L’italianissima FIAT Ritmo che sverniciava Lamborghini, Maserati e Ferrari | Impossibile starle dietro

L’italianissima FIAT Ritmo che sverniciava Lamborghini, Maserati e Ferrari | Impossibile starle dietro

Fiat Ritmo Abarth @wikicommons, automobilismodepoca

Una compatta da 130 CV e poco più di una tonnellata: nello “sprint” diventava l’incubo di chi guidava auto blasonate.

Negli anni Ottanta bastava poco per far nascere un mito: un semaforo, un tratto di curve, una ripartenza secca in cui la macchina “piccola” sembrava più pronta di quella famosa. È in quel clima che la FIAT Ritmo, nella sua declinazione più cattiva, si è guadagnata la fama di saper umiliare perfino le supercar, al punto che nei racconti degli appassionati finivano dentro lo stesso paragone nomi enormi come Lamborghini, Maserati e Ferrari.

La base di tutto, però, non è una magia: è una ricetta tecnica precisa. Secondo quanto riportato da Automoto.it, la protagonista di questa leggenda è la Fiat Ritmo Abarth 130 TC, hot hatch iconica che, grazie a peso contenuto e risposta bruciante, arrivò a “non sfigurare” nello sprint contro sportive di lusso come la Ferrari 208 GTB. È da qui che nasce quell’idea quasi offensiva per chi ama le supercar: quando una compatta italiana prende metri subito, starle dietro diventa un esercizio di pazienza.

La Ritmo che cambia pelle: quando una compatta si comporta da sportiva vera

La 130 TC viene presentata nel 1983 come evoluzione della 125 TC e non è un semplice ritocco di potenza. Il motore è un 1.995 cc da 130 CV, ma attorno arrivano interventi che contano: migliorie all’alimentazione, un’accensione elettronica più avanzata e ottimizzazioni al telaio, tutte cose che rendono la risposta più pronta e la guida più “cattiva” in curva.

Il dato che spiega perché “sverniciava” nello scatto è il rapporto tra forza e massa: circa 1.020 kg di peso, 0-100 in 8 secondi e una velocità massima indicata tra 190 e 200 km/h. A completare l’immagine ci sono dettagli che la facevano riconoscere subito: cerchi specifici, pneumatici maggiorati e un piccolo spoiler posteriore, con il cambio manuale a 5 marce pronto a tenere il motore sempre nel punto giusto.

Fiat @pexels, automobilismodepoca

Perché nasce la leggenda “anti-supercar” e perché oggi vale oro

Il senso del paragone con Ferrari, e per estensione con il mito di Lamborghini e Maserati, sta nel tipo di “battaglia” di cui parlavano in tanti: non il duello infinito in autostrada, ma quello corto e cattivo, fatto di ripartenze e tratti guidati, dove un’auto leggera e ben bilanciata può far sembrare pesanti e lente macchine molto più prestigiose. In questo, la 130 TC si è guadagnata la reputazione di essere impossibile da seguire quando sfruttavi davvero il suo equilibrio.

Non era solo un giocattolo da strada: viene ricordata anche per presenze in rally e competizioni minori, e oggi il suo peso da icona si vede nelle quotazioni. Una Ritmo 130 TC ben conservata può superare i 30.000 euro, con interesse crescente per gli esemplari restaurati con cura. È la prova che quella “sfrontatezza” tutta italiana, capace di far discutere persino chi guida il meglio del meglio, non è rimasta un ricordo: è diventata valore.