di Tommaso Ferrari
05 August 2022

Porsche 993 R Autoart: il restomod che non è un restomod

Nulla di esageratamente invasivo, Paul Stephens ha voluto esaltare come omaggio ogni aspetto dell'ultima 911 raffreddata ad aria

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Un altro restomod classico Porsche, ma stavolta nessuna 964 è stata chiamata in causa, bensì una 993. E più che un restomod questa realizzazione di Paul Stephens vuole essere una esaltazione di ogni singolo aspetto dell’ultima 911 raffreddata ad aria. Lo specialista Porsche, dopo cinque anni di sviluppo e una pandemia di mezzo, ha presentato la sua 993R Autoart, creata grazie al mantra “less is more” e con l’obiettivo di “migliorare del 25% ogni aspetto della sportiva di Stoccarda”. Il flat six ha una capacità di 3.8 litri, l’albero motore è della 997 GT3, i pistoni della RSR, vi sono alberi a camme più estremi, uno scarico più libero e altre migliorie per un totale di oltre 330 cavalli contro i 272 originali; per i più bramosi di emozioni si può arrivare a ben 360 e con una linea rossa a 8.500 giri!

Il peso crolla a 1.190 chili a secco grazie all’uso di pannelli ultraleggeri e una dedizione minimalista ad ogni componente, cosa che porta il rapporto potenza/peso pericolosamente vicino a quello di una 997 GT3. Le sospensioni sono regolabili in cinque diversi settaggi mentre il differenziale autobloccante deriva dalla Wavetrac, così ogni uscita di curva sarà impeccabile. All’interno niente finestrini elettrici o radio, né cassetto portaoggetti o chiusura centralizzata: a compensare troviamo dei sedili a guscio, rollbar, una nuova strumentazione e uno squisito volante in Alcantara. Anche l’esterno è rinnovato con un body kit più audace ma non sguaiato e nuovi cerchi marchiati 993 R. Il risultato finale è molto molto intrigante, non estremo come un restomod ma una 993 in chiave GT3, sfruttabile ovunque e certamente capace di garantire emozioni indissolubili.

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