Automobilismo d'epoca 4-2021

111 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |APRILE 2021 BREVETTO DEL 1897 A sinistra, uno dei primi disegni in sezione del radiatore, fatto di tanti piccoli tubi di ottone: il disegno, registrato nel 1897, anticipava il radiatore a nido d’ape che che vediamo a destra (nel disegno piccolo, la sua sezione). Il modello raffigurato, con la parte sopra arrotondata, fu usato a partire dal 1903. radiatore verticale sporgente e debuttò nel 1900 su una Mercedes 35 PS. La forma in funzione dell’utilizzo: il raffreddatore ad al- te prestazioni è così diventato un tratto di- stintivo delle auto moderne. Non solo: nel corso dei decenni, lo scambiatore di calo- re pronunciato sul frontale è diventato per la Casa di Stoccarda un elemento di design caratteristico, e la griglia frontale rimane tale ancora oggi. Dal vapore all’ottone Le prime vetture dopo l’invenzione dell’au- tomobile di Carl Benz, nel 1886, non ave- vano ancora un circuito di raffreddamento chiuso. Il liquido di raffreddamento riscal- dato dal calore emanato dal motore eva- porava. Il rabbocco faceva parte dell’espe- rienza di guida. Con le potenze sempre più elevate dei motori di oggi tutto questo non sarebbe possibile. WilhelmMaybach (1846 - 1929) fu il primo progettista di automobi- li a trovare una soluzione in tempi rapidi. Nel 1897 questo geniale ingegnere, insieme a Gottlieb Daimler, presentò il radiatore tubolare. Lo stesso Maybach lo descriveva come “un apparecchio per raffreddare l’ac- qua che scorre intornoai cilindri deimotori a scoppio, composto da un recipiente piat- to attraversato da tanti tubi, per cui un flus- so d’aria generato da un adeguato disposi- tivo di ventilazione estrae il calore dal li- quido di raffreddamento”. I tubi sono in ot- tone, poiché questa lega di rame e zinco ha un’ottima conducibilità termica. Il debut- to del nuovo sistema di raffreddamento è avvenuto nel settembre del 1898 sul pri- mo veicolo stradale al mondo con motore a quattro cilindri: si tratta del motore della Phönix-Wagen con una cilindrata da 2,1 li- tri e una potenza di circa 8 Cv. La svolta Il 20 settembre 1900 Maybach fece richie- sta di brevetto per il radiatore a nido d’ape come “dispositivo per il raffreddamento e la condensazione con il principiodel flusso trasversale”. L’8 agosto 1901 l’Ufficio Fede- rale Brevetti tedesco assegnò all’invenzio- ne il numero 122.766. Si tratta di un ulterio- re sviluppo del radiatore tubolare: Wilhelm Maybach fece saldare un innovativo radia- tore composto da 8.070 tubi a sezione qua- dra delle dimensioni di 6x6 millimetri. Le ampie superfici interne di questi tubi, insie- me ai piccoli spazi tra un tubo e l’altro, mi- gliorarono notevolmente l’efficacia del raf- freddamento rispetto ai tubi rotondi e per- misero di aumentare in modo significati- vo la potenza del motore. L’aumentare di quest’ultima, infatti, aumenta il calore pro- dotto dal consumo di energia, secondo le leggi della termodinamica, e di conseguen- za deve aumentare la capacità radiante, pe- na il surriscaldamento e l’inevitabile rottu- ra del motore (nei motori moderni, brucia- tura della guarnizione della testa nei casi meno gravi, oppure sbiellata o foratura del pistone).

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