La Seat, acronimo di Sociedad Española de Automóviles de Turismo (Società Spagnola di Automobili da Turismo), venne fondata nel 1950 dall’ente governativo Istituto Nacional de Industria a Martorell con primo stabilimento presso il quartiere Zona Franca di Barcellona nel 1953. Gli obiettivi di questo ambizioso progetto, considerando che fino a quel momento la Spagna non aveva avuto una vera industria automobilistica capace di grandi numeri, erano molteplici: entrare nel redditizio mercato automobilistico, guadagnarsi un posto tra le grandi industrie e motorizzare il Paese sperando di dare il via ad un circolo virtuoso in termini economici.
Ma per realizzare un’industria automobilistica in breve tempo servono formazione, conoscenze tecniche, strutture e modelli in grado di colpire subito nel segno senza pericolose defaillance; si parla quindi di vetture capaci di poter entrare nella vita dello spagnolo medio soddisfacendone qualsiasi bisogno base. Ed è qui che entra in gioco la Fiat (al 7%), mettendo a disposizione la propria produzione su licenza. Una manovra abile, che permise al colosso torinese di vendere in Spagna aggirando i pesanti dazi imposti dal governo fascista. Se la prima Fiat/Seat fu la berlina 1400 (Fiat 1400), uscita dagli stabilimenti il 13 novembre del 1953, sarà un’altra a rivelarsi un vero successo nazionale: la Seat 600, prodotta dal 27 maggio del 1957 e derivata in toto dalla nostra Fiat 600 (solo con minime modifiche estetiche), conquistando migliaia di spagnoli (come accaduto in Italia) e raggiungendo gli obiettivi di motorizzazione inizialmente fissati. Presto la concorrenza delle più comode e versatili 4 porte Citroën 2CV e Renault 4 (in Spagna) iniziò a farsi sentire, mostrando come uno dei principali limiti della Seat 600 fosse la presenza di sole due porte. Si può pensare che la cosa potesse essere facilmente risolta vendendo su licenza anche la Fiat 600 Multipla, ma il costo finale per il pubblico sarebbe risultato troppo elevato per il mercato spagnolo.