Negli anni la 500 Steyr Puch segue più o meno lo stesso sviluppo del modello Fiat: dal 1959 diventa disponibile in versione tetto chiuso (più abitabile), caratterizzata da un design specifico con un piccolo spoiler sopra il lunotto e, con la presentazione della 500 D, anche la Steyr Puch riceve la fanaleria aggiornata e alcuni optional preziosi come l’impianto lavavetri e i sedili reclinabili.
Come variazioni specifiche riceve invece un fregio anteriore piu discreto e il cambio diventa tutto sincronizzato.
Nello stesso anno debuttano la versione potenziata “DL” e la “700 C”, corrispondente alla nostra Giardiniera, con motore 643 cc e disponibile nelle versioni C (Combi) e depotenziata E (Economic). Nel 1962 arriva la 500 C, variante economica dall’allestimento semplificato e con motore depotenziato a 19,8 Cv, affiancata dalla 500 DH che eredita invece il motore più potente della Giardiniera ed è destinata alle forze dell’ordine; nel 1964 esce la versione 650 T (da Thondorf, la zona di Graz dove ha sede lo stabilimento), un piccolo bolide da 660 cc, 27 Cv a 5000 giri e 120 km/h, e la sua ulteriore evoluzione 650 TR da 34 Cv capace di ben 130 km/h, con assetto irrigidito, nuovi semiassi e freni potenziati.
Ma non è finita: sulla scia dei successi delle cassette di preparazione Abarth, anche l’azienda austriaca propone
un kit pensato per le corse, denominato Montecarlo, che porta la potenza a 39,5 Cv e la velocità a 140 km/h. Con queste specifiche le 500 austriache si tolgono molte soddisfazioni in gara;
nel 1966 il pilota polacco Sobiesław Zasada vince addirittura il Campionato europeo Rally.
Con un paio d’anni di ritardo, nel 1967 la Steyr Puch si allinea alle forme della 500 F, la cui novità principale sono le porte controvento, deliberando una nuova versione di ingresso denominata 500 S, 493 cc da 16 o 19,8 Cv, e una serie speciale denominata Europa, con quadro strumenti arricchito da contagiri e manometro olio. Nulla di nuovo invece per le altre versioni della gamma, eccezion fatta per il tetto, che perde lo spoiler e per tutte diventa analogo a quello Fiat. Il progressivo calo delle vendite, dovuto alla vetustà del modello, porta nel 1968 alla scomparsa delle varianti più potenti; resiste solo il 493 cc, che accompagna il modello fino al pensionamento definitivo, nel 1973, quando la 500 Steyr Puch è soppiantata dalla 126, anch’essa modificata con il motore boxer.
La storia si chiude con circa 60.000 vetture prodotte in 16 anni.