All’inizio degli anni ’60 Toyota decise infatti di riprendere il progetto di una coupé sportiva presentato da Yamaha – abbandonato da Nissan che l’aveva inizialmente commissionato – utilizzandolo come base per creare un’auto in grado di rivaleggiare con vetture del calibro di Jaguar E-Type e Porsche 911. La 2000 GT fu curata dai migliori tecnici, tester e designer che Toyota potesse schierare, tutti spronati da Shoici Saito – il responsabile del progetto – che fornì una sola grande indicazione: “Fate qualunque cosa sia necessaria non solo per produrre la Toyota 2000 GT, ma per renderla una delle migliori auto al mondo, se non la migliore”. Inutile dirlo, ce la fecero sul serio.
Nel 1965, al Tokyo Motor Show debuttò infatti una sportiva due posti a motore anteriore e trazione posteriore, con una linea mozzafiato, proporzioni squisite, notevoli prestazioni e soluzioni tecniche davvero rare per l’epoca. La 2000 GT sfoggiò quindi, già nel 1967 – anno di inizio della produzione – sospensioni indipendenti, freni a disco su tutte e quattro le ruote, differenziale autobloccante, carrozzeria in alluminio, cerchi in magnesio, motore sviluppato in collaborazione con Yamaha e molto, molto altro ancora. Il design era evidentemente ispirato alle sportive europee: il cofano lungo e l’abitacolo arretrato così come il posteriore a goccia rimandavano indubbiamente alla E-Type Coupé, ma si poteva cogliere anche qualche proporzione delle berlinette Ferrari.