Innanzitutto, che abbia la guida a sinistra: è un’ovvietà ma, visto che queste sono in tutto 1.129... Poi, dal momento che la fibra di vetro della carrozzeria è particolarmente robusta e il telaio è galvanizzato, si può passare subito alla prova su strada; in questo modo possono emergere gli inconvenienti più comuni di queste vetture che sono pochi e quasi tutti facili da sistemare.
Si cominci verificando il funzionamento dei motorini dei fari e degli alzacristalli che, se rotti, sono piuttosto lunghi da riparare.
Se per caso dovesse accendersi la spia di malfunzionamento motore, normalmente si tratta del sensore di posizione dell’albero a camme, unica vera piaga di questo motore che, se ben trattato, può percorrere anche 400mila km.
Il cambio non deve mostrare una manovrabilità molto diversa da quella di una moderna trazione anteriore; se è molto vago significa che il leveraggio è prossimo alla rottura e il lavoro è piuttosto costo.
L’assetto, come detto, deve entusiasmarvi; se si notano imprecisioni è probabile che le boccole delle sospensioni siano da sostituire. È un indice, se la percorrenza non è elevatissima, di uso esasperato; in questo caso, quindi, è opportuno approfondire l’indagine sulla vettura.
Guardatevi intorno e sopra la testa: i materiali usati per gli interni non sono di qualità eccelsa, c’è di buono che molta componentistica è Opel e ciò contribuisce a limitare i costi. Non, però, nel caso della capote: già non perfettamente impermeabile di suo (va meglio sulla S2) non è neanche a buon mercato.
Se tutto a posto potete anche estrarre il carnet degli assegni; non prima, però, di aver verificato la vita residua della solita cinghia di distribuzione, qui particolarmente longeva: sostituzione prescritta ogni 100.000 km o sei anni.