TOYOTA 2000 GT: PERLA RARA

Prodotta in soli 351 esemplari, la sofisticata 2 posti giapponese presentata nel 1965 aveva tutte le carte in regola per sfidare le coupé sportive più accreditate

La carrozzeria è realizzata in alluminio

Senza nulla togliere a Toyota, ma quando pensate a capolavori di design automobilistico la vostra mente corre immediatamente ad una Jaguar E-Type S1 Coupé, un’Alfa Romeo 33 Stradale, una Ferrari 275 GTB o un’Aston Martin DB4 GT Zagato, di certo non ad un’auto della stessa casa che produce la Yaris e la Auris. Eppure nel lontano 1967 Toyota concepì quella che oggi è considerata una delle più stupefacenti, rare e incredibili vetture giapponesi di sempre: signori e signore, ecco a voi la meravigliosa 2000 GT. Questa filante coupé due posti non era solo emozionante da guidare e all’avanguardia per la sua epoca ma simboleggiò il riscatto di Toyota nei confronti dei marchi europei e americani.

Obiettivo: sfidare Jaguar E-Type e Porsche 911

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All’inizio degli anni ’60 Toyota decise infatti di riprendere il progetto di una coupé sportiva presentato da Yamaha – abbandonato da Nissan che l’aveva inizialmente commissionato – utilizzandolo come base per creare un’auto in grado di rivaleggiare con vetture del calibro di Jaguar E-Type e Porsche 911. La 2000 GT fu curata dai migliori tecnici, tester e designer che Toyota potesse schierare, tutti spronati da Shoici Saito – il responsabile del progetto – che fornì una sola grande indicazione: “Fate qualunque cosa sia necessaria non solo per produrre la Toyota 2000 GT, ma per renderla una delle migliori auto al mondo, se non la migliore”. Inutile dirlo, ce la fecero sul serio.

Nel 1965, al Tokyo Motor Show debuttò infatti una sportiva due posti a motore anteriore e trazione posteriore, con una linea mozzafiato, proporzioni squisite, notevoli prestazioni e soluzioni tecniche davvero rare per l’epoca. La 2000 GT sfoggiò quindi, già nel 1967 – anno di inizio della produzione – sospensioni indipendenti, freni a disco su tutte e quattro le ruote, differenziale autobloccante, carrozzeria in alluminio, cerchi in magnesio, motore sviluppato in collaborazione con Yamaha e molto, molto altro ancora. Il design era evidentemente ispirato alle sportive europee: il cofano lungo e l’abitacolo arretrato così come il posteriore a goccia rimandavano indubbiamente alla E-Type Coupé, ma si poteva cogliere anche qualche proporzione delle berlinette Ferrari.

Telaio a forma di X

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Il telaio si componeva invece di una struttura a forma di X molto simile a quella della Lotus Elan, con il motore fra le ‘forche’ anteriori della X, il differenziale fra quelle posteriori e il guidatore accomodato nell’incavo laterale accanto al voluminoso tunnel della trasmissione. L’obiettivo di Toyota non era però solo quello di proporre una vettura bella da vedere, tanto che nel 1966 cinque piloti ufficiali si diedero appuntamento al circuito di Yatabe (un ovale di 5,5 km) e, con turni di due ore e mezza ciascuno, guidarono per 72 ore filate la 2000 GT – potenziata da carburatori Weber anziché Solex – alla media di oltre 205 km/h, stabilendo tre record mondiali e dieci internazionali.

L’unico difetto della bellissima Toyota era il prezzo:

la 2000 GT costava 6.611 dollari, persino più di una Porsche 911

Ecco perché la casa giapponese ne realizzò solamente 351 (di cui solamente 72 con guida a sinistra), ed ecco il motivo per cui qualche anno fa un esemplare fu battuto all’asta per oltre un milione di euro.

L’inconfondibile sound del 6 cilindri

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Appena girata la chiave d’accensione la 2000 GT si conquista un pezzettino del vostro cuore grazie ad un sound morbido, seducente e caldo come solo un sei cilindri in linea sa fare. Una volta in movimento non impiegherete molto ad innamorarvi della grazia e dell’equilibrio di questa rarissima sportiva, anche se prima dovrete ricevere la personale approvazione della corta leva del cambio. Quella fine impugnatura di legno infatti ha una corsa ridicolmente corta e una resistenza notevole, ma una volta capito che non dovete essere troppo delicati ma estremamente decisi gli innesti saranno secchi e precisissimi. Appena accettate di non dover trattare il cambio come una trasmissione di cinquant’anni fa, inizierete a godervi davvero la 2000 GT e a guidarla come merita, con un sound graffiante e aggressivo appena vi involate verso i 5.000 giri e una linearità di erogazione eccezionale.

Il sei in linea elaborato da Yamaha (che per inciso si è anche occupata della costruzione dell’intera vettura) è pastoso e squisitamente progressivo anche sotto i 2.000 giri ma sopra i 4.000 guadagna ancora più grinta e carattere a dispetto dei ‘soli’ 150 CV a disposizione, che grazie al peso di poco superiore ai 1.100 chili permettevano un ammirevole 0-100 in 8,6 secondi. Quello che però i numeri non possono spiegare è il livello di coinvolgimento e il piacere di guida che la 2000 GT sa generare: la reattività del motore aspirato, il baricentro basso e le dimensioni ridotte la rendono una vera sportiva capace di essere infilata in curva quasi come se fosse una Lotus.

Bilanciamento perfetto

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La distribuzione dei pesi è pressoché ideale (49/51) e in percorrenza e in uscita di curva la Toyota sfoggia un bilanciamento impeccabile, senza un solo movimento laterale di troppo o perdite di aderenza al posteriore visto che la potenza è esattamente quella che vi serve, non un cavallo in più o in meno.

L’unica vera pecca è un lieve punto morto del volante durante l’inizio della sterzata che rovina la precisione in ingresso, insieme alla sopracitata pesantezza del volante che mina parte del feeling di guida e fa sembrare la 2000 GT meno agile di quanto sia in realtà. Le sospensioni indipendenti lavorano egregiamente anche aiutate dal peso ridotto, così come i freni a disco che mostrano un buon mordente nonostante la parte iniziale del pedale abbia una corsa un po’ troppo lunga e cedevole. La cosa davvero eccezionale della Toyota 2000 GT è che è talmente ben pensata e costruita a livello tecnico che nel guidarla non tenete istintivamente conto dei suoi cinquantadue anni, ma la valutate come se fosse un’auto di decenni più giovane. Si sente spesso parlare di questa perla rara come della prima ‘supercar giapponese’ e anche se come titolo può sembrare un po’pretenzioso, alla 2000 GT manca solo la potenza delle concorrenti per raggiungere tale definizione, perché per quanto riguarda fascino, stile, posizione di guida, sensazioni al volante e contenuti tecnici l’appellativo è meritatissimo.

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