Automobilismo d'epoca 3-2021

67 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO2021 PERCEZIONE Le grosse marmitte e i grandi passaruota rendono ben percepibili le prestazioni di cui questa Cobra è capace, mentre la livrea nera ne sottolinea l’aggressività. L a Shelby Cobra 289 coupé di queste pagi- ne rappresenta un interessante argomen- to: quello delle Cobra stradali preparate per correre oggi come fecero le loro “sorelle” da competizione all’epoca. Non una gran famiglia: 129 (uffi- ciali e “private”), sulle 577 costruite in tutto (parliamo delle sole 289). Motivo per il quale oggi hanno quotazioni stellari (nonmeno di 700mila euro, oltre 800mila se con pedigree agonistico, ndr) e spesso sono preparate come allora, anchemeglio grazie al progre- dire della tecnologia. Le Cobra così diventano delle auto da corsa a tutti gli effetti (come peraltro lo diventarono anche molte delle 129 di cui sopra, allestite da piloti privati), molto competitive pur se richiedono al pilota uno stile di guida particolare per rendere al meglio, assai poco frequentate però in Italia, anzi potremmo di- re sconosciute al contrario delle gare europee. La preparazione non era uguale per tutte le 289 perché dipendeva dal regolamento delle diverse gare a cui presero parte. E dato che le Cobra corse- roovunque, è facile intuire come sene trovinodi diversa preparazioneoallestimento. Lemaggiori competizioni a cui parte- ciparono restano il Campionato Internazionale Costruttori (così si chiamava nel ‘63 il Mondiale Marche) e i campionati americani SCCA (Sports Car Club of America) e USRRC (United States Ro- ad Racing Championship). E se ci pensiamo, è logico che il focus principale di Carroll Shelby siano state queste competizioni dove, soprattutto nelle ultime due, giocava in casa. Edove vinse, perché Bob Holbert si aggiudicò l’edizione 1963 del campionato USRRC e Jim Hall quella del 1964. A questo punto ci potremmo chiedere

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