oltre la ricerca dell’efficienza e andò a esplorare zone d’interesse sottovalutate in precedenza: l’integrazione dello spirito di marca del fornitore dell’autotelaio, la standardizzazione delle componenti, l’analisi delle forme in rapporto ai procedimenti costruttivi per ottenerle. L’abitacolo della Sport è in perfetto stile Zagato per sportività, ma anche in esemplare stile Lancia per i sedili e i fianchetti delle porte rivestititi dell’inconfondibile panno di qualità (o in pelle, con supplemento di 32.000 lire) e rifiniti con la cura del dettaglio tipica della Casa torinese. Si tratta di un bel progresso rispetto ai rivestimenti di finta pelle delle GT/GTZ o ai fianchetti delle porte, belli, ma inconfondibilmente Zagato e per niente Lancia, delle serie precedenti. Anche la finitura del cruscotto in nero raggrinzante della Sport è in perfetto stile Zagato per la semplicità e per l’efficienza antiriflesso, ma è anche in perfetto stile Lancia per la qualità della verniciatura, per l’effetto raggiunto e per il richiamo all’identico trattamento delle testate dei classici motori a Lancia a V stretto. Nelle porte le nuove maniglie a pulsante, al posto delle precedenti a incasso, rispondono certo a criteri di praticità e di minor costo, ma conferiscono alla fiancata l’aspetto più maturo di un’auto usabile tutti i giorni, non solo per correre. La calandra nella Sport è una rigorosa miniatura di quelle tipicamente Lancia delle Flaminia, mentre nelle GTE e nelle GTZ era una libera interpretazione di Zagato sullo stesso tema. Per ultimo osserviamo l’inserimento dei fanali nel corpo vettura: quelli anteriori avanzati della Sport compongono, insieme con la calandra, un perfetto frontale Lancia, mentre quelli posteriori incassati risolvono definitivamente una collocazione che non era stata del tutto felice nelle versioni precedenti, troppo prominente nelle GT/GTZ e troppo indecisa nella semi-incassatura con tegolino delle GTE.La presentazione dell’Appia Sport avvenne nel marzo 1961 e contemporaneamente partì la produzione in serie, che tuttavia non segnò la fine della GTE, la quale invece adottò le modifiche della Sport (maniglie, fanali, allestimenti) e l’affiancò nel listino della Lancia fino all’aprile del 1962. L’inserimento nella gamma Lancia della GTE, avvenuto nel 1959, aveva rappresentato il primo riconoscimento ufficiale della Carrozzeria Zagato da parte di una Casa automobilistica. All’ufficializzazione della collaborazione da parte della Lancia sarebbe seguito un analogo riconoscimento da parte dell’Alfa Romeo, per conto della quale Zagato avrebbe realizzato la Giulietta SZ, la Giulia TZ, la GT Junior Z e altri successi: è quindi evidente l’importanza strategica dell’Appia nella storia del Carrozziere. Prima d’allora Zagato era sempre stato un indipendente: in pratica, acquistava (o faceva acquistare dai propri clienti) gli autotelai e vendeva direttamente l’auto finita attraverso una rete commerciale costituita più che altro da amici e da gentleman-driver convinti della bontà delle sue realizzazioni.Pagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONITutto su:lancialancia appialancia appia zagatozagatoSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2016La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Lancia Appia Zagato GTZ71 Immagini15/01/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati UnitiPagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONIdi Elvio DeganelloDal punto di vista tecnico l’intervento non fu impegnativo, ma permise di ridurre il peso di 20 kg a tutto vantaggio di una migliore maneggevolezza. Dal punto di vista estetico, invece, le nuove dimensioni dell’autotelaio autorizzarono proporzioni più compatte ma, come accennato, per Spada le novità non si dovevano fermare qui. L’evoluzione delle Appia Zagato aveva vissuto fino allora momenti diversi, tutti però guidati da un approccio orientato più all’immediata efficienza dell’auto che alla pura ricerca estetica. Tutto ciò cambiò in maniera significativa con l’arrivo di Ercole Spada. Con lui l’approfondimento si spinse oltre la ricerca dell’efficienza e andò a esplorare zone d’interesse sottovalutate in precedenza: l’integrazione dello spirito di marca del fornitore dell’autotelaio, la standardizzazione delle componenti, l’analisi delle forme in rapporto ai procedimenti costruttivi per ottenerle. L’abitacolo della Sport è in perfetto stile Zagato per sportività, ma anche in esemplare stile Lancia per i sedili e i fianchetti delle porte rivestititi dell’inconfondibile panno di qualità (o in pelle, con supplemento di 32.000 lire) e rifiniti con la cura del dettaglio tipica della Casa torinese. Si tratta di un bel progresso rispetto ai rivestimenti di finta pelle delle GT/GTZ o ai fianchetti delle porte, belli, ma inconfondibilmente Zagato e per niente Lancia, delle serie precedenti. Anche la finitura del cruscotto in nero raggrinzante della Sport è in perfetto stile Zagato per la semplicità e per l’efficienza antiriflesso, ma è anche in perfetto stile Lancia per la qualità della verniciatura, per l’effetto raggiunto e per il richiamo all’identico trattamento delle testate dei classici motori a Lancia a V stretto. Nelle porte le nuove maniglie a pulsante, al posto delle precedenti a incasso, rispondono certo a criteri di praticità e di minor costo, ma conferiscono alla fiancata l’aspetto più maturo di un’auto usabile tutti i giorni, non solo per correre. La calandra nella Sport è una rigorosa miniatura di quelle tipicamente Lancia delle Flaminia, mentre nelle GTE e nelle GTZ era una libera interpretazione di Zagato sullo stesso tema. Per ultimo osserviamo l’inserimento dei fanali nel corpo vettura: quelli anteriori avanzati della Sport compongono, insieme con la calandra, un perfetto frontale Lancia, mentre quelli posteriori incassati risolvono definitivamente una collocazione che non era stata del tutto felice nelle versioni precedenti, troppo prominente nelle GT/GTZ e troppo indecisa nella semi-incassatura con tegolino delle GTE.La presentazione dell’Appia Sport avvenne nel marzo 1961 e contemporaneamente partì la produzione in serie, che tuttavia non segnò la fine della GTE, la quale invece adottò le modifiche della Sport (maniglie, fanali, allestimenti) e l’affiancò nel listino della Lancia fino all’aprile del 1962. L’inserimento nella gamma Lancia della GTE, avvenuto nel 1959, aveva rappresentato il primo riconoscimento ufficiale della Carrozzeria Zagato da parte di una Casa automobilistica. All’ufficializzazione della collaborazione da parte della Lancia sarebbe seguito un analogo riconoscimento da parte dell’Alfa Romeo, per conto della quale Zagato avrebbe realizzato la Giulietta SZ, la Giulia TZ, la GT Junior Z e altri successi: è quindi evidente l’importanza strategica dell’Appia nella storia del Carrozziere. Prima d’allora Zagato era sempre stato un indipendente: in pratica, acquistava (o faceva acquistare dai propri clienti) gli autotelai e vendeva direttamente l’auto finita attraverso una rete commerciale costituita più che altro da amici e da gentleman-driver convinti della bontà delle sue realizzazioni.Pagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONITutto su:lancialancia appialancia appia zagatozagato

15/01/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati Uniti

15/01/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:

40 anni fa come oggi, le Lancia Appia più ricercate erano quelle carrozzate da Zagato: morbide, eleganti e sinuose, erano le preferite dei gentleman driver di buona famiglia. E il loro fascino non fece fatica a varcare l’Oceano per farne un must anche negli Stati Uniti

di Elvio DeganelloDal punto di vista tecnico l’intervento non fu impegnativo, ma permise di ridurre il peso di 20 kg a tutto vantaggio di una migliore maneggevolezza. Dal punto di vista estetico, invece, le nuove dimensioni dell’autotelaio autorizzarono proporzioni più compatte ma, come accennato, per Spada le novità non si dovevano fermare qui. L’evoluzione delle Appia Zagato aveva vissuto fino allora momenti diversi, tutti però guidati da un approccio orientato più all’immediata efficienza dell’auto che alla pura ricerca estetica. Tutto ciò cambiò in maniera significativa con l’arrivo di Ercole Spada. Con lui l’approfondimento si spinse oltre la ricerca dell’efficienza e andò a esplorare zone d’interesse sottovalutate in precedenza: l’integrazione dello spirito di marca del fornitore dell’autotelaio, la standardizzazione delle componenti, l’analisi delle forme in rapporto ai procedimenti costruttivi per ottenerle. L’abitacolo della Sport è in perfetto stile Zagato per sportività, ma anche in esemplare stile Lancia per i sedili e i fianchetti delle porte rivestititi dell’inconfondibile panno di qualità (o in pelle, con supplemento di 32.000 lire) e rifiniti con la cura del dettaglio tipica della Casa torinese. Si tratta di un bel progresso rispetto ai rivestimenti di finta pelle delle GT/GTZ o ai fianchetti delle porte, belli, ma inconfondibilmente Zagato e per niente Lancia, delle serie precedenti. Anche la finitura del cruscotto in nero raggrinzante della Sport è in perfetto stile Zagato per la semplicità e per l’efficienza antiriflesso, ma è anche in perfetto stile Lancia per la qualità della verniciatura, per l’effetto raggiunto e per il richiamo all’identico trattamento delle testate dei classici motori a Lancia a V stretto. Nelle porte le nuove maniglie a pulsante, al posto delle precedenti a incasso, rispondono certo a criteri di praticità e di minor costo, ma conferiscono alla fiancata l’aspetto più maturo di un’auto usabile tutti i giorni, non solo per correre. La calandra nella Sport è una rigorosa miniatura di quelle tipicamente Lancia delle Flaminia, mentre nelle GTE e nelle GTZ era una libera interpretazione di Zagato sullo stesso tema. Per ultimo osserviamo l’inserimento dei fanali nel corpo vettura: quelli anteriori avanzati della Sport compongono, insieme con la calandra, un perfetto frontale Lancia, mentre quelli posteriori incassati risolvono definitivamente una collocazione che non era stata del tutto felice nelle versioni precedenti, troppo prominente nelle GT/GTZ e troppo indecisa nella semi-incassatura con tegolino delle GTE.La presentazione dell’Appia Sport avvenne nel marzo 1961 e contemporaneamente partì la produzione in serie, che tuttavia non segnò la fine della GTE, la quale invece adottò le modifiche della Sport (maniglie, fanali, allestimenti) e l’affiancò nel listino della Lancia fino all’aprile del 1962. L’inserimento nella gamma Lancia della GTE, avvenuto nel 1959, aveva rappresentato il primo riconoscimento ufficiale della Carrozzeria Zagato da parte di una Casa automobilistica. All’ufficializzazione della collaborazione da parte della Lancia sarebbe seguito un analogo riconoscimento da parte dell’Alfa Romeo, per conto della quale Zagato avrebbe realizzato la Giulietta SZ, la Giulia TZ, la GT Junior Z e altri successi: è quindi evidente l’importanza strategica dell’Appia nella storia del Carrozziere. Prima d’allora Zagato era sempre stato un indipendente: in pratica, acquistava (o faceva acquistare dai propri clienti) gli autotelai e vendeva direttamente l’auto finita attraverso una rete commerciale costituita più che altro da amici e da gentleman-driver convinti della bontà delle sue realizzazioni.Pagina 1L’ARRIVO DI ERCOLE SPADADA CLIENTE A FORNITOREGTE: L’APPIA GRAN TURISMOCRONOLOGIA E VERSIONITutto su:lancialancia appialancia appia zagatozagato

Dal punto di vista tecnico l’intervento non fu impegnativo, ma permise di ridurre il peso di 20 kg a tutto vantaggio di una migliore maneggevolezza. Dal punto di vista estetico, invece, le nuove dimensioni dell’autotelaio autorizzarono proporzioni più compatte ma, come accennato, per Spada le novità non si dovevano fermare qui. L’evoluzione delle Appia Zagato aveva vissuto fino allora momenti diversi, tutti però guidati da un approccio orientato più all’immediata efficienza dell’auto che alla pura ricerca estetica. Tutto ciò cambiò in maniera significativa con l’arrivo di Ercole Spada. Con lui l’approfondimento si spinse oltre la ricerca dell’efficienza e andò a esplorare zone d’interesse sottovalutate in precedenza: l’integrazione dello spirito di marca del fornitore dell’autotelaio, la standardizzazione delle componenti, l’analisi delle forme in rapporto ai procedimenti costruttivi per ottenerle. L’abitacolo della Sport è in perfetto stile Zagato per sportività, ma anche in esemplare stile Lancia per i sedili e i fianchetti delle porte rivestititi dell’inconfondibile panno di qualità (o in pelle, con supplemento di 32.000 lire) e rifiniti con la cura del dettaglio tipica della Casa torinese. Si tratta di un bel progresso rispetto ai rivestimenti di finta pelle delle GT/GTZ o ai fianchetti delle porte, belli, ma inconfondibilmente Zagato e per niente Lancia, delle serie precedenti. Anche la finitura del cruscotto in nero raggrinzante della Sport è in perfetto stile Zagato per la semplicità e per l’efficienza antiriflesso, ma è anche in perfetto stile Lancia per la qualità della verniciatura, per l’effetto raggiunto e per il richiamo all’identico trattamento delle testate dei classici motori a Lancia a V stretto. Nelle porte le nuove maniglie a pulsante, al posto delle precedenti a incasso, rispondono certo a criteri di praticità e di minor costo, ma conferiscono alla fiancata l’aspetto più maturo di un’auto usabile tutti i giorni, non solo per correre. La calandra nella Sport è una rigorosa miniatura di quelle tipicamente Lancia delle Flaminia, mentre nelle GTE e nelle GTZ era una libera interpretazione di Zagato sullo stesso tema. Per ultimo osserviamo l’inserimento dei fanali nel corpo vettura: quelli anteriori avanzati della Sport compongono, insieme con la calandra, un perfetto frontale Lancia, mentre quelli posteriori incassati risolvono definitivamente una collocazione che non era stata del tutto felice nelle versioni precedenti, troppo prominente nelle GT/GTZ e troppo indecisa nella semi-incassatura con tegolino delle GTE.La presentazione dell’Appia Sport avvenne nel marzo 1961 e contemporaneamente partì la produzione in serie, che tuttavia non segnò la fine della GTE, la quale invece adottò le modifiche della Sport (maniglie, fanali, allestimenti) e l’affiancò nel listino della Lancia fino all’aprile del 1962. L’inserimento nella gamma Lancia della GTE, avvenuto nel 1959, aveva rappresentato il primo riconoscimento ufficiale della Carrozzeria Zagato da parte di una Casa automobilistica. All’ufficializzazione della collaborazione da parte della Lancia sarebbe seguito un analogo riconoscimento da parte dell’Alfa Romeo, per conto della quale Zagato avrebbe realizzato la Giulietta SZ, la Giulia TZ, la GT Junior Z e altri successi: è quindi evidente l’importanza strategica dell’Appia nella storia del Carrozziere. Prima d’allora Zagato era sempre stato un indipendente: in pratica, acquistava (o faceva acquistare dai propri clienti) gli autotelai e vendeva direttamente l’auto finita attraverso una rete commerciale costituita più che altro da amici e da gentleman-driver convinti della bontà delle sue realizzazioni.

Dal punto di vista tecnico l’intervento non fu impegnativo, ma permise di ridurre il peso di 20 kg a tutto vantaggio di una migliore maneggevolezza. Dal punto di vista estetico, invece, le nuove dimensioni dell’autotelaio autorizzarono proporzioni più compatte ma, come accennato, per Spada le novità non si dovevano fermare qui. L’evoluzione delle Appia Zagato aveva vissuto fino allora momenti diversi, tutti però guidati da un approccio orientato più all’immediata efficienza dell’auto che alla pura ricerca estetica. Tutto ciò cambiò in maniera significativa con l’arrivo di Ercole Spada. Con lui l’approfondimento si spinse oltre la ricerca dell’efficienza e andò a esplorare zone d’interesse sottovalutate in precedenza: l’integrazione dello spirito di marca del fornitore dell’autotelaio, la standardizzazione delle componenti, l’analisi delle forme in rapporto ai procedimenti costruttivi per ottenerle. L’abitacolo della Sport è in perfetto stile Zagato per sportività, ma anche in esemplare stile Lancia per i sedili e i fianchetti delle porte rivestititi dell’inconfondibile panno di qualità (o in pelle, con supplemento di 32.000 lire) e rifiniti con la cura del dettaglio tipica della Casa torinese. Si tratta di un bel progresso rispetto ai rivestimenti di finta pelle delle GT/GTZ o ai fianchetti delle porte, belli, ma inconfondibilmente Zagato e per niente Lancia, delle serie precedenti. Anche la finitura del cruscotto in nero raggrinzante della Sport è in perfetto stile Zagato per la semplicità e per l’efficienza antiriflesso, ma è anche in perfetto stile Lancia per la qualità della verniciatura, per l’effetto raggiunto e per il richiamo all’identico trattamento delle testate dei classici motori a Lancia a V stretto. Nelle porte le nuove maniglie a pulsante, al posto delle precedenti a incasso, rispondono certo a criteri di praticità e di minor costo, ma conferiscono alla fiancata l’aspetto più maturo di un’auto usabile tutti i giorni, non solo per correre. La calandra nella Sport è una rigorosa miniatura di quelle tipicamente Lancia delle Flaminia, mentre nelle GTE e nelle GTZ era una libera interpretazione di Zagato sullo stesso tema. Per ultimo osserviamo l’inserimento dei fanali nel corpo vettura: quelli anteriori avanzati della Sport compongono, insieme con la calandra, un perfetto frontale Lancia, mentre quelli posteriori incassati risolvono definitivamente una collocazione che non era stata del tutto felice nelle versioni precedenti, troppo prominente nelle GT/GTZ e troppo indecisa nella semi-incassatura con tegolino delle GTE.

La presentazione dell’Appia Sport avvenne nel marzo 1961 e contemporaneamente partì la produzione in serie, che tuttavia non segnò la fine della GTE, la quale invece adottò le modifiche della Sport (maniglie, fanali, allestimenti) e l’affiancò nel listino della Lancia fino all’aprile del 1962. L’inserimento nella gamma Lancia della GTE, avvenuto nel 1959, aveva rappresentato il primo riconoscimento ufficiale della Carrozzeria Zagato da parte di una Casa automobilistica. All’ufficializzazione della collaborazione da parte della Lancia sarebbe seguito un analogo riconoscimento da parte dell’Alfa Romeo, per conto della quale Zagato avrebbe realizzato la Giulietta SZ, la Giulia TZ, la GT Junior Z e altri successi: è quindi evidente l’importanza strategica dell’Appia nella storia del Carrozziere. Prima d’allora Zagato era sempre stato un indipendente: in pratica, acquistava (o faceva acquistare dai propri clienti) gli autotelai e vendeva direttamente l’auto finita attraverso una rete commerciale costituita più che altro da amici e da gentleman-driver convinti della bontà delle sue realizzazioni.

SocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2016La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

In edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2016La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.Sfoglia il numero

La copertina è dedicata alla Porsche 550 RS 1500, “giant killer” anni ’50. Tra gli altri servizi: Alfa Romeo 2000 GTV, Jensen C V8, BMW Isetta, lancia Aurelia B50 Cabriolet, il GP storico di Monaco e la Targa Florio, un’intervista a Daniele Audetto.

AbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Scarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Scarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!