L’Hamilton degli anni ‘50

Nasceva 100 anni fa Duncan, tra i migliori e più temerari piloti inglesi del dopoguerra. Incline agli incidenti, pilota da caccia in guerra, vincitore di Le Mans e amico di Mike Hawthorn. L'articolo completo su Automobilismo d'epoca in edicola.

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Il Lewis di oggi, campione della F1 “social” e dalla visibilità mondiale, non è l’unico Hamilton importante nella storia delle corse: il Lewis Hamilton degli anni ’50 si chiamava Duncan. Duncan Hamilton. Froilàn Gonzàlez disse di lui che era “il più forte di tutti sull’acqua”. Ma non piovve molto a Le Mans nel 1953, quando Duncan vinse la 24 Ore alla guida della Jaguar C-Type condivisa con il connazionale Tony Rolt, davanti alla vettura gemella di un certo Stirling Moss; e nemmeno pioveva alla 12 Ore di Reims del 1956, anche quella vinta su Jaguar. In undici anni di gare automobilistiche ad alto livello, Duncan Hamilton gareggiò contro Fangio, Ascari, Villoresi, Castellotti, Moss e gli amici intimi Peter Collins e Mike Hawthorn, da pilota ufficiale di Jaguar, Ferrari e Healey. Nel 2020 avrebbe compiuto 100 anni ed è rimasto un pilota leggendario in Inghilterra, dove fece il garzone da ragazzo alle scuderie impegnate nei meeting di gare a Brooklands. In realtà era irlandese, essendo nato a Cork, e inglese di adozione. Ma questo poco conta, visto che nella seconda guerra mondiale si distinse per le azioni di guerra ai comandi sui caccia Supermarine Seafire (in pratica gli Spitfire adattati all’uso su portaerei), dopo essere rimasto affascinato dal richiamo dell’aviazione mentre portava l’acqua ai piloti in autodromo. Il rischio era nel suo destino: all’età di due anni rimase incosciente dopo che la sua carrozzina si schiantò dopo essere caduta da una rampa di 38 gradini. Anni dopo, mentre era al college, rubò l’auto di un professore e finì contro un muro. Da pilota proseguì con incidenti, alcuni leggendari. Come la volta che andava agli Speed Trials a Brighton: lui stesso guidava il veicolo su cui trasportava la MG ex-Malcolm Campbell quando all’improvviso vide nello specchio una Bugatti molto vicina, allora fece una manovra repentina per farla passare, per poi accorgersi che era… la sua Bugatti, che stava trainando…! Finì con un lampione abbattuto. Al GP di Oporto del 1953, mentre battagliava per la testa della corsa, altro lampione abbattuto uscendo di strada a oltre 200 km/h; questa volta l’incidente ebbe grande risonanza, dato che causò il black-out di buona parte della città. Di lui si ricorda anche che fu multato per eccesso di velocità mentre si recava a una trasmissione TV per parlare di sicurezza sulle strade…

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