Lancia Fulvia Sport Zagato

Lancia Fulvia Sport Zagato

La Lancia Fulvia Sport è il modello che ha permesso alla carrozzeria Zagato, alla fine degli anni 60, di passare da una dimensione prettamente artigianale a volumi di produzione semi industrialiche sarebbero stati semplicemente insostenibili in precedenza. E’ vero che un’altra Lancia di Zagato, l’Appia Sport nelle sue varie edizioni, era già in precedenza entrata a far parte stabile del listino della Casa di Chivasso (e per la Zagato si era trattato del vero e proprio debutto tra i piccoli costruttori automobilistici italiani); ma fino all’avvento della Fulvia Sport in casa Zagato si era sempre lavorato a mano, “battendo” artigianalmente i pannelli d’alluminio delle proprie vetture, con produzioni numericamente limitate.Con la Fulvia Sport, per la prima volta, si presentava una commessa più consistente, e questa previsione fece pendere la bilancia verso lo stampaggio dei lamierati.Date queste premesse, la Fulvia Sport potrebbe quindi apparire come un modello rimasto sostanzialmente immutato per tutta la durata della sua produzione: in realtà, tutta la produzione verrà comunque assemblata artigianalmente e per questo ogni esemplare evidenzierà differenze di dettaglio tali da renderlo unico e riconoscibile a un occhio attento. Come era già avvenuto con Appia, Flaminia e Flavia, quella nuova Sport aveva il compito di completare la gamma Fulvia affiancando la Coupé: le sue carte vincenti dovevano essere la leggerezza e la penetrazione aerodinamica. Sulla base di queste indicazioni, nel corso del 1964 Ercole Spada, allora responsabile del design in Zagato, approntò tre differenti proposte di stile, che agli inizi del 1965 sottopose assieme a Elio Zagato all’ingegnere Carlo Pesenti, titolare della Lancia, al quale spettava la scelta finale.Tra le linee guida che avevano ispirato il lavoro di Spada figurava la ricerca di un design che esaltasse l’aerodinamica sottolineando la meccanica “tutto avanti”:un risultato ottenuto conferendo alla porzione anteriore il maggiore volume, ulteriormente sottolineato dal rigonfiamento sul cofano che al centro si modifica per formare la presa d’aria dell’abitacolo, e disegnando uno spigolo a diedro che corre tutto attorno alla vettura alleggerendone visivamente l’aspetto. Ma lo stilema più forte della

La Lancia Fulvia Sport è il modello che ha permesso alla carrozzeria Zagato, alla fine degli anni 60, di passare da una dimensione prettamente artigianale a volumi di produzione semi industrialiche sarebbero stati semplicemente insostenibili in precedenza. E’ vero che un’altra Lancia di Zagato, l’Appia Sport nelle sue varie edizioni, era già in precedenza entrata a far parte stabile del listino della Casa di Chivasso (e per la Zagato si era trattato del vero e proprio debutto tra i piccoli costruttori automobilistici italiani); ma fino all’avvento della Fulvia Sport in casa Zagato si era sempre lavorato a mano, “battendo” artigianalmente i pannelli d’alluminio delle proprie vetture, con produzioni numericamente limitate.

Con la Fulvia Sport, per la prima volta, si presentava una commessa più consistente, e questa previsione fece pendere la bilancia verso lo stampaggio dei lamierati.Date queste premesse, la Fulvia Sport potrebbe quindi apparire come un modello rimasto sostanzialmente immutato per tutta la durata della sua produzione: in realtà, tutta la produzione verrà comunque assemblata artigianalmente e per questo ogni esemplare evidenzierà differenze di dettaglio tali da renderlo unico e riconoscibile a un occhio attento. Come era già avvenuto con Appia, Flaminia e Flavia, quella nuova Sport aveva il compito di completare la gamma Fulvia affiancando la Coupé: le sue carte vincenti dovevano essere la leggerezza e la penetrazione aerodinamica. Sulla base di queste indicazioni, nel corso del 1964 Ercole Spada, allora responsabile del design in Zagato, approntò tre differenti proposte di stile, che agli inizi del 1965 sottopose assieme a Elio Zagato all’ingegnere Carlo Pesenti, titolare della Lancia, al quale spettava la scelta finale.

Tra le linee guida che avevano ispirato il lavoro di Spada figurava la ricerca di un design che esaltasse l’aerodinamica sottolineando la meccanica “tutto avanti”:un risultato ottenuto conferendo alla porzione anteriore il maggiore volume, ulteriormente sottolineato dal rigonfiamento sul cofano che al centro si modifica per formare la presa d’aria dell’abitacolo, e disegnando uno spigolo a diedro che corre tutto attorno alla vettura alleggerendone visivamente l’aspetto. Ma lo stilema più forte della