Automobilismo d'epoca

Euro 7,00 in Italia - Mensile Anno XXII - N.3 MARZO 2024 • MERCEDES-BENZ 300 SL • FIAT MULTIPLA • CG-SIMCA PROTO MC CLASSIC TRADER 30 ALFA ROMEO E ALTRE 90 OCCASIONI DA 4.500 A 105.000 EURO ISSN 1723-4549 p.i.16/03/2024 400 GT (1966) Jarama GTS (1972) Holiday on The I.C.E. • Retromobile • Paolo Garella (MAT) • Pininfarina Classic • I collaudi invernali Porsche • Rally Monte-Carlo Historique WWW.AUTOMOBILISMODEPOCA.IT due lamborghini a sankt moritz

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SOMMARIO AUTOMOBILISMO D’EPOCA via Polonia, 7 - 20157 Milano - tel. 02-40321100 - www.automobilismodepoca.it - redazione@automobilismodepoca.it COMEDI S.r.l. via Polonia, 7 - 20157 Milano - tel. 02-87175030 www.comedi.it - info@comedi.it PER LA PUBBLICITÀ SU 44 Euro 7,00 in Italia – Mensile – Anno XXII – Marzo 2024 3 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO 2024 FATTI E NOTIZIE 6 IN LIBRERIA 10 LETTERE 12 STORIA DEL DESIGN 14 PILLOLE DI STORIA 16 ATTUALITÀ ED EVENTI RETROMOBILE 24 VICENZA RALLY MEETING 32 PININFARINA CLASSIC 36 INTERVISTA / PAOLO GARELLA (MAT) 40 AUTOMOBILI MERCEDES-BENZ 300 SL 44 LAMBORGHINI 400 GT E JARAMA GTS 64 FIAT MULTIPLA 72 SIMCA CG PROTO MC 82 C’ERA UNA VOLTA / COLLAUDI INVERNALI 90 SPORT E GARE SPORT NEWS 94 RALLY MONTE-CARLO 98 MODELLISMO LA SCALA 1:8 106 PAGINE GIALLE ELENCO ARGOMENTI 108 AGENDA D’EPOCA 116 MERCATO GLI ANNUNCI DI CLASSIC TRADER 123 LE QUOTAZIONI 132 Hanno collaborato ANTONIO BIASIOLI VITTORIO FALZONI GALLERANI FEDERICO SIGNORELLI – RODOLFO SOLERA Fotografie ARCHIVI CENTRO STORICO FIAT, MERCEDES, PORSCHE ANTONIO BIASIOLI – YVES GALLET LUCA DANILO ORSI Coordinamento tecnico ALBERTO ORIGGI Progetto grafico e impaginazione ANDREA PRATI Stampa: TIBER Spa - Brescia Distributore: SO.DI.P.srl, via Bettola 18 20092 Cinisello Balsamo (Milano), tel. 02/660301 Distributore per l’estero: SO.DI.P.srl, Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel +3902/66030400 - FAX +3902/66030269 e-mail: sies@siesnet.it - www.siesnet.it Poste Italiane Spa Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, LO/MI Per abbonamenti e arretrati: vedi pagina interna © Copyright 2024 Sportcom Srl - Milano Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Registrazione del Tribunale di Milano n.394 del 23/06/2003 Registrazione al R.O.C. n. 56401 SPORTCOM S.R.L. via Felice Orrigoni, 4 - 21100 Varese tel. 333-5633002 Amministratore unico Alessandro Ardo Direttore Generale Enzo Lucibello Direttore responsabile ALESSANDRO ARDO Capo redattore FRANCESCO PELIZZARI

16 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | MARZO 2024 PILLOLE DI STORIA Anche se la produzione automobilistica della Daihatsu cominciò di fatto nel 1951, con il lancio della “Bee” a tre ruote, la sua fondazione risale al 1907 come “Hatsudoki Seizo Co. Ltd.”. Avvenne a Osaka, sotto la spinta di un gruppo di accademici dell’allora scuola di ingegneria (oggi università) gestita dal governo e con l’idea che il motore a scoppio ed i veicoli che ne fossero dotati sarebbero stati alla base dell’industrializzazione del Giappone. Ciò fa della Daihatsu la Casa automobilistica più antica del Giappone; che non ha prodotto soltanto automobili piccole ed economiche, ma anche da competizione di tipo Sport Prototipo. È il 1963 quando, al Salone di Tokyo, è lanciata la Daihatsu Compagno, un’auto medio/piccola disponibile come berlina a 2 porte, a 4 porte, cabriolet, furgone e pick-up. Il disegno, opera della Carrozzeria Vignale di Torino per mano del prolifico Giovanni Michelotti, contribuisce al successo della macchina, insieme ai brillanti motori 4 cilindri di 797 cc (41 CV) e 958 cc (65 CV nella versione con due carburatori) che la spingono fino a 145 km/h. A quel punto la Daihatsu si lancia nel campionato Endurance locale, per dimostrare la bontà dei suoi prodotti: prima, nel 1966, con la P-3 dalla originale forma aerodinamica e con motore portato a 1,3 litri e 101 CV (quarta assoluta alla 12 Ore di Suzuka) e poi con la P-5 del 1967. Piccolo è bello. E veloce! Mentre la concorrenza nipponica e straniera progettava auto da corsa sempre più potenti, Daihatsu volle proseguire per la sua strada dimostrando il valore delle piccole cilinLe Daihatsu, tecnologiche, furbe e curiose, rappresentano in modo eccellente il concetto della piccola automobile giapponese. Nulla a che vedere, in apparenza, con le auto da corsa. E invece… Di Federico Signorelli NON SOLO “KEI-CAR”

17 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO 2024 drate. Dunque, al telaio tubolare di acciaio fu applicato il 4 cilindri di 1.298 cc spremuto fino a ben 140 CV (a quasi 10.000 giri!), grazie a distribuzione bialbero e due carburatori doppio corpo Mikuni 50 PHH; accoppiato al cambio Hewland a 5 marce, era montato in posizione centrale-posteriore. La carrozzeria leggera, in vetroresina, e affinata in galleria del vento, creando una macchina leggera (510 kg) e aerodinamica, favoriva il consumo limitato, pur con prestazioni brillanti: velocità nell’ordine dei 240 km/h! Purtroppo, all’esordio nel 1967 al GP del Giappone le due P-5 iscritte si ritirarono per noie meccaniche. L’anno dopo, quattro P-5, tutte gialle ma con strisce una blu, una verde e due rossa, ci riprovarono; tra queste, la numero 15, guidata da Takao Yoshida, si assicurò il 10° posto assoluto. Sempre nel 1968, la P-5 fece il 3° posto assoluto alla 1000 Km di Suzuka e nel 1969, con Keizo Yabuki alla guida, fu addirittura 2^; ma fu anche l’ultimo anno della Daihatsu P-5, a causa dell’acquisizione del Marchio da parte di Toyota. L’ultima P-5 esistente fu messa in un magazzino, dove rimase per decenni, perdendo negli anni il suo motore. Fortuna volle che un propulsore originale R29B fu ritrovato in un insospettabile negozio di ricambi: nell’arco di tre mesi, una trentina di dipendenti del centro di ricerca e sviluppo Daihatsu riportarono in vita la vettura. Oggi questa “mosca bianca” partecipa, con il suo particolare rombo, a diverse manifestazioni a tema, per poi riposarsi presso il museo aziendale. Anche se la carriera agonistica della Daihatsu P-5 è stata di breve durata, ha mostrato di che pasta era fatta la “Casa delle Kei-car”. UNA BELLA… COMPAGNO Bellissimo il restauro della Daihatsu P-5, in azione nelle foto grandi; il motore (sotto), ricorda i coevi Climax 1.5 di F1. Sopra, un’immagine d’epoca della berlina Compagno, da cui derivò la P-3, di cui vediamo, più a sinistra, due esemplari in gara a Suzuka nel 1966.

24 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | MARZO 2024 È record Anzi, no EVENTI / RÉTROMOBILE

25 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO 2024 Mai così tanto pubblico per un salone scintillante, come ci si aspetta da Parigi. Automobili straordinarie, anniversari importanti e piloti di grido; ma il mercato è apparso poco vivace, almeno stando a quanto emerso dalle tre aste in programma Di Rodolfo Solera A 400 ALL’ORA NEL 1959 Sulle locandine di Retromobile c’era la MG EX-181 da record degli anni ‘50, a ricordare il centenario del Marchio britannico. Con un 4 cilindri bialbero da 290 CV alimentato a metanolo all’86%, raggiunse sulla pista di Bonneville nel 1957 la velocità di 395,310 km/h con Stirling Moss, e due anni più tardi di 410,230 km/h con Phil Hill, grazie ad un nuovo motore 1506 cc turbocompresso da 300 CV.

44 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | MARZO 2024 nel futuro I n volo MERCEDES-BENZ 300 SL W198 ALA SPIEGATA Una MercedesBenz W198 ripresa in viaggio su una route statunitense. A fianco, la W194 protagonista della Carrera Panamericana del 1952 in una immagine recente al Museo di Stoccarda.

45 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO 2024 Figlia dell’esigenza della Casa di Stoccarda di tornare al primato tecnologico d’anteguerra, la strepitosa sportiva tedesca 70 anni fa creò nel mondo dell’automobile un nuovo riferimento assoluto. Simboleggiato dall’ardita soluzione per accedere all’abitacolo di un’auto pensata per le competizioni Di Vittorio Falzoni Gallerani – Foto Archivio Mercedes-Benz

64 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | MARZO 2024 Una 400 GT (1966) e una Jarama GTS (1972): un’idea di gran turismo 2+2, due epoche differenti. Il contesto di The ICE sarebbe stato ideale per valorizzarne i contenuti. Il meteo ha voluto altrimenti, ma l’estro rimane, puro come l’aria d’inverno in Engadina Di Francesco Pelizzari - Foto Lamborghini Media Stupendo Pensiero IN COPERTINA / LAMBORGHINI A SANKT MORITZ

65 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO 2024 DUE AUTO CHE PARLANO Le Lamborghini 400 GT e Jarama GTS (con sci e slittino) fotografate sul lago ghiacciato di Sankt Moritz. Le loro carrozzerie “parlano” i linguaggi stilistici degli anni Sessanta e Settanta. Servivano sci e slittino quest’anno a Sankt Moritz in occasione di The ICE, il Concorso Internazionale di Eleganza sul ghiaccio. Che è culminato con la settimana più invernale dell’anno e, pur in tempi di cambiamento climatico, la perla dell’Engadina è stata sommersa sotto una nevicata che per la prima volta ha impedito lo svolgimento del Concorso. Troppa neve per girare in sicurezza sul lago ghiacciato: che paradosso! Fa niente, partecipanti e ospiti hanno abbozzato e se ne sono fatta una bianca ragione, godendosi l’incanto di tanta sorpresa. Sci e slittino qualcuno li aveva davvero, tuttavia: per esempio Alessandro Farmeschi, responsabile del post-vendita di Lamborghini, che si è concesso un fine settimana con un paio di bellezze del Polo Storico di Sant’Agata Bolognese: una 400 GT e una Jarama GTS, quest’ultima completa delle suddette “dotazioni invernali”. “Per Lamborghini è il secondo anno di presenza a The ICE -ha spiegato Farmeschi- che è un’ottima occasione di incontro con i clienti e con gli appassionati delle Lamborghini storiche. È un evento vicino al nostro modo di intendere la passione per le auto d’epoca, che è poi anche il modo di vivere i nostri modelli di ogni epoca: bellissime da vedere ed emozionanti da guidare”. La 400 GT e la Jarama GTS sono state prelevate dal Museo di Sant’Agata Bolognese per l’occasione e hanno mostrato a Sankt Moritz, nonostante l’annullamento della kermesse che prevedeva come tradizione la possibilità di girare sul lago ghiacciato, un’efficienza invidiabile. I due modelli celano, sotto la differente estrazione stilistica tipica dei decenni che rappresentano, il comune DNA di GT 2+2 all’italiana, rappresentato dal V12 anteriore, bialbero da 4 litri. La la Jarama nel 1970 sostituisce la Islero, ultima evoluzione delle 350/400 GT. Artisti C’è un bel pezzo di storia dell’automobile italiana, nomi di grande spessore, artisti perfino, dentro la storia di queste auto, che vale la pena ricordare. Ferruccio Lamborghini che nel 1963 dà la stura alla leggenda che lo vuole in litigio con Enzo Ferrari per via della frizione della sua 250 che non funziona a dovere. Il focoso imprenditore di Renazzo, frazione di Cento in provincia di Ferrara, che produce macchinari agricoli, la meccanica la conosce anche se mai l’ha ap-

72 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | MARZO 2024 Intese come pianali, che oggi dominano l’industria automobilistica. La “mono spazio” del Lingotto invece aveva un telaio di lamiera piegata, ma soprattutto una personalità sconosciuta al tempo delle sinergie che appiattiscono i caratteri. Ce l’ha raccontata il padre, Roberto Giolito, che la disegnò Di Vittorio Maggi - Foto Archivio Centro Storico Fiat piatta-forme No alle FIAT MULTIPLA GIOLITO, IL “CREATOR” Una trasparenza che valorizza l’unicità della Fiat Multipla: sei sedili su due sole file, tutti uguali per dimensioni. Nella foto piccola, Roberto Giolito tornato al tavolo da disegno per realizzare la Multipla 6x6 del programma FCA Reloaded by Creators. La vista della Multipla 6x6 allo stand di FCA Heritage all’ultima Milano Auto Classica ha avuto l’effetto di un viaggio nel passato. Una specie di macchina del tempo, che ci ha riportati a quando Fiat non soltanto progettava le automobili, ma le pensava. La Multipla 6x6 è un’iniziativa di FCA Heritage realizzata nell’ambito di “Reloaded by creators”, il programma che restaura le auto del gruppo, riportandole a nuova vita, per poi rimetterle in vendita praticamente come nuove. La Multipla però è un’automobile troppo originale, e con una storia anche industriale troppo importante, perché fosse “soltanto” restaurata. Così si è deciso di darle un valore aggiunto: nello specifico, una personalizzazione estetica firmata da chi, all’epoca, di quel progetto fu protagonista assoluto. Ovvero, il capo di FCA Heritage, Roberto Giolito. Per Giolito è stata una specie di ritorno alle origini. La personalizzazione consiste di una livrea Turchese Bio, colore emblematico che rimanda al cielo ed al mare, dunque alla natura, comunicando l’attitudine green, come si dice oggi, di un modello pensato fin da subito per avere motorizzazioni a basse emissioni, a metano e GPL. La colorazione turchese fa da sfondo a sei personaggi applicati sul cofano, sulle fiancate e all’interno sui sedili, che sono i veri protagonisti della personalizzazione.

73 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO 2024 I sei soggetti furono disegnati da Giolito nel 1998, in concomitanza con il lancio del modello, a simboleggiare altrettanti modi diversi di vivere un’auto dalla forte impronta “social”, come diremmo oggi: l’avventuriero, il bambino pilota, la signora attraente, l’uomo elegante, il frate, il giovane ribelle anni Settanta. Questi fumetti finirono sulle t-shirt e i puzzle della linea accessori del modello facendo breccia nel cuore del pubblico, e oggi si trovano sulla macchina, singolarmente su ogni sedile, e tutti insieme all’esterno. Ciascuno di loro può essere un utente della Multipla, ma lo possono essere anche tutti insieme, in un ipotetico viaggio all’insegna della socialità, che questa

82 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | MARZO 2024 Alla fine degli anni Sessanta in Francia si vive la favola di Jean Rédélé e della sua Alpine, berlinetta a motore posteriore che fin dal suo apparire ha messo a ferro e fuoco il mondo dei Rallye, nazionali e internazionali. Grazie alla leggerezza della carrozzeria in fibra di vetro ed alla trazione data dal motore a sbalzo, la macchina è agilissima e veloce. I motori sono Renault-Gordini, di piccola e media cilindrata (da 1.1 a 1.6, passando per l’1.3) ma A cavallo tra gli anni ‘60 e ’70 la piccola Alpine è il gigante dei Rally. Chrysler, che non ha alcuna esperienza, la sfida in Francia per tramite di Simca, con un’auto dalle prestazioni sorprendenti: la CG Proto MC. La strana vettura ottiene 32 vittorie in 49 gare tra il 1970 ed il 1973 Di Antonio Biasioli - Foto di Yves Gallet Davide vs Golia ... al contrario SIMCA CG PROTO MC di elevata potenza specifica e il progetto viene a piena maturazione con il modello “110”. Dopo aver catalizzato intorno a sé i migliori specialisti dei vari settori della macchina (Chappe & Gasselin per la vetroresina, Gordini per i motori), Rédélé grazie alle tante vittorie attira anche i migliori piloti, fino a creare una squadra corse che ha dell’incredibile a guardare i nomi presenti. Uno di questi è Bernard Darniche. L’Alpine è fortissima nello sport ma commercialmente A RALLYLEGEND “Cavallo Pazzo” Andruet ha portato la Simca CG Proto MC in gara al RallyLegend 2023 con la vettura di Romaric Croisile. Una presenza passata quasi inosservata.

LA PROTO SPIDER Al Rallye Critérium International des Cévennes 1971, Fiorentino-Gélin si classificano secondi, con la CG MC 2200 spider, dietro a Darniche-Mahé con l’Alpine A110 1800.

98 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | MARZO 2024 Il festival dell’ex-aequo GARE / RALLY MONTE-CARLO HISTORIQUE

99 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT |MARZO 2024 La 26^ edizione presentava molte novità importanti: tratti a 30 km/h, niente GPS, variazioni di media, rilevamenti al secondo e altre ancora. Unite all’assenza di neve, hanno contribuito a molti “zero” e tanti risultati “pari”. Concorrenti da tutto il mondo, molta Italia sul podio: l’Ascona vincitrice (con i belgi Decremer-Hugo) gestita dalla Promotor, 2° e 3° Schön/Giammarino e Aiolfi/Merenda Testo di Antonio Biasioli - Foto Bernard Simon e AC Monaco MEDIE VARIABILI La Opel Ascona 400 dei vincitori al porto del Principato. Sopra, la tabella di una tappa, con le velocità medie da tenere: si notano le variazioni di media e i tratti da 30 km/h. Nella pagina a fianco, la locandina della gara 2024.

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