Ufficiale: Porsche introdurrà il “cambio finto” sulla nuova Taycan | L’ennesima vittima di un mondo fatto di apparenze
Porsche Taycan @automobilismodepoca
E mentre Toyota prepara per il 2027 un mostro come la GR GT con un V8 biturbo da 650 cavalli e 850 Nm, in Europa Porsche sceglie la strada opposta: sulla Taycan arriverà il “cambio finto”, studiato più per le sensazioni che per la meccanica reale.
Il paradosso è evidente: da una parte c’è chi lavora per rendere ancora più estrema la fisicità del motore termico, come nel caso della futura Toyota GR GT V8 biturbo, promessa di un’auto durissima, violenta, pensata per chi vuole ancora sentire la botta sulla schiena. Dall’altra, in quello stesso 2027, in Europa una delle elettriche simbolo come Porsche Taycan si prepara a parlare un linguaggio completamente diverso, introducendo un cambio “simulato” che non nasce da ingranaggi veri, ma da elettronica, software e qualche effetto speciale studiato a tavolino.
Il “cambio finto” è proprio questo: un sistema che ricrea artificialmente i passaggi di marcia, con rapporti virtuali, scalate simulate e magari un pizzico di vibrazione sul selettore o sulle palette al volante. Dal punto di vista tecnico non serve davvero a niente per la trazione: il motore elettrico continuerebbe a spingere in modo lineare, ma il guidatore vedrà salire e scendere i giri finti sul quadro, sentirà un’auto che “finge” di cambiare marcia, come se fosse ancora un’epoca di frizioni e sincronizzatori.
Dal V8 che ti strappa le braccia al cambio che ti fa solo credere
Mettere a confronto questi due mondi fa impressione. La GR GT con V8 biturbo da 650 CV e 850 Nm è la celebrazione dell’eccesso meccanico: coppia brutale, rumore, temperature, odore di benzina. È l’idea di auto che ti stanca le braccia, ti svuota lo stomaco in accelerazione e trasforma ogni rettilineo in un esercizio di controllo. Non è fatta per piacere a tutti, ma per chi vuole ancora sentire ogni singolo cavallo spingere davvero.
La Taycan con cambio finto, al contrario, racconta una Europa ossessionata dalle apparenze e dalla transizione “soft”: non si può tornare indietro dall’elettrico, ma non si vuole neanche rinunciare al teatro del cambio marcia. Così si inventa l’illusione: l’auto è a tutti gli effetti un’elettrica pura, ma ti fa credere di guidare qualcosa di vecchio stile. Una sorta di modalità “nostalgia”, perfetta per chi non accetta il silenzio totale ma nemmeno la fatica di un vero cambio manuale.

Un mondo fatto di sensazioni in scatola: dove stiamo andando davvero
È qui che nasce l’amara ironia di chi commenta dicendo “E ragazzi, che bella l’Europa”. Da una parte regolamenti, limiti, transizione obbligata verso l’elettrico; dall’altra, per non perdere del tutto il legame emotivo con la guida, si inventano strati su strati di simulazione. Rumori riprodotti in altoparlante, vibrazioni finte sul volante, cambi che non cambiano nulla se non la grafica del cruscotto.
Per qualcuno è un compromesso accettabile: meglio un cambio finto su una Taycan vera che un elettrico anonimo e muto, senza alcun tipo di carattere. Per altri, invece, è il segno che l’auto sta diventando un prodotto più vicino a un videogioco che a una macchina meccanica, mentre dall’altra parte del mondo marchi come Toyota continuano a mettere in strada motori che ti guardano in faccia e ti chiedono coraggio ad ogni accelerata. Nel mezzo restano i guidatori europei, sospesi tra normative e sensazioni in scatola, a chiedersi quanto ancora ci sarà spazio per la sincerità, che sia fatta di benzina vera o di elettroni senza bisogno di trucchi.
