Leclerc e quella vendetta contro il compagno di squadra che covava da 4 anni | Gliele ha promesse a Sainz (senza nascondersi)

Leclerc e quella vendetta contro il compagno di squadra che covava da 4 anni | Gliele ha promesse a Sainz (senza nascondersi)

Vendetta Leclerc @wikicommons

Nel Q3 della Sprint in Qatar un outlap al rallentatore e un sorpasso mancato accendono di nuovo i nervi di Charles Leclerc, che in radio promette di restituire il favore a Carlos Sainz.

Sul circuito di Lusail, in Qatar, il venerdì della Sprint avrebbe dovuto servire a mettere ordine nella stagione, a cercare almeno una buona posizione in griglia da cui provare a raddrizzare il weekend. Invece l’ultimo tentativo veloce di Charles Leclerc si è trasformato nell’ennesimo episodio di frustrazione, consumato nel traffico dell’outlap decisivo e culminato con uno sfogo durissimo via radio. Davanti alla sua monoposto, a fare da punto di riferimento involontario, c’era proprio la vettura numero 55 guidata da Carlos Sainz, oggi in un altro team ma ancora legata a doppio filo ai ricordi del box di Maranello.

Nel giro di preparazione che precede l’attacco al cronometro le velocità sono basse per tutti: si scaldano gomme e freni, si cerca spazio in pista e si calcolano i secondi che restano prima della bandiera a scacchi. In quel frangente la monoposto dello spagnolo ha rallentato vistosamente, costringendo chi arrivava da dietro a fare altrettanto per non superare il tempo limite. Quando il monegasco ha provato a liberarsi, l’avversario ha ripreso ritmo proprio all’ultimo istante, mandando all’aria il delicato equilibrio di temperatura degli pneumatici. Il giro lanciato, partito con le condizioni sbagliate, si è chiuso con un deludente nono posto.

L’outlap di Lusail e lo sfogo in cui tutto viene a galla

Subito dopo la comunicazione del risultato da parte dell’ingegnere di pista, dal casco rosso è arrivata una risposta gelida e tagliente. Non urla, ma parole pesanti: la promessa di comportarsi allo stesso modo il giorno seguente. Un messaggio che non era rivolto solo al muretto, ma chiaramente alla monoposto che lo aveva rallentato pochi minuti prima. Nella ricostruzione a freddo, Leclerc ha riconosciuto che il rivale aveva il diritto di prendersi spazio davanti a sé, ma ha definito quel modo di farlo “fastidioso” e “inutile” per tutti quelli che seguivano in fila.

L’episodio di Lusail non è solo una questione di centimetri e di cronometro, ma il punto in cui si incrociano presente e passato. In quel momento la pista non ospitava genericamente due avversari qualsiasi, ma un pilota Ferrari e colui che per quattro stagioni ha condiviso con lui dati, briefing e tensioni dentro lo stesso box. La sensazione, ascoltando il team radio, è che nel giro di pochi secondi siano riemersi vecchi conti mai del tutto chiusi, fatti di ordini di squadra discussi, strategie sofferte e manovre al limite del gradimento reciproco.

Hamilton e Leclerc, attuali piloti della Rossa @automobilismodepoca

Quattro anni di equilibri fragili tra ordini, sorpassi e radio bollenti

Da quando lo spagnolo è arrivato a Maranello, nel 2021, la convivenza tra i due piloti è stata un continuo esercizio di equilibrio. Da una parte la voglia del monegasco di affermarsi come riferimento tecnico del progetto, dall’altra la determinazione dell’ex compagno di squadra, mai disposto a vestire i panni della semplice spalla. Dentro questo quadro si sono inseriti ordini di squadra rispettati a metà, sorpassi interni al limite, strategie che talvolta hanno favorito uno, talvolta l’altro, alimentando un sottile confronto di nervi.

Per questo, nel venerdì di Lusail, quella frase pronunciata a caldo suona diversa dal solito. Non è solo lo sfogo di chi ha perso un’occasione in qualifica, ma il segnale che la pazienza può avere un limite. Nel promettere di restituire il trattamento ricevuto, il pilota non annuncia una legge del taglione, ma lascia intendere di non voler più rimanere dalla parte di chi subisce, soprattutto quando dall’altra parte c’è chi conosce alla perfezione punti forti e fragilità maturate in quattro anni di vita condivisa nello stesso box. E ogni loro futuro incrocio in pista, ora, sarà inevitabilmente letto alla luce di questa lunga sequenza di tensioni, radio roventi e fiducia reciproca messa alla prova.