di Dario Mella - 09 May 2023

Alfa GT 1300 vs Fiat 124 Sport vs Lancia Fulvia

Quando i tre marchi principali di casa nostra potevano ancora permettersi di interpretare ognuno una stessa categoria di auto, nacquero altrettanti best-seller. Ciascuno con la sua personalità, la sua clientela e… il suo venditore

Il benessere che si va diffondendo nella società italiana tra l’inizio degli anni ’60 e i primi anni ‘70 va di pari passo con la voglia di mettersi in evidenza. Anche attraverso il mezzo di trasporto. E il coupé, che meglio della berlina esprime l’individualità, è un’auto cucita addosso alla coppia giovane o a chi ancora non ha famiglia.

Esiste però anche un uso professionale del coupé. In molti casi è l’auto di chi viaggia da solo per lavoro, in un’epoca in cui il piacere di guidare un’auto sportiva è ancora al primo posto: insomma, si sceglie il coupé per svariate ragioni.

Vediamo ora cosa accadeva, varcata la metà degli anni ‘60, nell’ambito dei coupé con cilindrata attorno a 1300-1500 cc, auto che in quel periodo erano alla portata di una fascia più ampia di popolazione rispetto solamente a pochi anni prima. La partita si gioca su numeri divenuti interessanti, tanto da coinvolgere le Case con l’obiettivo non solo di migliorare le prestazioni, ma di offrire alla clientela un più elevato livello qualitativo generale.

Tra il 1966 e il 1967 inizia la competizione

La competizione nel listino entra nel vivo tra il 1966 e il 1967, quando Alfa Romeo e Lancia presentano rispettivamente la Gt 1300 junior e la Fulvia coupé 1,3 rallye, affiancate dalla Fiat con la 124 Sport. Sono questi, infatti, i modelli più desiderati e gettonati sul nostro mercato. Se per Alfa e Lancia essi sono un’estensione della gamma su una base di coupé esistente, per la Fiat la 124 Sport è invece un’auto completamente nuova.

Le rispettive cilindrate, pur nel medesimo segmento, rivelano una differente scelta: Lancia e Alfa Romeo restano sotto i 1300 cc, a vantaggio dei costi ridotti di tasse e pedaggi autostradali. Ma la loro è soprattutto una scelta in chiave agonistica, perché permette di correre in una classe di cilindrata dove sono molto competitive.

Un’altra differente scelta di fondo sta nel motore, che nella Gt junior e nella Fulvia coupé è derivato dalle rispettive berline, pur con qualche CV in più, mentre Fiat monta una meccanica diversa dalla berlina di base, con la cilindrata che sale da 1197 a 1438 cc e il quattro cilindri ad aste e bilancieri della 124 berlina diventa nel coupé un bialbero dalla notevole potenza di 90 CV. La cilindrata, che al di fuori da quelle canoniche dei regolamenti sportivi, fa capire che l’obiettivo del Lingotto non è dare un futuro agonistico al modello, ma farne una GT per quattro persone, comoda e veloce.

L’Alfa Romeo, con la 1300 junior, propone in un segmento più accessibile le qualità che hanno reso famosa la Giulia Sprint Gt, mentre la Lancia sottolinea, con la scritta “rallye”, la vocazione agonistica che sta facendo diventare la Fulvia coupé la reginetta di quelle competizioni.

Si rivolgono alla stessa clientela

Tre marchi, tre variazioni sul tema, ma tutte e tre rivolte al medesimo cliente-tipo, uno che ama la guida sportiva, buon conoscitore dei modelli presenti sul mercato, età di circa trent’anni e una posizione economica di medio livello. Ma anche una persona che, oltre alla bella linea, cerca le prestazioni che trova in tutte e tre, perché accelerazione e velocità massima (fattore discriminante per questo tipo di auto) sono ai più alti livelli per quella fascia di cilindrata.

Quale scegliere? Il nostro cliente-tipo, supponiamo un impiegato tecnico, prende visione delle diverse vetture andando dai concessionari, dove viene accolto in vario modo.

Dal concessionario Lancia, dove si reca per la prima volta, il nostro impiegato entra vestito con una camicia a collo aperto e un giubbino scamosciato. È arrivato al volante di una Fiat 850 coupé, che ha parcheggiato davanti alla vetrina. In questi casi è difficile essere accolti con il sorriso a trentadue denti che il Concessionario Lancia ostenta quando si presenta un affezionato cliente, oppure una persona che, per abito e portamento, rivela l’appartenenza alla borghesia medio-alta.

E così, mentre il Concessionario sbriga una telefonata che pare andare per le lunghe, l’impiegato ha tempo di girare attorno alla Fulvia coupé Rally 1,3 di un invitante colore bianco che fa bella mostra di sé nel salone. La guarda di profilo, ne ammira la proporzione tra i volumi, osserva il muso a doppi fari basso ed elegante; poi si sposta dietro, dove spiccano i gruppi ottici dal disegno talmente tipico e così perfettamente integrato nella coda, che basterebbe questo dettaglio per riconoscere la macchina. Vede il pulsante cromato e d’istinto apre il cofano bagagli, constatando che nel bagagliaio vi è sufficiente spazio per le proprie esigenze. Vorrebbe ora aprire la portiera, sedersi su quei sedili che gli sembrano così ben rivestiti e tanto comodi, stringere il volante, accarezzare la tappezzeria, sfiorare con le dita il legno che riveste la plancia, ma teme di osare troppo.

In quel mentre entra un meccanico e, dalla porta dell’officina lasciata aperta, si nota un grande manifesto appiccicato al muro che ritrae una Fulvia coupé HF in pieno dérapage su un percorso sterrato. Avrebbe, l’impiegato, qualche domanda da rivolgere, ma, visto che il meccanico pare avere fretta, decide di lasciare perdere: dopotutto le qualità e le doti sportive della Fulvia coupé sono percepibili a prima vista. Non sapendo cosa fare, si guarda attorno: appese alle pareti ci sono stampe incorniciate di Lancia anni ’20 e ’30, una libreria in stile antico contiene raccoglitori del tipo che si vede negli uffici, ma, dato che è passato del tempo e che ancora nessuno si è premurato di farglisi incontro -il Concessionario, pur avendogli fatto un cenno di saluto, è ancora al telefono e un altro addetto è alla scrivania chino sul proprio lavoro- rompe gli indugi, prende dal raccoglitore un dépliant e si allontana.

Scelta difficile

La Fulvia coupé 1,3 rallye con la sua bella linea lo ha colpito, ma il poster appeso alla parete del Concessionario Alfa Romeo, che ritrae un passaggio in pista di una Giulia GTA, attira la sua attenzione. Quel frontale semplice e aggressivo, quello scudetto al centro della calandra, quel cofano che termina con uno scalino, ci sono anche nella Gt 1300 junior color giallo ocra che è giusto di fianco a lui. Il finestrino abbassato pare invitarlo a mettere dentro la testa, a sentire il profumo della selleria rivestita in texalfa, ma....-”Prego, entri, si sieda al volante” - è l’addetto alle vendite a parlargli. “È la nuova Gt junior con motore 1300 spiega il venditore (che indossa una maglia chiara a dolce vita in filo di Scozia) mentre il nostro impiegato, preso posto in macchina e distese le braccia sul volante con corona nera in plastica, dialoga con lui guardandolo dal finestrino. Si sta talmente bene dentro la Gt junior che la conversazione prosegue con il venditore chino sulla portiera e l’impiegato che lo ascolta mentre impugna la leva del cambio cercando le marce. Poi scende, guarda la macchina davanti e di profilo, gira dietro, osserva l’ampio lunotto avvolgente e il taglio curvo del piccolo cofano bagagli che dona un tocco esclusivo al coupé Giulia. La sigla junior in corsivo sul bauletto, inoltre, ci sta come dipinta, perché mica è un “senior” lui, o, come si diceva allora, un “matusa”! Non c’è che dire, la Gt junior è proprio bella. Per di più ha la ventilazione forzata del lunotto posteriore, cosa utile a prevenire l’appannamento del lunotto in anni in cui il lunotto termico era ancora agli albori e lo si trovava come accessorio solo su berline di alta gamma. A un cenno del venditore arriva il capo officina che indossa una tuta bianca: apre il cofano e illustra le particolarità che distinguono la tecnica Alfa Romeo. L’impiegato formula precise domande che rivelano competenza, così che il dialogo assume sfumature che esulano dal contesto commerciale.

Nel frattempo il venditore ha dato un’occhiata alla Fiat 850 coupé con la quale l’impiegato è arrivato e, prima del congedo, lo fa accomodare nell’ufficio con pareti a vetro modernamente arredato e gli offre la possibilità di ritirare l’usato a una cifra che scrive sul depliant della Gt junior prima di porgerglielo. “Certo -pensa l’impiegato- la Gt junior costa un po’ meno, però la Fulvia mi sembra meglio finita”. Non può, però, paragonare il comfort perché non si è accomodato nell’abitacolo della Fulvia coupé e nemmeno è venuto qualcuno a spiegargli la raffinatezza del V4 Lancia. Quello che ha percepito è che la Lancia è sì sportiva, ma non rinuncia a un’eleganza che sottolinea la nobiltà del marchio. Ma anche l’Alfa è elegante, e non rinuncia a sottolineare la sportività del Marchio. Un bel dilemma!

Giro di prova

E perché lasciare la Fiat?

-si chiede-. La 850 coupé, dopotutto, mi ha dato tante soddisfazioni. Guarda con quanta facilità ho superato quella 600. E non mi ha mai lasciato a piedi, anzi, se non fosse stato per i tagliandi e la manutenzione, non avrei neppure visto l’officina.”

E se la cambiassi con la nuova 124 Sport? Dicono che sia una gran macchina... quasi quasi... ma sì, un salto in concessionaria lo faccio. Chissà se si ricordano che ho comperato qui la 850 tre anni fa”. È più grande la concessionaria Fiat, c’è più spazio in officina, ci sono tante auto nuove nel piazzale. E nel salone, dove campeggiano grandi manifesti appesi al soffitto con i nomi dei modelli, in bella mostra c’è una Dino coupé color champagne accanto a una 125 azzurra. Più in là si intravvede una 124 Sport grigio alluminio metallizzato con interno nero. E c’è anche il pieghevole illustrativo, che l’impiegato preleva: “La stiamo preparando per un giro di prova, vuole approfittarne?” -gli chiede un giovanotto in camicia, cravatta e maglioncino, mentre un meccanico armeggia dietro la vettura per fissare la targa prova. Dieci minuti dopo il nostro impiegato è intento a trovare la giusta posizione di guida. La prima impressione è di avere più spazio nell’abitacolo e il sedile è confortevole. Dietro al volante sportivo a razze forate con corona in legno, la strumentazione è chiaramente leggibile. In più c’è un mobiletto centrale con una pratica vaschetta portaoggetti con ripiano in legno: insomma, si sta bene. Il collaudatore gli spiega come azionare i principali comandi, illustra le caratteristiche del motore ed è prodigo di informazioni.

La 124 Sport è brillante, scatta volentieri e, malgrado le cautele che si usano quando si guida una vettura per la prima volta, specie se è in rodaggio, il giro di prova lo soddisfa in pieno. Rientrati alla concessionaria, l’impiegato prende posto sul sedile dietro e scopre che il divano non fa rimpiangere troppo quello di una berlina. È questo, accanto alla buona capienza del bagagliaio, un argomento in più per il futuro: dopotutto a “sistemarsi” ci sta pensando.

La moquette al pavimento, la cura dei dettagli e la fine decorazione dei pannelli porta con appoggia-braccia integrali, sono il segnale che la Fiat ha inteso qualificare il proprio coupé a un livello degno della miglior concorrenza. E anche il colore della carrozzeria e dello skai che riveste i sedili non gli dispiace affatto. Il venditore gli mostra una particolarità tecnica innovativa: il parabrezza e il lunotto sono incollati, dunque privi di guarnizione. Inoltre egli sottolinea come la 124 Sport adotti un circuito frenante di sicurezza sdoppiato con sistema antibloccaggio delle ruote posteriori, che, fa notare, poche altre concorrenti (tra le quali la Fulvia coupé) hanno. Gli viene spiegato che tra gli accessori a pagamento c’è la quinta marcia “surmoltiplicata”, che, in altre parole, non è una marcia di potenza con la quale raggiungere la massima velocità –“la si prende in quarta” - precisa il venditore. La sua funzione è di abbassare, a parità di velocità, il regime di giri del motore in autostrada o in rettilineo, con risparmio di carburante. E inoltre la 124 Sport è dotata di ruote in lega leggera - “con sovrapprezzo” - aggiunge il venditore - che donano un tocco in più.

Un bel rebus! Se il giro delle concessionarie doveva orientare la scelta, tutto si è fatto invece più confuso. Forse, se l’addetto fosse stato un po’ meno evasivo alla richiesta di stimare il valore della 850 coupé, che ha circa 60mila km ed è in buone condizioni, l’affare avrebbe potuto essere concluso. La 124 Sport, infatti, fra le tre, ha il prezzo di listino inferiore ed è quella dalla progettazione più moderna, argomento che un impiegato tecnico come lui può capire meglio di altri.

Tre caratteri diversi

Ma tant’è, e tutto torna in gioco. “La Fulvia coupé rallye -pensa il nostro impiegato- è elegante, bella, ben rifinita, ma è la più costosa. E inoltre ho l’impressione che per provarla la devo prima comperare, sempre che ritirino la 850. Potrei tornare all’Alfa Romeo e chiedere se mi fanno fare un giro di prova con la Gt junior”. Eccolo al volante della vettura che il concessionario è stato lieto di concedergli. Il suono del bialbero Alfa, bisogna ammetterlo, è altra cosa e anche l’orecchio vuole la sua parte. La brillantezza è analoga, non si notano differenze di prestazioni rispetto al coupé Fiat, frenano entrambe bene anche se la 124, grazie al servofreno, pare essere più pronta.

La Gt junior offre una migliore sensazione in curva, sembra più incollata al terreno, rende meglio la sensazione di trovarsi al volante di un coupé, ma sarebbe necessario spingere a fondo entrambe le vetture per valutare in pieno le differenze di comportamento. Il cambio è maneggevole e preciso in entrambe, ma, argomento forte, quello della Gt junior ha cinque marce effettive e le altre concorrenti no. “Sound” e una marcia in più: saranno questi gli argomenti che faranno la differenza, controbilanciando l’arredo più spartano dell’Alfa?

Mentre il nostro impiegato si avvia verso la propria vettura, un tale sale a bordo di una Fulvia coupé parcheggiata lì fuori: “toh, guarda un po’”- pensa il nostro impiegato - “sulla battuta dello sportello c’è una luce rossa. Non mi pare di averla notata nelle altre.” La Fulvia coupé si immette nella strada principale e all’incrocio affianca una Ford 15 M TS ferma al semaforo. Poco dopo si ode il rombo caratteristico del V4 Lancia che sale di giri, lo sguardo del conducente la Fulvia è fisso sul semaforo mentre la persona al volante della Ford ha un accenno di reazione, ma poi rinuncia alla sfida. Verde: uno stridio di gomme e la Fulvia coupé balza avanti con un’accelerazione tale da distanziare con facilità il coupé Ford. “Certo che ha un bel suono anche il motore Lancia. E che scatto! Chissà come si comporta in curva...” -pensa il nostro che ha assistito alla scena. Anche perché la Fulvia coupé, a differenza della 124 Sport e della Gt junior, ha la trazione anteriore.

Non c'è una vincitrice

Morale, nessuno dei tre coupé è uscito vincitore dal confronto. Di fronte a vetture come queste non si può dire quale sia migliore, ma a quale fra i diversi aspetti ciascuno dia la preferenza. Ora sembra prevalere l’una, ora l’altra, a seconda di ciò che in quel momento si sta valutando. E dove una è in svantaggio, le Case studiano gli aggiornamenti che culmineranno con il doppio circuito frenante e il servofreno nell’Alfa e nel cambio a cinque marce per la Lancia.

Ci saranno poi nuovi accessori, nuovi motori, affinamenti tecnici e un arredo più ricco alla ricerca per ciascun modello di un costante miglioramento, ma sono cose che riguarderanno i futuri clienti. Andrà a finire che, nello specifico, l’acquisto sarà deciso... dalla 850 coupé: chi tra i tre concessionari la valuterà meglio, avrà partita vinta.

Scheda tecnica Alfa Romeo Gt 1300 junior

Scheda tecnica Fiat 124 Sport coupé

Scheda tecnica Lancia Fulvia Coupé 1,3 Rallye

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