Velocissima, come uno smartphone: la nuova Volkswagen Golf GTI è digitale nativa; giunta alla ottava edizione, è stata presentata a fine primavera e sarà in vendita tra fine estate e inizio autunno. Non sono più nemmeno tanto le differenze di prestazioni e dimensioni a impressionare nel confronto con la capostipite del 1976, quanto le dotazioni. Quella che 45 anni fa era a tutti gli effetti una utilitaria pepata senza nemmeno l’autoradio di serie, oggi è una berlina media, lunga ben più di 4 metri, dotata di ammennicoli elettronici di cui nemmeno riusciamo a memorizzare il nome. Crediamo però sia sufficiente segnalare che la strumentazione non ha più alcun indice analogico, bensì è proiettata in uno schermo da 10” (quasi un piccolo televisore) e che sono praticamente spariti i pulsanti fisici: adesso si comanda tutto dal display da 8” che si trova nel mezzo della plancia; inoltre c’è una scheda SIM con cui ci si connette al mondo in tempo reale, facendo diventare la nuova Golf una sorta di smart-car. Due sono i punti sui quali la Golf GTI non cede del tutto alla contemporaneità: la striscia rossa che da sempre la identifica, e il motore la cui cubatura resta di 2 litri come sulle serie precedenti più recenti, senza il “downsizing” tanto in voga. Il più iconico dei “fil rouge” automobilistici è una vera traccia per ripercorrere il cammino a ritroso fino all’inizio della storia di quest’auto così importante, per la Volkswagen e per l’intero segmento di mercato. Anch’esso è stato reinterpretato in chiave moderna, visto che sulla “8” GTI percorre tutto il frontale da un parafango all’altro, sostenuto da un profilo luminoso a led che si interrompe in prossimità del marchio VW al centro della calandra. Oggi la madre di tutte le “GTI” ha 245 Cv e raggiunge i 250 km/h; anche per la “8” sarà disponibile probabilmente la versione speciale Clubsport, alleggerita e con potenza di 290 Cv. Dettagli, pensando che la prima Golf GTI aveva un 1.6 da 110 Cv. Eppure, fece sensazione, nel 1975.
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