1 gennaio alle 00.01: parte il fuso orario delle pompe di benzina | Aumenta l’accisa non appena scatta Capodanno
Il 2026 porterà brutte notizie per gli automobilisti italiani. Pedaggi autostradali e prezzo del gasolio subiranno aumenti significativi. Scopri tutti i dettagli dei rincari imminenti.
Con l’inizio del nuovo anno, gli spostamenti in Italia sono destinati a diventare più onerosi per milioni di persone. A essere colpiti saranno in particolare coloro che viaggiano frequentemente in autostrada e chi possiede veicoli alimentati a gasolio. Una serie di decisioni e adeguamenti tariffari, frutto di sentenze della Corte Costituzionale e nuove disposizioni della Legge di Bilancio, sta per ridefinire il costo della mobilità. Questi incrementi, che entreranno in vigore dal 1° gennaio, potrebbero pesare notevolmente sulle tasche degli italiani, influenzando sia i bilanci familiari che quelli aziendali.
Le prossime modifiche rappresentano una vera e propria sfida economica, spingendo a una maggiore attenzione ai consumi e a una riconsiderazione delle proprie abitudini di viaggio. Le novità riguardano indistintamente gli utenti privati, i pendolari e l’intero settore dei trasporti, con implicazioni a catena sull’economia generale del paese. Comprendere appieno le dinamiche di questi aumenti è quindi fondamentale per anticipare gli impatti e adottare strategie mirate al risparmio, in un contesto dove ogni centesimo conta sempre di più.
Pedaggi autostradali: le nuove tariffe dal primo gennaio
Pedaggi autostradali: le nuove tariffe in vigore dal primo gennaio.
A partire dal 1° gennaio 2026, i pedaggi autostradali subiranno un aumento su gran parte della rete italiana. La Corte Costituzionale ha dato il via libera a questi rincari, consentendo alle società concessionarie impegnate nell’aggiornamento dei propri piani di applicare un adeguamento tariffario. L’incremento generale previsto è dell’1,5%, una percentuale che riflette il tasso di inflazione programmata per l’anno a venire. Questo meccanismo di adeguamento è spesso legato a specifici accordi contrattuali tra lo Stato e i gestori delle autostrade, mirato a garantire la sostenibilità degli investimenti e della manutenzione della rete.
Nonostante i tentativi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di bloccare tali aumenti tramite un ricorso, la sentenza degli “Ermellini” è stata favorevole alle società che gestiscono le autostrade. La decisione sottolinea la validità delle clausole contrattuali esistenti che prevedono tali adeguamenti. Tuttavia, è importante notare che non tutte le concessionarie saranno interessate da queste variazioni. Alcune, infatti, operano già con un quadro di regole definito e in vigore, come nel caso di Concessioni del Tirreno (che include i tronchi A10 e A12), Ivrea-Torino-Piacenza (A5 e A21) e Strada dei Parchi. Queste godranno di una tariffa stabile, non subendo ulteriori rincari immediati.
Ci sono però delle eccezioni specifiche che meritano attenzione. Alla concessionaria Salerno-Pompei-Napoli è stato riconosciuto un adeguamento tariffario leggermente superiore, pari all’1,925%. Un incremento dell’1,46% è stato invece stabilito per l’Autostrada del Brennero, che opera con una concessione scaduta e per la quale è attualmente in corso la procedura di riaffidamento. Questi aumenti rappresentano una voce di spesa in più per milioni di automobilisti, influenzando i costi di viaggio per il lavoro e il tempo libero, e richiedendo una pianificazione più attenta delle spese di trasporto.
Gasolio: il sorpasso sulla benzina e la rimodulazione delle accise
Il gasolio supera la benzina: rincari e rimodulazione delle accise.
I pedaggi non saranno l’unica spesa a gravare sugli automobilisti nel 2026. Un altro colpo significativo arriverà sul fronte del carburante, in particolare per il gasolio. Per la prima volta nella storia recente, il diesel rischia di diventare più costoso della benzina, una situazione impensabile fino a pochi anni fa e che ribalta consolidate dinamiche di mercato. Questo cambiamento storico è destinato a modificare le abitudini di rifornimento di milioni di guidatori, specialmente quelli che hanno scelto veicoli diesel anche per un presunto vantaggio economico sul costo del carburante.
Questa inversione di tendenza è dovuta alla rimodulazione delle accise sui carburanti, introdotta nella nuova Legge di bilancio. Con l’inizio del nuovo anno, l’accisa sulla benzina sarà ridotta di 4,05 centesimi, mentre quella sul diesel aumenterà esattamente della stessa cifra. Questo porterà entrambe le accise a un valore identico di 672,90 euro ogni mille litri. Il risultato stimato da diverse analisi di settore è che il diesel, tradizionalmente più economico alla pompa e preferito da molti per i lunghi viaggi o per scopi professionali, potrebbe superare il costo al litro della benzina “verde” di alcuni centesimi, creando un precedente significativo.
Questo cambiamento avrà un impatto notevole non solo sui singoli automobilisti, ma anche su settori vitali come l’autotrasporto, l’agricoltura e la logistica, che dipendono fortemente dal gasolio per le loro operazioni quotidiane. Le conseguenze potrebbero tradursi in un aumento dei costi per beni e servizi lungo tutta la filiera produttiva e distributiva, con effetti a cascata sull’intera economia. Gli automobilisti e le aziende dovranno pertanto ricalibrare le proprie strategie di rifornimento e gestione dei veicoli, in un contesto di mercato che si annuncia radicalmente trasformato e che richiederà maggiore efficienza e attenzione ai costi operativi.
