di Umberto Lacchetti - 18 April 2023

Fiat 128: la rivoluzione dello spazio

Trazione anteriore, motore trasversale e ruota di scorta nel vano motore: così ne guadagnano l’abitabilità e la capacità di trasporto bagagli. Il brillante motore di 1100 cc è l’altro fattore di successo

L’avevano eletta automobile dell’anno 1970, dodici mesi dopo il lancio sul mercato. Eppure, a guardarne la linea oggi, non sembrerebbe un’automobile innovativa. La Fiat 128 è una berlina a tre volumi agile, compatta e poco ingombrante. Osservandola meglio, spicca la larghezza della scocca (un metro e 59 centimetri) in rapporto alle concorrenti di allora: la 128 era larga quanto una BMW 1600, per fare un esempio, ma quest’ultima era ben più lunga. La carrozzeria della neonata Fiat aveva dimensioni moderne e ampia finestratura, un bel passo avanti rispetto alla 1100 R di cui prendeva il testimone.

Cinque posti e ampio bagagliaio

L’innovazione principale della berlina torinese sta nell’abitabilità: cinque posti comodi e un bagagliaio di 370 dm cubi in soli 3 metri e 85 centimetri di lunghezza sono il frutto di un progetto rivoluzionario che esalta la capacità di trasporto riducendo lo spazio occupato dagli organi meccanici. Per realizzarlo, Fiat modifica l’impostazione seguita fino a quel momento per le vetture medie (motore davanti e trazione dietro) e fa ricorso per la prima volta alla trazione anteriore: la 128 sarà la prima Fiat con motore (trasversale) e trazione davanti, in un mercato dove questa soluzione tecnica è ancora poco diffusa. E per ridurre ulteriormente gli ingombri la ruota di scorta è collocata nello stesso vano. Pertanto nell’abitacolo non c’è il tunnel, il pianale è piatto e c’è più posto per i passeggeri; nel baule c’è più spazio per i bagagli. Così l’ha creata l’ingegner Dante Giacosa, progettista di numerose vetture Fiat.

A completare il progetto 128 c’è un valido motore di 1100 cc capace, grazie anche al peso contenuto, di fornire prestazioni brillanti in accelerazione. Il prezzo di vendita era molto competitivo, di poco superiore alle 900mila lire al momento del lancio. Tutte queste ragioni spiegano il successo riscontrato dalla vettura, sia in Italia sia all’estero, con oltre tre milioni di esemplari prodotti tra il ’69 e l’85. E in alcuni paesi la 128 ha continuato ad essere prodotta su licenza anche dopo il 1985, tanto da arrivare (con denominazioni diverse) fino ai giorni nostri.

La famiglia 128

Le Fiat 128 uscivano dagli stabilimenti di Rivalta, un centro produttivo più recente e complementare rispetto a quello di Mirafiori. Le 128 prodotte fino al giugno 1976 appartengono alla prima serie. Alla fine del ’72 la Fiat aggiorna il frontale mettendo una mascherina nera in plastica con quattro listelli cromati al posto di quella a nido d’ape della versione originaria. Dal luglio ’76 arriva la II serie, che si distinguono tra l’altro per i fari quadrati (anche posteriori) e i paraurti in plastica nera. Tre gli allestimenti: base, C (Confort), CL (Confort Lusso).

Le motorizzazioni per tutte le versioni sono il 1100 da 55 CV-Din, a cui si affianca dal 1974 anche il 1300 con 60/67 CV-Din. La 128 è offerta con 2 o 4 porte. La versione 1100 a 4 porte è stata la preferita in Italia. La 128 è stata prodotta anche in versione familiare a 3 porte (detta Panorama dal ’76). Né sono mancate le versioni sportive: la Rally e la coupé (quest’ultima chiamata “Sport”).

La 128 è rimasta per anni un punto di riferimento nel suo segmento, fino all’avvento della Golf e delle altre due volumi, nella seconda metà degli anni ’70. Sarà poi sostituita dalla Ritmo.

Scheda tecnica Fiat 128 berlina 1976-1985 (I serie 1969-1976)

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