“Vendo la mia Porsche Cayman” | Questi sono gli annunci che vanno assolutamente evitati: non te ne accorgi né dal prezzo né dai km
Porsche Cayman @wiki, automobilismodepoca
Un annuncio “perfetto” può nascondere l’incubo: Cayman GT4, pochi km, prezzo “buono”, ma dietro spuntano danni da capogiro.
Il punto di partenza sembra quello che fa brillare gli occhi a chiunque sogni una sportiva vera: una Porsche Cayman GT4 4000, 385 cavalli, manuale, immatricolata a gennaio 2016, con 22.000 chilometri e un prezzo di 90.000 euro. Addirittura, viene raccontato, il sito di compravendita la segna come proposta “a buon prezzo”. E proprio qui scatta l’allarme: se un annuncio così “pulito” è in grado di ingannare, allora il problema non è solo il costo o il contachilometri.
Nel racconto, il venditore è indicato come di Modugno e la domanda diventa inevitabile: sta dicendo la verità? La risposta è netta: meglio girare alla larga. Perché l’esperienza descritta mette a fuoco proprio il meccanismo più pericoloso, quello che ti fa abbassare la guardia: tutto sembra in ordine, la cifra non è scandalosa per una GT4 e i chilometri non sono sospetti, ma l’annuncio, parola dopo parola, inizia a suonare come una trappola.
Quando la descrizione dell’annuncio ti dà già un segnale, anche se non lo vuoi vedere
La parte che fa sorridere all’inizio è anche quella che, a leggerla bene, fa preoccupare. Nella descrizione il venditore la definisce una “bomboniera” e mette paletti: “non offerte dai bassi”, “non commercianti”, “non venditori”, fino alla frase che suona come una selezione al contrario: “solo polli che non fanno domande”. Detto così, sembra una spacconata. In realtà è il tipo di linguaggio che, nel racconto, fa scattare il sospetto che ci sia qualcosa che non si vuole far emergere.
Ed è qui che entra il punto più delicato: viene citato “Carvertical”, usato inserendo codice telaio o numero di targa, e da lì “escono un po’ di problematiche”. La narrazione insiste su un passaggio che pesa: quando “ci stanno le foto è grave”, perché il danno non è un’ombra, ma qualcosa che avrebbe lasciato tracce e documentazione.
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Il colpo di scena sono i danni: cifre altissime e il dubbio sul telaio
La cifra che fa crollare il castello è impressionante: si parla di 80.000 euro di danni, con un importo citato in modo ancora più preciso, 79.700 euro. E il ragionamento che segue è quello che trasforma un annuncio appetibile in qualcosa da evitare: “fino a 100.000 euro di danni non si dice”, come se fosse un segreto “privato”, mentre chi compra si ritrova a pagare una macchina che potrebbe non essere più quella di prima.
Il timore finale riguarda il punto che, su una sportiva del genere, non è mai secondario: se il danno ha intaccato il telaio principale, per chi racconta si apre un problema di performance e sicurezza. È qui che l’annuncio, pur restando “bello” sulla carta, viene descritto come un rischio inutile: un “rottame riparato” su cui certi venditori speculano, convinti di aver fatto un miracolo, mentre chi compra potrebbe scoprirlo solo quando è troppo tardi.
