Alberto Pasi - 04 May 2023

Una lista dannosa

Lista di Salvaguardia o CRS? Ecco le motivazioni che propendono per l'iscrizione dell'auto ad un registro storico dopo averne valutato originalità e stato di conservazione

Nelle pagine seguenti potete leggere in modo dettagliato cosa è accaduto lo scorso 4 aprile in un convegno sul motorismo storico organizzato a Roma dall’ACI. Sostanzialmente il tema riguarda il circolante datato (le ben note ultraventennali) e il sistema di certificazione per i modelli di interesse storico e collezionistico di quell’età. ACI spinge da tempo sulla Lista di Salvaguardia (estesa fino al 39° anno), in contrapposizione a quanto fa ASI con il CRS che comporta una valutazione visiva del mezzo, indipendentemente da Marca e modello.

Sono convinto da sempre che ogni mezzo a motore non debba essere discriminato o escluso

Piccolo o grande che sia nel suo apporto alla storia ha tutti i diritti di essere preservato da chi lo desidera. A titolo di contributo su come risolvere o migliorare questa situazione, quindi di trovare il metodo più adatto e corretto, ricordo quanto avviene nel mondo delle due ruote.
Ormai molti anni fa, la FMI, riconosciuta dal Codice della strada come ente autorizzato alla certificazione dei mezzi storici (al contrario dell’ACI), si era fatta promotrice di un sistema a sostegno della salvaguardia del patrimonio storico italiano. Inizialmente le regole imponevano una lista dove venivano riportate le moto degne di essere esentate dalla tassa di possesso. A questa lista collaborò anche Motociclismo d’Epoca, la rivista che dirigevo con l’indimenticabile Carlo Perelli. Nel corso di pochi anni ci si rese conto dell’inutilità di tale lista – che benché ampia e via via aggiornata non poteva certo essere completa – e del fatto che comunque era discriminatoria.
Si optò dunque per una soluzione più equa e razionale che non faceva distinzioni tra Marca e modello, tra cilindrata e valore commerciale. Al di là delle diverse applicazioni fiscali tra Regione e Regione, si era arrivati a stabilire che le moto ventennali per beneficiare di certi vantaggi dovessero essere semplicemente iscritte al Registro Storico e accettate in esso sempre se rigorosamente originali, come giusto che sia quando si vuole preservare un mezzo. Via la lista, dunque, superflua e sempre oggetto di contestazioni. L’iscrizione al Registro Storico, e ne sono sempre stato convinto, è la via maestra per stabilire ciò che è davvero di interesse collezionistico da quello che è semplicemente vecchio. Ed è la strada che sta seguendo l’ASI.
Ciò che fa la FMI è poi decisamente serio ed è anche facile per gli esaminatori scoprire chi fa eventualmente il “furbo”. Alla FMI non ritengono necessario vedere in prima persona un esemplare, perché già dalle fotografie inviate – secondo regole precise di inquadratura e sfondo – si può fare una attenta valutazione e verificare l’originalità, facendo pure attenzione ai quei trucchi che le moderne tecnologie (come photoshop) potrebbero concedere. Certamente si può dire che una moto è più facile da analizzare perché quasi tutto è a vista, ma anche nelle auto si potrebbe applicare lo stesso metodo, imponendo foto che non lascino dubbi di appartenenza allo stesso esemplare.
Non abbiamo bisogno di liste che premiano certi modelli a danno di altri, abbiamo solo necessità di regole che siano chiare e diano la possibilità a chi vuole di conservare, e naturalmente usare su strada, il proprio mezzo d’epoca.
Ciò che è vecchio, malmesso, spesso pericoloso e sicuramente inquinante può andare tranquillamente dal demolitore come giusto che sia.

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