Automobilismo d'epoca

48 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | OTTOBRE 2022 Alla fine degli anni Cinquanta l’ingegner John Newton Cooper - pilota e co-fondatore della Cooper Car Company, produttrice monoposto per Formula 1, Formula2 e Formula 3 - “incontra” la neonata Mini. E il futuro per la piccola inglese sarà molto diverso da quello ipotizzato dal suo geniale progettista, Sir Alec Issigonis. Questi, infatti, ha lavorato per realizzare una vettura compatta, maneggevole, abitabile, economica eparcanei consumi, ingradodi rispondere alle esigenzedi unmercatoeuropeoche “patisce” la scarsità ed il prezzoelevatodellabenzina innescatodalla crisi di Suez del 1956. Tuttavia, con caparbietà (leggi prove pratiche) JohnCooper convince l’inizialmente scettico Issigonis a regalare alla vettura anche un tocco sportivo. Tocco che, grazie agli importanti risultati agonistici raggiunti, diventerà il biglietto da visita di questomodello, accompagnandolo fino ai giorni nostri, nell’attuale generazione nata dall’arrivo… in fabbrica del marchio BMW. Davvero un grosso fenomeno nella storia di questo modello e anche dell’automobilismo stesso: negli anni Sessanta e Settanta i clienti dal carattere più sportivo (e dal portafogli ben fornito) acquistano la Mini Cooper, mentre gli altri la sognano, “accontentandosi” eventualÈ stato John Cooper, titolare del team campione del mondo F1 nel 1959 e 1960, a convincere la dirigenza della BMC della necessità di realizzare una Mini spiccatamente sportiva. Questa che vi presentiamo è la rara 1071, “base” della vettura che vinse, per la prima volta, il Rally di Montecarlo del 1964 Di Alberto Calliano – foto A. Calliano e BMW Group L’inizio di unmito AUSTIN COOPER S 1071

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