Un terzo parasole per proteggere gli occhi dai raggi UV | Non è fantascienza: la Polo del 2001 era 25 anni avanti a tutti

Un terzo parasole per proteggere gli occhi dai raggi UV | Non è fantascienza: la Polo del 2001 era 25 anni avanti a tutti

Terza aletta parasole della Polo del 2001 @automobilismodepoca, tik tok

Altro che gadget moderni: nel 2001 la Volkswagen Polo aveva un “terzo parasole” per bloccare il sole laterale e proteggere gli occhi.

Chi guida spesso lo sa: il sole non dà fastidio solo “davanti”. Il vero incubo arriva quando entra di taglio, tra parabrezza e finestrino, e ti costringe a stringere gli occhi, abbassare la testa o mettere la mano a visiera come in un film. Ecco perché l’idea di un parasole aggiuntivo sembra quasi una genialata da auto di lusso.

La cosa sorprendente è che non serve guardare al 2025 o alle ultime elettriche piene di schermi. Perché la Polo del 2001, in modo semplice e quasi “invisibile”, aveva già una soluzione pratica: un terzo elemento pensato per coprire quel triangolo di luce che sfugge ai due parasole classici, riducendo l’abbagliamento e aiutando a mantenere la visuale pulita.

La trovata che nessuno si aspetta: il sole laterale non ti frega più

Il punto è tutto lì: il parasole tradizionale protegge quando il sole è davanti, ma quando ruota di lato ti lascia scoperto proprio nel momento peggiore. Quel “buco” di luce può diventare fastidioso e, in certi casi, persino pericoloso, perché ti costringe a distogliere l’attenzione. Il terzo parasole della Polo nasceva per tappare esattamente quello spazio.

Non era una soluzione scenografica, e forse per questo molti non se la ricordano. Eppure, nella guida quotidiana, vale più di tante funzioni moderne: meno stress, meno occhi stanchi, meno riflessi improvvisi. Un dettaglio piccolo che, in città come in autostrada, cambia la sensazione al volante senza che tu debba farci caso ogni secondo.

Polo (2001-2005) @automobilismodepoca

“Trent’anni avanti” davvero: quando la semplicità batte la tecnologia

Oggi si parla tanto di comfort e sicurezza, di filtri, vetri speciali e assistenti elettronici. Ma l’idea della Polo del 2001 è l’esempio perfetto di innovazione concreta: aggiungere un elemento fisico, immediato, che risolve un problema universale senza app, senza menu, senza complicazioni.

Ed è qui che viene da dire che era “30 anni avanti”: non perché fosse fantascienza, ma perché anticipava un’ossessione moderna, quella di rendere l’abitacolo più vivibile e la guida meno faticosa. La Polo lo faceva con una soluzione furba, economica e intuitiva: un gesto, un click, e gli occhi tornano al sicuro anche quando il sole prova a entrare di traverso.