R5 Alpine Coupe: tutta casa e pista

Apparentemente eguale ad una R5 standard, questa versione era stata pensata esclusivamente per partecipare alla Coupe Renault 5 Elf

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Rapporti corti, motore potente (93 CV) e peso di 885 kg rendono la R5 Alpine Coupe molto vivace su strada

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Il trofeo monomarca parte dalla R8

Renault ha sempre curato con grande attenzione la propria immagine sportiva ed è stata la prima a organizzare dei trofei monomarca, non solo in Francia. Il debutto avvenne nel 1966 con la Coupe de France Gordini dedicato alle R8 appunto nella versione sportiva firmata dal famoso preparatore Amedei Gordini. Presentata alla fine del 1964, proprio due anni dopo venne dotata di un nuovo motore 1.255 cc da 103 CV (Sae) con cambio a 5 marce.

Protagonista pure nei Rally, la R8 fu utilizzata nella Coupe fino al 1970, quando il trofeo, dal 1971, venne riservato alla nuova R12 Gordini. Sviluppata da Renault e Alpine (quest’ultima fu acquistata integralmente proprio nel 1971) ma conservando la dedica a Gordini, la R12 come base meccanica aveva il motore della R16 TS 1600 ampiamente elaborato, tanto da erogare 113 CV (Din). La R12 venne utilizzata fino al 1974, quando alla Régie decisero di puntare sulla 5, la nuova ed innovativa utilitaria presentata nel 1972. Il trofeo aveva pertanto preso la denominazione Coupe Renault 5 Elf anche perché sostenuto dall’azienda petrofilera francese. Nel 1976 il trofeo si ampliò e da nazionale divenne europeo.

Un kit di elaborazione dedicato alla R5 LS

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Nella vista frontale si nota il paraurti più esteso in basso per ottimizzare l'aerodinamica e rendere il look più grintoso 

Il primo passo, che ci porta alla R5 Alpine Coupe che vi presentiamo, vide un diverso approccio alle corse su pista della Casa francese. Non realizzò come nei casi precedenti una vettura da hoc, ma si limitò a fornire un kit di elaborazione dedicato alla versione 5 LS, allora la versione più performante della gamma avendo un motore da 1.289 cc da 64 CV che le consentiva una velocità di punta di 155 km/h. Il kit fornito per poter gareggiare nella Coupe era piuttosto complesso. Comprendeva infatti sospensioni ribassate e più rigide, uno sterzo meno demoltiplicato e molte parti speciali per il motore, come l’asse a camme più spinto, valvole maggiorate, molle speciali, bielle, condotti di aspirazione e scarico rivisti oltre ad un radiatore dell’olio. A livello di carrozzeria cambiò il paraurti anteriore, molto più esteso nella parte inferiore per migliorare l’aerodinamica e la stabilità. Le vetture che parteciparono nelle stagione 1975 e 1976 erano queste, sostituite da un progetto più mirato e completo che porta la firma di Alpine.

Questa era equipaggiata con il 1397 cc derivato dal 1300 Gordini e sfoggiava 93 CV a 6.400 giri e ben 11,8 kgm a 4.000 giri grazie all’aumentato rapporto di compressione (10:1) e all’adozione di un carburatore doppio corpo della Weber. La velocità massima era di 175 km/h con una accelerazione da 0 a 100 km/h in circa 9 secondi. L’impianto frenante era di tipo misto con dischi anteriori da 228 mm e tamburi al retrotreno. Le ruote erano da 13 pollici. Le vendite iniziarono nel maggio 1976 e il successo non mancò; la personalizzazione estetica con i caratteristici loghi A5, l’assetto ribassato, le gomme più larghe e il muso con ampio parafango-spoiler e i fendinebbia davano alla vettura un’immagine decisamente sportiva e accattivante.

Una rara R5 Coupe che non ha mai corso

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Nel corso del 1977, Renault allestì una serie specifica chiamata R5 Alpine Coupe, la protagonista di questo servizio, destinata al solo trofeo, al quale erano comunque ammesse anche le altre 5 dotate di kit.La vettura veniva venduta ad un prezzo favorevole e solo dopo un anno di corse poteva essere immatricolata. Nel nostro caso l’auto, come ci conferma il proprietario, Giorgio Paglini, concessionario Renault di Castellanza (VA), non ha però mai corso. Il primo proprietario, infatti, l’acquistò senza alcuna intenzione di partecipare al trofeo, così fu costretto a pagare una penale per avere subito l’immatricolazione per poter circolare liberamente su strada da subito.

Motore potenziato, rapporto al ponte più corto e assetto sportivo

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Quali differenze c’erano con l’Alpine standard? Il motore aveva un asse a camme con una differente fasatura per migliorare l’erogazione agli alti regimi anche in funzione dello scarico libero, bielle più robuste e un carburatore Weber 35 DIR 58 al posto del 32 DIR 58. Altri differenze riguardavano i silent bloc più rigidi, il radiatore dell’olio, la pompa elettrica della benzina (dal 1978), la sonda della temperatura dell’acqua. Più corto poi il rapporto al ponte. Per l’assetto c’erano diverse barre di torsione, ammortizzatori Bilstein e pneumatici 180/55, sempre su cerchi da 13 pollici. L’impianto frenante era potenziato con quattro dischi di cui quelli anteriori ventilati. In abitacolo era già previsto il sedile sportivo, dunque all’acquirente non restava altro che far montare il roll-bar e l’estintore.

La livrea semplice, senza decorazioni e con solo due targhette identificative sul portellone, lasciavano tutto lo spazio disponibile ad eventuali sponsor.

Due nei: sterzo pesante e troppo rollio

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Sicuramente dotata di un comportamento vivace e divertente, l’Alpine Coupe soffriva principalmente di due difetti, lo sterzo pesante che affaticava il pilota e l’eccessivo rollio in curva. La parte che più entusiasmava era invece il motore, prontissimo a salire di regime, e il comportamento del telaio, molto leggero, reattivo (grazie al passo corto) e con una naturale propensione al sottosterzo. Era una delle migliori auto dell’epoca per imparare ad essere veloci in pista. Nonostante l’aspetto da utilitaria.

Motore 4 cilindri in linea montato longitudinalmente sull’asse anteriore. Alesaggio per corsa 76 x 77 mm. Cilindrata 1.397 cc. Rapporto di compressione 10:1 Potenza massima 93 CV a 6.400 giri Coppia massima 11,8 kgm a 4.000 giri Distribuzione valvole in testa disposte a V, un albero a camme laterale comandato da doppia catena, aste e bilancieri. Alimentazione con un carburatore doppio corpo Weber 35 DIR 58. Lubrificazione forzata con pompa a ingranaggi e radiatore dell’olio. Accensione a bobina e spinterogeno. Raffreddamento ad acqua con circuito sigillato. Impianto elettrico 12 Volt, alternatore 50 Ah, batteria 36 Ah.

Trasmissione Trazione anteriore. Frizione monodisco a secco. Cambio a 5 marce sincronizzate + retromarcia. Rapporti del cambio 1a: 3,818; 2a: 2,235; 3a: 1,478; 4a: 1,0360; 5ª. 0,836. Rapporto finale: 8/33. Pneumatici Dunlop 180/55-13 a carcassa radiale montati su cerchi in lega leggera.

Corpo vettura Telaio solidale con la scocca (carrozzeria portante). Carrozzeria berlina a tre porte Sospensioni anteriori indipendenti con quadrilateri deformabili, barre di torsione longitudinali, barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici telescopici Bilstein. Sospensioni posteriori a bracci oscillanti longitudinali, barre di torsione longitudinali, ammortizzatori idraulici telescopici Bilstein. Freni a disco sulle quattro ruote, anteriore ventilati, doppio circuito, servofreno. Sterzo a cremagliera.

Dimensioni (in mm) e peso Passo lato destro 2.440, lato sinistro 2.412, carreggiata anteriore 1.294, posteriore 1.270, lunghezza 3.543, larghezza 1.525, altezza 1.376. Peso a vuoto 885 kg.

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