Tre Gran Turismo a Casale

Cronaca di un giorno speciale, cominciato come un giro di amici con le proprie auto e terminato con l’apparizione, dalle nebbie del passato, di un autodromo: quello di Casale Monferrato

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Chiacchiere da bar, tra amici, la stessa passione ma gusti diversi. Fuori ad aspettare un’auto tedesca da una parte e un’auto italiana dall’altra: Porsche contro Ferrari. Eterna sfida, prima in pista e poi sulle strade di tutti i giorni. Porsche 911 SC contro Ferrari 328 GTB con un terzo incomodo di tutto rispetto: Alfa Romeo GTV 6 2.5. Tre marchi da leggenda, le regine del motorsport di quegli anni in diverse categorie. Tutte e tre immatricolate a metà degli anni Ottanta quando i loro attuali proprietari erano poco più che ventenni, le auto erano le protagoniste indiscusse di uno dei decenni più iconici che la storia recente ci ha lasciato. Gli anni degli yuppie, dei walkman e dei VHS. Gli anni di Miami Vice, Magnum P.I. e delle insegne luminose sui palazzi delle grandi città. Ma soprattutto gli anni di auto sportive vere, genuine, con gli attributi, desiderate e ricercate oggi come allora.

Bando alle chiacchiere, guidiamole queste auto, andiamo a fare un giro per godere delle loro doti. Due motori 6 cilindri contro un V8, l’Alfa Romeo GTV 2.5 V6 “Busso”, Porsche 6 cilindri boxer 3.0 “Flat Six” e Ferrari V8 3.2 a 32 valvole. Musica per le nostre orecchie, in fila indiana a velocità codice il rumore dei tre motori è sordo e si sente da lontano, gli occupanti delle altre vetture ci osservano un po’ incuriositi o forse intimoriti, il colpo d’occhio è affascinante. Prendiamo l’autostrada per uscire dal centro abitato, cerchiamo le strade di campagna, quelle poco frequentate.

Seguiamo le indicazioni per il fiume Po, il grande fiume, quello che taglia in due la pianura. Lo scenario è incantevole, strade deserte in mezzo alla natura che seguiamo senza una meta, solo per il piacere di guidare. La 911 SC ha il tetto apribile, non è come una spider ma la sensazione dell’aria fresca che ti accarezza i capelli è piacevole. Ci troviamo davanti a un bivio: “Andiamo di qua…” dice qualcuno, via… il rombo dei motori riempie il silenzio dei campi che ci circondano. L’asfalto finisce e comincia la strada sterrata… qualcosa non va, forse ci siamo spinti oltre, il ritmo si fa più cauto, vorremmo tornare indietro ma la strada è troppo stretta: andiamo avanti. Ci aspetta un vecchio cancello arrugginito mezzo aperto, dall’aspetto è sicuramente disabitato. Scendiamo dalle macchine e pensiamo che sia ora di tornare indietro, qualcuno fuma una sigaretta. Però quel cancello… quella porta mezza aperta chissà dove porterà, siamo curiosi e proviamo a sbirciare. Non c’è nessuno, s’intravvedono dei caseggiati abbandonati, fatiscenti… C’è un tratto di guard-rail che costeggia una striscia di asfalto, vecchio catrame crepato delimitato da cordoli ormai inglobati dalla vegetazione, una corsia box e una torretta che sovrasta tutta la proprietà, forse è la vecchia direzione gara… Si, è evidente: è una vecchia pista abbandonata.

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