Volkswagen Golf GTI: buona la quinta

Al momento poco considerata dagli appassionati, la quinta serie della sportiva tedesca ha introdotto due importanti innovazioni tecniche: il nuovo motore 2.0 TFSI a iniezione diretta e il cambio a doppia frizione (optional)

La prima Golf GTI del 1976 con i paraurti in metallo

Quando si parla di Golf GTI, il primo pensiero va immediatamente alla prima versione del 1976. Ma la sportiva tedesca si è continuamente evoluta, con varie versioni più o meno apprezzate dal mercato e soprattutto dai seguaci di un modello che nel corso degli anni ha identificato una vera e propria categoria: le compatte sportive derivate dalla grande serie.

Un primo passo avanti in questo senso negli ultimi anni ha coinvolto la seconda serie, che ha visto le sue quotazioni crescere di conseguenza, mentre le versioni più recenti continuano a essere poco considerate nonostante abbiano contribuito alla continua crescita e all’evoluzione del fenomeno GTI. Tra queste una menzione merita sicuramente la quinta serie, che non gode ancora dei benefici previsti per le auto ventennali iscritte ai registri storici, ed è proprio per questo che le sue quotazioni sono ancora più che abbordabili.

Giusto mix di passato e futuro

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Dopo aver perso parte dell’indole sportiva propria del marchio GTI con la terza e la quarta serie, nel 2004 la Casa tedesca corre ai ripari con una versione più vicina allo spirito della prima serie, un aspetto rimarcato da Murat Günak, Responsabile del design Volkswagen che dichiara:

Questa Golf GTI chiude un cerchio, in lei si incontrano l’origine e il futuro di un’idea geniale

A sottolinearlo non sono solo il ritorno alla cornice rossa che circonda la calandra a nido d’ape, ma anche prese d’aria frontali maggiorate, lo spoiler frontale, l’alettoncino sopra il lunotto e l’estrattore d’aria nella zona inferiore dello scudo paracolpi posteriore, che integra anche il doppio terminale di scarico. Non mancano poi l’assetto ribassato di 15 mm rispetto alla Golf di serie, le ruote da 17 pollici di serie (a richiesta sono disponibili anche quelle da 18”), le minigonne laterali in plastica nera e le pinze dei freni colorate di rosso.

200 CV RISPETTANDO LA NORMATIVA EURO 4

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Il rapporto di compressione del 2.0 TFSI è di 10.1, un vero record all'epoca per un motore turbocompresso

Le novità non si fermano però all’estetica: sotto il cofano pulsa infatti un 4 cilindri turbo di 1.984 cc che, grazie all’integrazione tra sistema di alimentazione a iniezione diretta e sovralimentazione con turbocompressore azionato dai gas di scarico, raggiunge una potenza massima di 200 CV a 5.100 giri ed eroga una coppia di 28,5 kgm nell’intervallo compreso tra 1.800 e 5.000 giri. Quanto basta per raggiungere una velocità massima di 235 km/h e scattare da 0 a 100 km/h in 7,2 secondi, il tutto con un consumo medio dichiarato di soli 8 litri ogni 100 km ed emissioni tali da rientrare nella normativa Euro 4.

Rispetto alla Golf della precedente generazione, la scocca è stata modificata per aumentarne la rigidità torsionale del 15% e quella flessionale del 35%, mentre le sospensioni prevedono un classico schema Mc Pherson all’avantreno e un più sofisticato retrotreno a bracci multipli, con barre stabilizzatrici posteriori più rigide del 20% rispetto al modello precedente, da quale la nuovo nata si distingue anche per la presenza del servosterzo elettromeccanico in sostituzione a quello idraulico. Oltre che per le pinze verniciate di rosso, l’impianto frenante si distingue per i dischi anteriori autoventilanti da 312 mm di diametro e i posteriori pieni da 286 mm.

Tessuto a quadretti come per la prima serie

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Nell’abitacolo la parentela con la prima GTI è ribadita dalla presenza del tessuto quadrettato che riveste i sedili, più profilati rispetto a quelli delle Golf di normale produzione. Non mancano il volante a tre razze con la parte inferiore della corona appiattita e la pedaliera in alluminio, una finitura ripresa anche per la plancia a la zona superiore dei pannelli porta, oltre al pomello del cambio.

Cambio che di serie è manuale a 6 rapporti, ma a richiesta può essere automatico a doppia frizione DSG con la possibilità di impiegarlo anche manualmente servendosi o della classica leva sul tunnel, oppure delle levette applicate dietro le razze del volante. Questa trasmissione, oltre al comfort, migliora le prestazioni in accelerazione, come sottolinea il tempo di 6,9 secondi dichiarato nello 0-100 km/h, ovvero 3 decimi di secondo in meno della GTI con cambio manuale.

Edition 30 per il trentesimo

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La 30 Edition si presenta con appendici aerodinamiche più vistose, in tinta con la carrozzeria, e ruote da 18 pollici

Per celebrare il trentesimo compleanno della GTI, nel dicembre del 2006 Volkswagen presenta una versione speciale della GTI denominata Edition 30, che si caratterizza dal punto di vista meccanico per la potenza del motore cresciuta da 200 a 230 CV.

Esternamente spiccano invece le ruote in lega da 18 pollici verniciate di nero, i paraurti impreziositi da appendici aerodinamiche inferiori e le minigonne in tinta con il colore della carrozzeria, mentre l’abitacolo presenta tessuti quadrettati Interlagos per il rivestimento dei sedili, con fianchetti in pelle, pomello del cambio a forma di pallina da golf, anche in caso di trasmissione a doppia frizione DSG, e cuciture rosse della pelle che riveste la corona del volante. Non mancano poi i tappetini specifici con finiture rosse e il logo Edition 30 su battitacchi e portellone.

Nel 2007 arriva la GTI Pirelli

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La GTI Pirelli viene proposta con la nuova tinta giallo Girasole

Sfruttando la meccanica della Edition 30 con motore da 230 CV e il concetto della GTI Pirelli del 1983, prodotta in 10.500 unità, nel maggio del 2007 nasce una nuova GTI Pirelli, equipaggiata con specifici cerchi in lega da 18 pollici con finiture color titanio e pneumatici Pirelli PZero nella misura 225/40. Viene presentata in anteprima mondiale al raduno internazionale GTI presso il lago Wörthersee in Austria e prodotta a partire da settembre del 2007 e si distingue per gli scudi paracolpi e le minigonne interamente in tinta con il colore della carrozzeria, oltre che per il logo Pirelli nella parte destra del portellone e i finestrini posteriori oscurati. Inedito il colore giallo Girasole, che si aggiunge al Blu Grafite, al Nero Magic perlato e all’Argento Reflex, mentre la carrozzeria può essere a tre o cinque porte. All’interno spiccano invece i sedili rivestiti in pelle ad eccezione della zona centrale, che impiega una particolare microfibra traspirante con la fantasia che riprende il disegno del battistrada e il logo Pirelli sugli appoggiatesta, emblema ripreso anche nella razza verticale del volante con cuciture gialle, adottate anche per rifinire sedili e leva del freno a mano.

PREGI E DIFETTI DELLA GTI V

PRO

Comportamento sicuro

Accelerazione

Qualità costruttiva/affidabilità

CONTRO

Erogazione fin troppo lineare della potenza

Peso elevato

Spazi di frenata un po’ lunghi

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LE PRESTAZIONI RILEVATE DA AUTOMOBILISMO 3/05 (Tra parentesi i dati della versione DSG)

Potenza massima al motore

201,8 CV (205,9 CV)

Potenza massima alle ruote

155,4 CV (162,4 CV)

Coppia massima

29,5 kgm (29,2 kgm)

Velocità massima

221,2 km/h (223,9 km/h)

Accelerazione 0-100 km/h

7,32 secondi (6,72 secondi)

Accelerazione 0-400 metri

15,19 secondi (14,92 secondi)

Accelerazione 0-1.000 metri

27,63 secondi (27,27 secondi)

Frenata da 100 km/h

40,3 metri (39,5 metri)

Percorrenza media

9,6 km/l (10,1 km/l)

Peso in ordine di marcia

1.420,2 kg (1.429,6 kg)

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