No, non sei ubriaco: questa non è una Bentley | La Cina ha portato in Italia il suv dell’anno (e costa pochissimo)
Jaeeco, il suv dell'anno @automobilismodepoca
Ti giri convinto di aver visto una Bentley, ma sul cofano non c’è nessun marchio inglese: è la nuova Jaecoo 7, il suv cinese che punta a diventare il “suv dell’anno” per design e prezzo aggressivo.
Sulle strade italiane sta comparendo sempre più spesso un grande suv dal frontale imponente, griglia verticale e firma luminosa sofisticata. A un primo sguardo sembra uscire da un garage di lusso, ma in realtà è il volto nuovo della Cina a quattro ruote: il marchio Jaecoo, affiancato dal gemello Omoda, due brand con cui il colosso Chery ha deciso di attaccare il cuore del mercato europeo dei suv compatti. Presentati ufficialmente a Milano, Omoda e Jaecoo segnano l’ingresso in una “new age” dell’auto cinese, fatta di stile curato e tecnologia a prezzi ancora insospettabili per molti automobilisti italiani.
Il titolo “no, non sei ubriaco: questa non è una Bentley” descrive perfettamente il cortocircuito visivo che molti vivono vedendo per la prima volta la Jaecoo 7: linee squadrate, frontale importante, dettagli cromati e un profilo da fuoristrada di lusso. Eppure siamo di fronte a un suv di segmento C che, a listino, costa una frazione delle grandi rivali europee, tanto che qualcuno ha già iniziato a chiamarlo il suv dell’anno per rapporto qualità/prezzo, complice un posizionamento che promette di scuotere le gerarchie del mercato.
Linee da fuoriserie di lusso, ma il passaporto è cinese
Come raccontato anche da una rivista specializzata di design automobilistico, Omoda e Jaecoo sono i due volti della stessa strategia: piattaforma condivisa, meccanica comune, ma caratteri molto diversi. Omoda 5 è il modello più modaiolo, pensato per chi vive la città, con uno stile “Art in Motion”, superfici scolpite e un look quasi da coupé rialzata. La Jaecoo 7, invece, si posiziona un gradino più in alto per immagine, ispirandosi dichiaratamente ai grandi suv offroad premium europei, con forme solide, montanti verticali e una calandra “a cascata” che riempie il frontale e colpisce a distanza.
L’effetto, per chi la incrocia per la prima volta, è spiazzante: fiancata pulita, maniglie a filo, fari sottili, fanali posteriori uniti da una lunga barra luminosa e un abitacolo quasi lussuoso per materiali e impostazione tecnologica. È qui che nasce la battuta: “sembra una Bentley”, perché l’occhio va subito alla presenza scenica più che al marchio sconosciuto sul cofano. Ma dietro quell’immagine c’è l’offensiva della nuova generazione di suv cinesi, che non puntano più solo sul prezzo ma su un mix di design ricercato e dotazioni piene.

Prezzo da media di casa, dotazioni da “suv dell’anno”
Se il design gioca a imitare da lontano le fuoriserie inglesi, il listino riporta subito tutti con i piedi per terra. In Italia, Omoda ha debuttato con la Omoda 5, un C-suv lungo poco meno di 4 metri e mezzo, con motore turbo benzina e una dotazione praticamente “tutto di serie” a partire da meno di 28.000 euro, cifra che lo mette in diretta concorrenza con suv generalisti come Nissan Qashqai e Kia Sportage. Jaecoo segue la stessa filosofia: la Jaecoo 7 viene proposta con un unico motore turbo benzina e prezzi che partono poco sopra i 33.000 euro, una soglia che nel mondo dei suv di immagine è considerata d’ingresso, non certo da super lusso.
A rendere l’offerta ancora più attraente per gli automobilisti italiani c’è il pacchetto tecnologico: maxi schermi affiancati, assistenti alla guida avanzati, infotainment connesso e finiture curate, elementi che fino a pochi anni fa erano appannaggio delle marchi premium europei. È qui che prende forma l’idea del “suv dell’anno che costa pochissimo”: un’auto che, a colpo d’occhio, può essere scambiata per una fuoriserie come una Bentley, ma che nella realtà si colloca nella fascia di prezzo di una normale suv media di casa. La domanda inevitabile, per chi la vede parcheggiata sotto casa del vicino, è una sola: quanto tempo ci metteranno i marchi storici a rispondere all’assalto di questa nuova ondata cinese?
