Automobilismo d'epoca

75 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MAGGIO2022 In attesa dell’edizione n. 40 della rievocazione della Miglia Miglia (15-18 giugno) riviviamo la corsa di 90 anni fa, davvero epica! Che dimostrò al mondo la supremazia delle vetture milanesi e dei piloti italiani DI ATTILIO FACCONI, FOTO ARCHIVIO ALFA ROMEO E ACI PARMA Sono bastate solo cinque edizioni della Coppa delleMilleMiglia e l’insolita gara su strada è diventata la corsa più entusiasmante, la più impegnativa e la più ambita competizione automobilistica. La sesta edizione è fissata per la primavera del 1932, che si corre ancora sull’ideale pista stradale Brescia-Roma-Brescia. Il fermento per questa nuova galoppata automobilistica è attivodamesi, coinvolge fortemente ilmondo industriale delle competizioni in auto e gli sportivi vivono intensamente l’attesa per il ripetersi dell’evento. La singolare formula della corsa di velocità su strada trascina, affascina e appassiona lapopolazione:migliaia e migliaia di spettatori seguono con ansia e partecipazione il passaggio delle auto ai bordi delle strade. L’economia mondiale stenta a riprendersi dopo i nefasti effetti della crisi del 1929. Per l’Italia è ancorapiùdura, perché le cifre sull’andamentoeconomico sonodesolanti. In tre anni laproduzionemondiale di auto è crollata della metà e la stessa caduta produttiva si è registratadanoi. Di fronte a questa grave situazionemondiale, ogni Paese ha messo in atto svariate forme di protezione doganale. Le nostre Case nazionali soffrono terribilmente della crisi in atto perché sonoprevalentemente improntate all’esportazione. Una condizione, che le vede costrette a ripensare ad una produzione diversa, indirizzata almercato interno. Inquestogrigiore economicoperdurante, laMilleMiglia rappresentaunmomentovitaledovenonmancano idee nuove ed ottimismo per il mondo delle quattro ruote. Alla competizione bresciana guardano con speranza non solo leCase automobilistiche, ma tutto l’indotto e i più svariati segmenti industriali e commerciali toccati dall’evento. Senza scendere nei dettagli delle cifre, è assodato che questo eventomuove e determina un ragguardevole movimento di capitale. Nei giorni della grande maratona automobilistica, la rete telefonica e telegrafica dello Stato è quasi interamente occupata al servizio della corsa. È innegabile che laMilleMiglia “vale” molto in termini industriali ed economici. La VI edizione preannunciata da tempo dagli organizzatori del R.A.C.I di Brescia, con la super regia di Renzo Castagneto, Aimo Maggi, FrancoMazzotti e Giovanni Canestrini ovvero i quattro storici ideatori, è in calendario per il secondo fine settimana di aprile. Il percorso già sperimentato nell’anno precedente, con il felice inserimento di alcune città, rimane identico, ad esclusione di una variantenel viterbese, edè lungo1.670km. I concorrenti raggiungono Roma, percorrendo ladorsaleappenninicae risalgonoal nord, fiancheggiando l’Adriatico. Il tracciato disegnato sulla carta forma un ottocon l’incrociodi Bologna. Il confrontocon i dati tecnici dell’anno prima è naturale ed è facile prevedere una corsa con l’attacco veloce dei potenti bolidi sulle piatte strade della Pianura Padana fino al centro bolognese. Fa eccezione il breve tratto da Casalmaggiore a Parma, per l’attraversamento del fiume Po sul ponte di barche, che riduce notevolmente la velocità delle auto. Lasciato il capoluogoemiliano, iniziano le rampedel PassodellaRaticosae inrapida successione quelle della Futa prima dell’arrivo a Firenze. Fino al giro di boa nella Capitale, i concorrenti sono continuamente sollecitati dai saliscendi delle strade toscane e dell’alto Lazio, senza trascurare la difficoltà per l’attraversamento dei borghi medioevali di San Quirico d’Orcia e Radicofani. Lasciata Roma, dopo il controllo a Ponte Milvio, inizia per gli equipaggi la risalita al nord con l’attraversamento del tratto appenninico da ovest a est. Tra Terni e

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