Automobilismo d'epoca

38 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | GIUGNO 2023 In una discussione avvenuta poco tempo fa con un appassionato cultore del marchio Porsche, tanto per essere chiari uno di quelli che se solo potesse si riempirebbe il garage delle auto della Casa di Stoccarda, si passava in rassegna l’intera produzione dal 1948, l’anno dell’esordio della famosa No.1 derivata dal Volkswagen Maggiolino, fino ai giorni nostri. Appena sceso dalla sua 993 argento (è un purista un po’ dogmatico, secondo lui una “vera” Porsche non può essere altro che color argento o bianca…), dopo i dovuti apprezzamenti per il suo perfetto esemplare del 1993, uno dei primissiCome Ferry, il figlio del fondatore Ferdinand, ha dato il suo contributo alla progettazione della prima Porsche, così Butzi, e cioè Ferdinand Alexander in rappresentanza della terza generazione di famiglia alla guida dell’azienda, ha firmato quella che resterà per sempre una delle auto più geniali della storia, la 911, ma che all’inizio porta la sigla 901 di Rodolfo Solera DI Butzi ILCAPOLAVORO PORSCHE 901 mi di quell’ultima serie col glorioso boxer raffreddato ad aria, ci ha ineluttabilmente trascinato in considerazioni di ampio respiro sui contenuti vincenti delle vetture Porsche. La mitica qualità costruttiva, l’estetica affascinante, le prestazioni appaganti, il grande piacere di guida assicurato e anche l’impegno richiesto per goderne, giusto requisito per un’auto che presuppone una certa dose di passione per essere apprezzata fino in fondo. Tuttavia un purista, come si diceva, non può generalizzare, non può accettare di fare di tutte le erbe un unico fascio. Occorre distinguere. C’è Porsche e Porsche.

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