Quanto costava un pieno di benzina nel 2005? 50enne trova scontrino nel vecchio giubbotto di pelle | Ora non ci compri neanche 5 pizze
Benzina @automobilismodepoca
In tasca a un vecchio giubbotto di pelle spunta uno scontrino del 2005: cifra di un pieno di benzina che oggi basterebbe a malapena per una serata in pizzeria.
Lui ha cinquant’anni e un armadio pieno di ricordi. Frugando in un giubbotto che non indossava da anni, tra monetine e biglietti accartocciati, trova un pezzo di carta ormai scolorito. È uno scontrino di un distributore stradale, data 2005, importo evidenziato in fondo al foglietto. Un pieno vero, fino all’orlo, pagato meno di quanto oggi si spende per una cena fuori con gli amici.
Basta quell’istante per far tornare alla mente un mondo diverso: autostrade con meno SUV, utilitarie a benzina ovunque, viaggi in compagnia con l’autoradio che gracchiava e il portafogli che non piangeva a ogni fermata dal benzinaio. All’epoca quella cifra sembrava comunque importante, ma stava ancora dentro il budget mensile; adesso, guardandola con gli occhi di oggi, fa quasi tenerezza.
Quando un pieno era la normalità
Nello scontrino c’è scritto tutto: ora, data, litri erogati, importo finale. Una somma che, nel 2005, bastava per riempire il serbatoio di una compatta a benzina e macinare centinaia di chilometri, tra tangenziali, statali e weekend fuori porta. Oggi, con la stessa cifra, ci paghi qualche fetta di margherita e una birra, ma di carburante ne porti a casa giusto qualche decina di euro.
Il cinquantenne fa due conti al volo. Nel giro di vent’anni il prezzo al litro è salito, i consumi delle auto sono migliorati ma non abbastanza da compensare la differenza, e ogni viaggio lungo richiede ormai una pianificazione quasi da commercialista. Quel pezzetto di carta, strappato e un po’ sbiadito, diventa una piccola macchina del tempo: racconta un’epoca in cui fare il pieno era una spesa da mettere in conto, certo, ma non una ferita aperta a ogni passaggio in cassa.

Dal benzinaio allo scontrino digitale: come è cambiato il “peso” del pieno
All’epoca si entrava al distributore, si lasciavano le chiavi al benzinaio, ci si concedeva un caffè al banco e si pagava il pieno senza dover controllare tre volte il conto corrente. Oggi, spesso, si fa self-service di notte, si digita il PIN con un’occhiata al saldo sull’app e si decide di fermarsi prima della tacca massima perché il totale sul display è già troppo alto. Il gesto è lo stesso, ma la percezione è completamente cambiata.
Lui, intanto, conserva lo scontrino come una piccola reliquia. 54 euro, con il prezzo per litro fissato a 1,20€ e un serbatoio di 45 litri. Lo appoggia sul tavolo, lo fotografa, lo manda agli amici nel gruppo WhatsApp con un commento ironico: con questa cifra, oggi, «non ci compri neanche 5 pizze». E in quella battuta c’è tutta la distanza tra due epoche: da una parte i viaggi con la macchina scassata ma il serbatoio pieno, dall’altra un presente in cui ogni litro in più pesa sul bilancio familiare. L’auto è cambiata, il giubbotto è rimasto lo stesso, la nostalgia pure.
