di Tommaso Ferrari
07 September 2022

Lambo ricorda la Diablo nella sua lettera d'addio al V12

Quest'anno il V12 Lambo saluterà la sua purezza analogica, così la casa di S. Agata guarda al passato

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Lambo sta celebrando il suo glorioso V12, visto che questo triste e disinformato mondo impone un passaggio all’ibrido e all’elettrico. Grazie all’ibrido quei dodici celestiali cilindri si salveranno, ma la purezza analogica di un tempo sarà comunque persa. Questa perdita è celebrata con la Countach moderna – piuttosto controversa – e soprattutto con la Aventador Ultimae, ma Lambo si è concentrata anche sul passato. In effetti, come si poteva evitare di parlare di una bellezza come la Diablo? Prima supercar Lambo a trazione integrale la prima serie della Diablo era dotata di un 5.7 litri da 492 cavalli, evoluto dal celebre 3.5 litri V12 del ’63 e capace di arrivare in seguito a 575 cavalli con il 6.0 litri.

La trazione integrale (VT stava per Viscous Traction) si inserisce automaticamente e sposta un massimo del 20% della coppia all’anteriore, già qualcosa in un’epoca dove i controlli elettronici portavano le scarpe, mentre – anche qui inedite – le sospensioni erano settabili elettronicamente in cinque diverse modalità. Non dimentichiamo poi quanto fosse bella, specialmente se con le specifiche di quella nella gallery… che visione. E’ un peccato che qualcosa di così simbolico per gli appassionati si debba piegare a normative sempre più assurde, ci consoleremo ammirando tutto ciò che la casa di S. Agata ha prodotto negli ultimi decenni. Per fortuna c’è solo l’imbarazzo della scelta.

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